GRASSINI, Emilio
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- GRASSINI, Emilio
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- San Gimignano
- Data di nascita
- June 9 1884
- Luogo di morte
- Cornigliano
Biografia / Storia
- Nasce a S. Gimignano (SI) il 9 giugno 1884 da Giovanni e Ersilia Parri in una famiglia contadina, fabbro poi proprietario di officina. Si trasferisce agli inizi del secolo a Cornigliano (GE) insieme al fratello Natale (Colle Val d’Elsa -SI- 25 dic. 1887 – Cogoleto -GE- 7 apr. 1962, conciaio). I fratelli G. entrano subito in contatto con gli ambienti anarchici locali. G. risulta schedato come anarchico già dal 1904, il fratello lo sarà dal 1913. Il 10 ottobre 1906 E. sposa Clelia Pardini (Colle Val d’Elsa 23 giu. 1885 - Genova 28 gen. 1957), che gli darà tre figli: Vero (Cornigliano 4 mag. 1912 – Pegli -GE- 17 feb. 1999, fabbro), Vera e Tina. A partire dal 1912, G. è sottoposto a vigilanza. Nell’aprile di quell’anno i fratelli G. si occupano come operai allo stabilimento Ansaldo di Rivarolo. I fratelli G. sono attivissimi sia nel campo sindacale, sia in quello politico, entrambi militano nell’USI e nel Gruppo anarchico di Sampierdarena e sono diffusori de «Il Libertario». Figure molto stimate, la loro influenza nel movimento anarchico genovese cresce, in modo particolare quella di Emilio, colto autodidatta e dotato di carisma e di lucida intelligenza. Nell’agosto del 1914, E. è tra i principali organizzatori del congresso costitutivo dell’Unione Anarchica Ligure che si tiene, il giorno 9, a Sampierdarena. La polizia interviene, nel tentativo di far fallire l’iniziativa, e arresta G. con l’imputazione di “oltraggio alla forza pubblica”. Viene assolto e scarcerato il 24 agosto dello stesso anno. Il 26 maggio del 1915 viene emesso contro di lui e altri operai anarchici dello stabilimento Ansaldo (Barrani, Montauti e Testore) un mandato di cattura per “istigazione a delinquere” in quanto accusati di aver diffuso manifesti antimilitaristi. G. si rende irreperibile fino al maggio del 1916 quando viene assolto. Prosegue nei mesi successivi la sua attività di agitazione antimilitarista e di propaganda anarchica, sul posto di lavoro. A causa di ciò, nel giugno del 1917, gli viene revocato l’esonero dalla chiamata alle armi e viene arruolato nel 68° rgt di fanteria di stanza a Milano. Lo stesso accade al fratello, entrambi sono segnalati alle autorità militari come anarchici pericolosi. G. diserta il 3 agosto 1917 e si rifugia presumibilmente all’estero. Nel luglio del 1919 è segnalato a Zurigo come appartenente al locale gruppo anarchico. Il 24 ottobre dello stesso anno G. rientra in Italia, a seguito di amnistia, e viene rimandato con foglio di via obbligatorio a Cornigliano. Qui giunto riprende insieme al fratello l’attività politica e sindacale. Nel dicembre del 1919 E. è tra gli organizzatori delle manifestazioni per il passaggio a Genova di E. Malatesta, da poco rientrato in Italia. I due fratelli sono tra i promotori, nel 1920, della costituzione di un gruppo anarchico a Cornigliano e, in generale, nel Biennio rosso e durante il movimento dell’occupazione delle fabbriche sono estremamente attivi nell’USI e nella Camera del Lavoro di Sestri Ponente. Nel maggio dello stesso anno, G. è tra i protagonisti del Congresso regionale metallurgici che si tiene a Sestri P. Nel marzo del 1921 è tra gli oratori del comizio pro Vittime politiche che si svolge a Sampierdarena. All’avvento del fascismo, i fratelli G. sono tra i più attivi nel contrastare le squadre nere e nel mantenere, per quanto possibile, serrate le fila del movimento. Nel febbraio del 1923, in seguito al lancio di una bomba contro la Casa del fascio di Sestri P., i fratelli G., insieme ad altri, vengono arrestati e processati perché “sospetti di organizzare attentati terroristici”. Natale è prosciolto in istruttoria mentre Emilio, pure prosciolto, viene sottoposto all’ammonizione per due anni e inserito nell’elenco delle persone da arrestare in determinate circostanze. Negli anni successivi sono ambedue strettamente vigilati e G. è più volte perquisito. Intorno al 1925 G. lascia l’Ansaldo e apre una piccola officina a Cornigliano, che diventerà, negli anni a venire, un punto di riferimento per il movimento anarchico in clandestinità, ma anche di sostegno per i perseguitati politici di ogni colore. Negli anni successivi, mentre Natale dirada il suo impegno politico (però continua a essere vigilato e mantiene “i suoi principi sovversivi”), Emilio diventa la figura chiave della riorganizzazione degli anarchici nel Genovesato. Riceve e diffonde stampa anarchica, come «Fede!» di Gigi Damiani, «Il Risveglio anarchico» di Luigi Bertoni e opuscoli di propaganda; mantiene i contatti con i vecchi compagni di Sestri Po-nente (Attilio e Carlo Stanchi, P. Caviglia, e altri), di Sampierdarena (V. Toccafondo, P. Bigat-ti), del centro (G. Cianchi), della Valpolcevera (M. Bianconi) e del levante (V. Barazzoni, A. Sardini). Questa attività non passa inosservata e, nel gennaio del 1928, Emilio è nuovamente condannato a due anni di ammonizione. Negli anni successivi è più volte fermato per misure di PS ed è strettamente vigilato; tuttavia continua la sua attività di sostegno alle vittime politiche come membro del Comitato per il soccorso rosso. Ai primi di giugno del 1942, Emilio è tra gli organizzatori, insieme a Antonio Pittaluga, di un convegno clandestino che si tiene a Sestri Ponente una riunione tra anarchici genovesi e di regioni vicine e vi tiene una relazione sulla situazione e sulle prospettive di ripresa del movimento. È in questa occasione che viene costituita la Federazione Comunista Libertaria Ligure e che si affaccia l’idea del Fronte Unico dei Lavoratori, del cui programma Emilio è, se non l’estensore materiale, sicuramente l’ispiratore. Nel dicembre del 1942, un viaggio di Binazzi a Genova offre a Emilio e agli altri anarchici genovesi la possibilità di riallacciare organici rapporti con gli anarchici dell’Alta Italia. Nelle due riunioni clandestine tenute a Firenze (16 mag. e 5 set. 1943) in casa di Augusto Boccone, Emilio, insieme agli altri anarchici liguri Dettori, Pozzi e Del Carpio, porta l’esperienza dellaFederazione Comunista-Libertaria Ligure nella costituzione della Federazione Comunista-Libertaria dell’Alta Italia. Appena caduto il fascismo, Emilio, insieme a un gruppo di vecchi compagni (F. Ogno, N. Turcinovich, P. Pozzi, G. Verardo) a cui si aggiungono presto numerosi giovani, costituisce la Battaglione SAP “Malatesta”, di cui è Commissario politico con il nome di “Libertario”. Il figlio di Emilio, Vero, insieme ad altri giovani operai anarchici (tra cui L. Parodi, A. Lovarino, e G. Sorgoli) costituisce un nucleo libertario all’Ansaldo, attivo durante tutto il periodo clandestino. Nel dopoguerra Emilio è figura rispettata e stimata nel movimento anarchico genovese. Milita nella Federazione Comunista-Libertaria Ligure e poi nella Federazione Anarchica Ligure, nel gruppo anarchico di Cornigliano, che prenderà il suo nome. Scrive articoli a firma “Libertario” o “E.G.” su «L’Amico del Popolo», «Umanità nova» e altri periodici anarchici. Partecipa a tutti i congressi e convegni nazionali della FAI fino all’inizio degli anni ’50; è eletto nel Consiglio nazionale della federazione nel dicembre 1945. Grande tempra di organizzatore ed efficace propagandista, propugnatore di una concezione classista dell’anarchismo, fautore dell’organizzazione operaia fondata sui consigli è anche un valido testimone della lotta antifascista e del ruolo che in essa hanno avuto gli anarchici, che compendia in una serie di cinque articoli pubblicati su «L’Amico del Popolo». Muore a Cornigliano il 26 marzo 1952. (G. Barroero)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; «Lotta operaia», 12 giu. 1920; ivi, 26 mar. 1921; Archivio storico del Centro di documentazione di Pegli, Verbali FCLL; Il Partigiano, ANPI, Elenchi generali dei partigiani a cura della Commissione Accertamenti, Genova 1946-47; A. Failla, Il contributo degli anarchici alla resistenza, «Era Nuova», lug. 1946; V. Toccafondo, U. Marzocchi, [Necrologio], «Umanità nova», 5 ott. 1952; G. Mariani, Ricordo, ivi, 12 ott. 1952; V. Toccafondo, Necrologio di Clelia Grassini, ivi, 10 feb. 1957; P.E. Caviglia, U. Marzocchi, La Resistenza anarchica nella Grande Genova, «un», 26 apr. 1964; Testimonianza di Vero Grassini, 20 nov. 1997; G. Barroero, Necrologio di Vero Grassini, ivi, 7 mar. 1999.
Bibliografia:
Scritti di G.: Ricordando il 25 Aprile 1945, «L’Amico del popolo», 1° Maggio 1946; Per la storia del nostro movimento in Liguria, ivi, nn. 4, 5, 6, 8 e 12, 1947; Noi C.[omunisti] A.[narchici], i partiti autoritari e la massa amorfa, in I. Rossi, La ripresa del Movimento Anarchico e la propaganda orale dal 1943 al 1950, Pistoia 1981.
Scritti su G.: G. Bianco, L’attività degli anarchici nel biennio rosso (1919-1920), «Movimento Operaio e Socialista Ligure» n. 2, 1961; Federazione anarchica italiana, Congressi e convegni. 1944-1962, a cura di U. Fedeli, Genova 1963; C. Costantini, Gli anarchici durante la Prima Guerra mondiale, ivi; L. Bettini, Bibliografia dell’anarchismo, vol. 1 t. 1. Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati in Italia (1872-1971), Firenze 1972; id., Bibliografia dell’anarchismo, vol. 1 t. 2. Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati all’estero (1872-1971), Firenze 1976; G. Barroero, Anarchismo e Resistenza in Liguria, «Rivista Storica dell’Anarchismo», lug.-dic. 1998.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Giovanni e Ersilia Parri
Bibliografia
- 2003