GUASTAROBA, Armando Pietro
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- GUASTAROBA, Armando Pietro
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Bologna
- Data di nascita
- March 26 1898
Biografia / Storia
- Nasce a Bologna il 26 marzo 1898 da Adolfo e Argia Borghignoli, muratore. Frequenta fino alla terza classe elementare. Aderisce giovanissimo al movimento anarchico e per la sua attività politica e sindacale viene schedato dalla polizia già nel 1914. Fa parte fin dalla sua fondazione nel novembre 1915 del Gruppo “Emilio Covelli”, di cui Attilio Diolaiti è il principale animatore (tra gli altri componenti vi sono Clodoveo Bonazzi, Adelmo Baldrati, Aldo Bernardi, Loris Brasey, Giulio Carboni, Felice Felici). Sorto con l’intento di ridare combattività all’anarchismo nel capoluogo emiliano, il Gruppo – che nel 1917 muterà nome in “Fascio Libertario Bolognese” – è attivissimo nella campagna pro Tresca e nella propaganda antibellica, proprio per questo molti suoi aderenti sono internati, incarcerati o chiamati alle armi (tra le altre iniziative promuove il Convegno nazionale clandestino di Firenze del giugno 1916, che sulla stampa anarchica del pe-riodo verrà indicato come tenuto a Ravenna per depistare le indagini della polizia, e il Convegno regionale di Bologna del 31 dicembre 1916 che fonda la Unione Anarchica Emiliano Romagnola). Il 30 luglio 1916 G. è arrestato ed è trattenuto in carcere per pochi giorni per vilipendio alle istituzioni e per apologia dell’assassinio del re Umberto I, accusato di avere affisso dei manifesti in occasione dell’anniversario del regicidio. Con un gruppo di altri giovani discepoli frequenta la casa di L. Fabbri a Corticella, dove conosce l’anarchico Giovanni Caglia di Castel Bolognese. Dopo la chiamata alle armi diserta e per sfuggire meglio alla polizia su suggerimento di Caglia si trasferisce per qualche tempo a Castel Bolognese, dove entra in relazione con Nello Garavini e altri anarchici del luogo. Garavini, nelle sue Testimonianze, lo ricorderà come un “originale”, che “giganteggiava in cultura ed intelligenza, disertore coraggioso e temibile”, “un leone tra i leoni” che anche a Bologna “primeggiava nelle discussioni politiche; era uno ‘stirneriano’, conosceva tutti i teorici del socialismo ed era imbattibile nella polemica”. Prende parte ad alcune attività del movimento dei disertori, particolarmente forte nelle limitrofe campagne imolesi, ma dopo l’arresto di molti di loro nella fase finale della guerra preferirà ritornare a Bologna. Secondo una testimonianza di Vindice Rabitti (lettera a Primo Bassi 5 lug. 1966) G. durante la guerra sarebbe stato presente, insieme a lui e altri compagni di Bologna fra cui Vistoli, a un Convegno clandestino anarchico tenuto presso i locali dell’usi a Imola, e in seguito sarebbe stato imprigionato al Farneto (nelle colline intorno a Bologna) insieme a molti altri compagni disertori. Va rilevato che nelle fonti di polizia manca ogni riferimento a questi avvenimenti, e anzi risulta che G. – chiamato alle armi nel 1917 – svolgerebbe regolarmente il suo servizio militare, prima presso il 78° Reggimento fanteria di stanza a Bergamo, poi al Distretto Militare di Brescia e infine a partire dall’agosto 1920 alla 27ª Divisione a Cagliari. Anarchico d’azione oltre che di pensiero, è in prima linea nella lotta contro il fascismo. Il 28 gennaio 1921 sulla prima pagina di «Umanità nova», in una corrispondenza a firma E. C. dal titolo La situazione a Bologna, compare la seguente annotazione: “Ci si riferisce che i fascisti dopo aver bastonato a sangue il carissimo compagno Armando Guastaroba, non si sa per quale colpa, vanno cercandolo, ovunque, in gruppi di cento, centocinquanta con il proposito di ucciderlo. Lo sappiano tutti i compagni: e lo sappiano anche le persone civili”. Il 13 agosto 1922 è arrestato per minacce a mano armata e porto abusivo di rivoltella, ma la condanna (sei mesi di carcere e una multa) viene condonata per un’amnistia. Nel maggio 1923 emigra, munito di un passaporto per il Belgio ottenuto per recarsi a lavorare in una miniera di carbone. In realtà si ferma in Francia e si stabilisce ad Argenteuil. A partire dal febbraio 1925 è segnalato in Lussemburgo, dove fa il minatore e vive a Esch-sur-Alzette. Nell’estate del 1926 viene espulso dal Lussemburgo, probabilmente a seguito della sua partecipazione a una “manifestazione comunista a Esch” durante la quale si sarebbe dimostrato “fra i più eccitati” contro il governo italiano. Il 13 novembre 1926 è arrestato a Perpignano perché implicato nell’abortito tentativo rivoluzionario catalinista alla frontiera franco-spagnola diretto dal generale Macià, a cui prendono parte alcuni anarchici italiani, tra cui Alberto Meschi e Enzo Fantozzi. Nel 1928 e nel 1929 è segnalato in Belgio, dove vive in clandestinità non avendo ottenuto dalle Autorità di polizia il permesso di soggiorno. È munito di una carta d’identità intestata a “Silvio Ghetti”, ed è indicato come il corrispondente da Liegi del giornale «Il Monito». Nel 1931 nei suoi confronti è emesso un mandato di cattura, in caso di rimpatrio. Nel gennaio 1932 l’Ambasciata italiana a Parigi comunica che G. si trova nella capitale francese dove lavora con altri anarchici. È sprovvisto di carta d’identità ed evita di mettersi in vista e di abitare in qualche camera mobiliata per timore di essere arrestato essendo già espulso dalla Francia. Fa parte dell’ucapi ed è membro del Comitato di redazione di «Lotta anarchica». Muore in Francia nel 1932. L’anno successivo la polizia italiana, che lo teme e che ignora la notizia del decesso, lo include nell’elenco dei possibili attentatori. (G. Landi – T. Marabini)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Biblioteca libertaria A. Borghi, N. Garavini, Testimonianze; ivi, Fondo Anarchici Bolognesi.
Bibliografia: M. Casarini, Contributo alla storia del movimento anarchico a Bologna nel primo dopoguerra, «Bollettino del Museo del Risorgimento», Bologna, 1983; A. Albertazzi, L. Arbizzani, N.S. Onofri, Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo bolognese (1919-1945). Dizionario biografico, 6 voll., Bologna 1986-2003, ad nomen (in vol. 6: Appendice).
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Adolfo e Argia Borghignoli
Bibliografia
- 2003