​GUABELLO, Alberto Augusto

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​GUABELLO, Alberto Augusto

Date di esistenza

Luogo di nascita
S. Maria
Data di nascita
April 27 1874
Luogo di morte
Paterson

Biografia / Storia

Nasce nella frazione S. Maria del comune di Mongrando (BI) il 27 aprile 1874 da Dionigi e Serafina Vineis, frequenta le scuole elementari; muratore, tessitore, tipografo. Nonostante la figura di G. sia stata seguita, con ricchezza di documentazione, da M. R. Ostuni in un suo lavoro (La diaspora politica del Biellese, Milano 1995), rimangono sul personaggio – per la stessa contraddittorietà delle fonti – alcune piccole zone d’ombra. In un interrogatorio del 1° aprile 1894, nel quadro degli arresti legati all’affaire Malato e alla progettata insurrezione nel biellese, G. dichiara: “Tre anni or sono non ero anarchico, ma socialista legalitario, e prima ero repubblicano. Sedicenne ero pio e religioso”. In realtà «L’Amico del popolo» di Milano, del 19 dicembre 1891 riporta una comunicazione dello stesso G. in cui si annuncia la costituzione del Gruppo Comunista Anarchico “I figli del lavoro”, composto di “giovani e vecchi desiderosi di affrettare il giorno della Giustizia sociale”. Se fino al 1890 G. era “religioso” e alla fine del 1891 certamente anarchico, quando sarebbero avvenuti tutti quei mutamenti politici? Sicuramente più oscura è la vicenda del suo viaggio con Ernesto Caspani (e non Cassani) in Svizzera e in Francia. Partiti il 27 febbraio 1892 per Ginevra, secondo le segna-lazioni consolari avrebbero lavorato “in un cantiere edilizio sulla strada di Losanna” per poi passare in Francia (ivi, p. 24). Se è certo che il 13 aprile 1892 Caspani si trova a Parigi (in quella data scrive, infatti, dalla capitale francese una let-tera a Caserio), più o meno negli stessi giorni G. viene arrestato a Torino, insieme con una trentina di compagni, nell’ambito di un’operazione di polizia destinata a bloccare inesistenti velleità rivoluzionarie in occasione del 1° maggio. Come tutti, anche G. ottiene il non luogo a procedere per insufficienza di indizi e viene rilasciato il 20 maggio. Nel suo fascicolo personale la Questura di Torino parla di conferenze tenute nel 1892, nonché di partecipazioni a “riunioni e assem-bramenti in occasioni di scioperi”, indicandolo anche come corrispondente di P. Gori, E. Malatesta e F.S. Merlino. Nel febbraio 1893 viene denunciato “dall’Arma di Mongrando” per furto qualificato e nell’ottobre per furto aggravato, ma in realtà è condannato a 29 giorni di carcere per oltraggio agli agenti di ps e per grida sediziose. Secondo la Prefettura di Novara (allora Mongrando e Biella erano in provincia di Novara) G. emigra in Francia alla fine del 1893 per poi rientrare in Italia nell’aprile 1894, in seguito a espulsione. In realtà tutti gli interrogatori effettuati nell’ambito dell’inchiesta sull’affaire Malato, tra cui anche quello di Rinaldo Rigola, confermano la presenza di G. a Mongrando nel gennaio. Nell’interrogatorio già citato comunque G. sostiene di conoscere “per fama” Malato, di cui aveva sentito “parlare molto a Parigi”. Il processo si conclude per G. con una condanna a cinque mesi di detenzione, a cui seguono dal settembre 1894 al settembre 1896 due anni di domicilio coatto a Tremiti, durante il quale è testimone dell’uccisione di Argante Salucci. Nell’aprile 1897 si riporta nuovamente in Francia ed è ancora una volta espulso nel marzo dell’anno seguente e consegnato al confine italiano. Il 6 luglio 1898 lascia Mongrando alla volta di Paterson, evitando la nuova assegnazione al coatto per cinque anni, decisa nell’ottobre successivo. In un articolo, apparso ne «La Questione sociale» (Rimembranze, 29 lug. 1899), G. scrive: “È triste, immensamente triste, per uno spirito ribelle, per un combattente sincero, abbandonare il campo della lotta”. In realtà, una volta arrivato negli USA, si inserisce immediatamente nell’ambiente anarchico, entrando nel gruppo “Diritto all’esistenza” e, come si ricava dall’interrogatorio effettuatogli, in seguito a rogatoria della Corte d’appello di Milano, per l’attentato Bresci, diventa uno dei tipografi compositori de «La Questione sociale», nonché redattore del giornale. Segnalato “tra gli anarchici più attivi di Paterson”, nel 1903 “sembra in procinto di trasferirsi a Barre per andare a far parte della redazione della «Cronaca sovversiva»” di Luigi Galleani, “ma poi si limita a diventarne il corrispondente per gli stati di New York e New Jersey” (Ostuni,  p. 35), pur continuando a collaborare talvolta anche a «La Questione sociale». Arrestato nel 1920, insieme con il fratello Paolo (nato il 2 giugno 1882), Ludovico Caminita e altri (Ibidem), rischia di essere deportato in Italia. Con l’avvento del fascismo in Italia, G. entra a far parte dell’Alleanza Antifascista del Nord America, organizzazione unitaria, anche se in seguito forma con altri compagni la Lega Antifascista di Paterson e collabora al settimanale «La Scopa». Il periodico è fondato a Paterson nell’agosto 1925 da Beniamino Mazzotta, un tipografo anarchico (nato a Catanzaro il 1° novembre 1874), sbarcato nel maggio 1897 a Filadelfia da una nave militare, disertando, e ormai naturalizzato americano. Nel 1926 G. “figura tra i firmatari della lettera di rinunzia alla cittadinanza italiana inviata il 16 marzo u. s. alla R. Ambasciata e pubblicata sui loro giornali sovversivi”. Agli inizi del 1931 viene intercettato un suo “piccolo money order” destinato a Malatesta. Gestisce ormai una rivendita di libri e giornali, “ritrovo abituale dei sovversivi di Paterson, a due passi dalla tipografia di Mazzotta. E sempre nel 1931 il suo nome compare in un elenco di anarchici “che costituirebbero il Comitato denominato ‘La nostra guerra’ il cui compito sarebbe quello di raccogliere fondi per compiere attentati in Italia”. L’ultima segnalazione risale al 1940. Muore a Paterson nel 1941. (M. Antonioli)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio di Stato Torino, Sezioni riunite, Questura, Categoria H, Associazione Malfattori 1891-92; ivi, Categoria A/1, Rapporti di indole politica (Anarchici) 1894-95, f. 2.
 
Bibliografia: D. Marucco, Processi anarchici a Torino tra il 1892 ed il 1894, in Anarchici e anarchia nel mondo contemporaneo, Torino 1971; R. Gremmo, Gli anarchici che uccisero Umberto I°. Gaetano Bresci, il “Biondino” e i tessitori biellesi di Paterson, Biella 2000.

Sitografia: Emigrante gruppo di ricerca sull'emigrazione.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Dionigi e Serafina Vineis

Bibliografia

2015

Ente

Persona

Collezione

città