​GUASTINI, Lamberto

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​GUASTINI, Lamberto

Date di esistenza

Luogo di nascita
Pistoia
Data di nascita
September 25 1872
Luogo di morte
San Giovanni Valdarno

Biografia / Storia

Nasce a Pistoia il 25 settembre 1872 da Giuseppe e Filomena Pieretti. Non si hanno notizie della sua infanzia fino al trasferimento a San Giovanni Valdarno, avvenuto presumibilmente nei primi anni Novanta. Coniugato con Eleonora Giorgeschi, ha due figlie e lavora come operaio nella locale ferriera. Secondo le carte del Ministero dell’Interno “gode mediocre fama, è maleducato, prepotente e con poca intelligenza, sa appena leggere e scrivere”. Risulta aderente al partito anarchico almeno dal 1896, anno nel quale viene denunziato quale promotore di una colletta pro-coatti delle Tremiti. È consigliere dei circoli ricreativi “La Luce” e “La Ferriera” di San Giovanni, iscritto alla Società di mutuo soccorso fra metallurgici. Nel 1898 le autorità di polizia intercettano un suo messaggio di solidarietà inviato a E. Malatesta. Riceve in abbonamento diversi periodici libertari fra cui «L’Avvenire sociale» di Messina, «L’Agitazione» di Ancona, «L’Aurora» di Paterson (usa). Mantiene corrispondenza con anarchici residenti all’estero, in particolare con Pietro Vasai e Roberto D’Angiò. Nel 1901 sconta 10 giorni di carcere per manifestazione sediziosa e due anni dopo subisce una perquisizione domiciliare con sequestro di una consistente mole di pubblicistica sovversiva. Per il 29 settembre 1904 organizza una giornata pro reclusi politici e parla per gli anarchici in un comizio unitario che vede anche la partecipazione di repubblicani e socialisti. Nell’ottobre 1905, in occasione di un comizio di Leda Rafanelli a Montevarchi in so-stegno alle rivendicazioni sindacali delle setaiole, viene di nuovo denunziato per grida sediziose e quindi condannato a 28 giorni di detenzione. Continua intanto a diffondere la stampa anarchica e in particolare segue «La Blouse» di Firenze. Nella ferriera è fra i dirigenti della Lega di miglioramento fra metallurgici, struttura sindacale promossa a suo tempo dagli anarchici, che delibera in questo periodo di autosciogliersi, confluire nella FIOM e versare una parte del proprio fondo di cassa come sottoscrizione a «Il Libertario» (giornale al quale G. invierà numerosissime brevi corrispondenze in un arco di tempo fra il 1905 ed il 1919). Svolge un’intensa vita associativa ed è fra gli iniziatori del comitato pro Casa del popolo di San Giovanni e pro case ope-raie. Attivo nel Comitato cittadino anticlericale (dove rappresenta gli anarchici insieme a Silvio Gavazzi), nel 1907 partecipa a una protesta di piazza contro un raduno organizzato in paese dai Salesiani. Nello stesso anno si fa promotore del primo convegno anarchico del Valdarno che si tiene a Figline il 3 novembre, interessandosi di rafforzare la rete di relazioni tra i vari gruppi delle province aretina e fiorentina in vista della imminente costituzione dell’Unione anarchica valdarnese. Nel 1910 è designato come oratore in un giro di conferenze nella zona promosse dal Gruppo giovanile libertario ed è presente anche alle mobilitazioni popolari pro Ferrer. Dopo avere partecipato alle agitazioni della Settimana rossa, allo scoppio della guerra europea proclama il suo irriducibile antimilitarismo e sottoscrive per «L’Avvenire anarchico» “protestando contro i sovversivi di ieri”. Il 1° maggio 1916, nonostante i divieti delle autorità, tiene a San Giovanni una commemorazione dei martiri di Chicago. Coinvolto nell’episodio insurrezionale antifascista del 23 marzo 1921, G. è accusato di aver preso “attiva parte alle violenze ai carabinieri specialmente eccitando a tale opera criminosa l’elemento giovanile, nel quale svolge intensamente e da anni propaganda di odio e ribellione”. Per questo viene condannato a un anno e quattro mesi di reclusione. Scarcerato nel 1923 per fine pena “si professa ancora anarchico”. Dal 1929 svolge l’attività di rappresentante di commercio di oggetti in ghisa e, a motivo del suo nuovo lavoro, si reca spesso a Firenze e a Pistoia. Nel 1931 è radiato dal Casellario Politico Centrale in quanto ritenuto non più pericoloso per la sicurezza dello Stato. Il nominativo di G. è successivamente rinvenuto nella rubrica già appartenente a Malatesta, da poco deceduto. Nel 1942 risiede ancora a San Giovanni. Dopo la guerra s’interessa ancora delle vicende del movimento frequentando la fiaschetteria di Armida Pandolfi e Gino Brilli dove si riuniscono gli anarchici sangiovannesi e il gruppo “P. Gori” aderente alla FAI. Gravemente ammalato e impossibilitato a muoversi, muore a San Giovanni Valdarno il 22 dicembre 1953. (G. Sacchetti)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio di Stato Arezzo, Processi Penali, 1905, n.185, procedimento c/ Guastini Lamberto; ivi, Processi Penali, 1907, n.194, procedimento c/ Tarchi Ferdinando e altri; ivi, fondo Avvocato Giovanni Droandi, f. Processi di S. Giovanni V.no e Castelnuovo; «Il Libertario», 14 dic. 1905; S. Giovanni Valdarno, «Sorgiamo!», Arezzo, 15 dic. 1906; «Umanità nova», 27 nov. 1921, Il maestoso processo con-tro i minatori di S. Giovanni V.no; «La Nazione», 3 dic. 1921; «Giovinezza», Arezzo, 4 dic. 1921; «Umanità nova», dic. 1921, passim; [Necrologio] ivi, 24 gen. 1954, p. 4; Intervista a Gino Brilli, San Giovanni Valdarno, 8 mag. 1982, a cura di G. Sacchetti.
 
Bibliografia: G. Sacchetti, Sovversivi in Toscana (1900-1919), Todi 1983; Id., Camicie nere in Valdarno. Cronache inedite del 23 marzo 1921 (guerra sociale e guerra civile), Pisa 1996. 

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Giuseppe e Filomena Pieretti

Bibliografia

2003

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