​GUELFI, Giuseppe

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​GUELFI, Giuseppe

Date di esistenza

Luogo di nascita
Nizza
Data di nascita
February 10 1894
Luogo di morte
Napoli

Biografia / Storia

Nasce a Nizza il 10 febbraio 1894 da Oreste e Ernestina Babbini, pittore decoratore, meccanico. Trascorre l’adolescenza a Massa, città d’origine dei genitori, e qui si avvicina all’anarchismo. Chiamato alle armi nel 1914, partecipa alla guerra come soldato di cavalleria. Pregiudicato per reati contro la proprietà e condannato per diserzione militare ripara in Francia nel 1921. Da qui espulso nel 1928 è rintracciato a Savona e arrestato. Espatria nuovamente dopo aver scontato tre anni al reclusorio militare di Gaeta. “La sua attività sovversiva ed antinazionale all’estero è stata conosciuta attraverso le Autorità consolari e le sue peregrinazioni ed espulsioni ne rivelano l’attività pericolosa”. Usa i nomi falsi di “Juan Torres Gouvece”, “Elia Ascenzi”, “Juan Casedemunt”, “Jose Juifrut”, “Giuseppe Martinelli”, “Luigi Contri”, “Umberto Fei”. In Francia risulta ricercato per l’uccisione di due gendarmi. La sua presenza è segnalata in Svizzera, Belgio, Olanda, Portogallo e Spagna. Qui, “implicato nel movimento rivoluzionario dell’alto Llobregat”, è incarcerato a Barcellona nel 1932 insieme ad altri anarchici italiani (fra cui Nicola Turchinovic, Pietro Bruzzi e Bruno Toccafondi). Il 27 luglio di quell’anno è inserito nel «Bollettino delle ricerche». Conosciuto negli ambienti dei fuorusciti, noto fra l’altro anche per la sua saltuaria collaborazione al giornale anarcosindacalista catalano «Solidaridad obrera», dal 1934 si trova ufficialmente al servizio della polizia fascista. Svolge la sua attività d’informatore presentando dettagliate relazioni circa le attività cospirative all’estero ed in Italia. Nella ristretta schiera dei “fiduciari anarchici” del ministero dell’interno conosciuti è, dopo Bernardo Cremonini, senz’altro fra i più puntuali. A Roma i suoi rapporti, custoditi in un voluminoso fascicolo, vengono direttamente trattati dal vice capo della polizia. Messo alla prova, inizia la sua collaborazione promettendo di far smascherare un comitato nazionale di agitazione anarchica con sede in Livorno, emanazione della Concentrazione antifascista parigina. Nel giugno del 1934 sono così eseguite in quella città 23 perquisizioni simultanee ad altrettante persone da lui indicate – tutti amici di Augusto Consani – ma l’esito è negativo. Allo stesso modo fallisce il tentativo dell’OVRA di inserirsi, usando il nome di Paolo Schicchi, nella corrispondenza del Soccorso anarchico internazionale. Una successiva importante “missione” si compie fra i confinati di Ponza. Qui G. tenta, ma senza grandi risultati, di raccogliere le confidenze, fra gli altri, di Vincenzo Capuana “giornalista terrorista” appena rimpatriato da New York. Poi sarà trasferito in altre colonie (Ustica, Fonni, Tremiti, Lampedusa, Favignana e Ventotene) e anche in carceri (Napoli e Trapani), e su queste esperienze davvero dirette fornirà ogni volta “relazioni sull’ordine pubblico”, cioè sui comportamenti degli anarchici e sui loro progetti insurrezionali, veri o falsi. Perduta ogni credibilità come collaboratore tenta invano e disperatamente di evadere dal confino. Muore il 14 maggio 1940 all’ospedale Pace di Napoli. (G. Sacchetti) 

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Pubblica Sicurezza, G1, b. 292, f. Comitato anarchico.
 
Bibliografia: G. Sacchetti, Sovversivi agli atti. Gli anarchici nelle carte del Ministero dell’Interno. Schedatura e controllo poliziesco nell’Italia del Novecento, Ragusa, 2002, ad indicem

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Oreste e Ernestina Babbini

Bibliografia

2003

Persona

Collezione

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