GRANATA, Emanuele
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- GRANATA, Emanuele
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Marsala
- Data di nascita
- May 9 1906
Biografia / Storia
- Nasce a Marsala (TP) il 9 maggio 1906 da Domenico e Francesca Diana, manovale. Portato dal padre in Tunisia, quando è ancora bambino, abbraccia le idee anarchiche e si rifugia in Spagna, dopo essere stato espulso dalla colonia francese. Spostatosi in Francia, è arrestato a Briançon, al principio del 1932, per detenzione di esplosivi, insieme agli anarchici Edmondo Lelli e Ulisse Merli (il quale racconterà l’episodio nel corso di un interrogatorio a Bologna il 15 giugno 1941). Processato per direttissima, è assolto e cacciato subito dal paese. Rifugiatosi nel Marocco spagnolo, è arrestato a Melilla, durante i moti rivoluzionari dell’aprile 1932, e detenuto per 26 giorni nel forte María Cristina, prima di essere tradotto a Málaga ed espulso dalla Spagna. Segnalato in Tunisia nel 1935, perché frequenta gli anarchici Giovanni Puggioni e Vincenzo Mazzone, è imprigionato a Marsiglia al principio del 1936, per aver violato il bando di espulsione dalla Francia. Liberato dopo qualche settimana, parte, al principio dell’estate, per Algeri, dove – secondo le spie dell’OVRA – lavora alla preparazione di un attentato al duce. Allarmato da queste notizie, il capo della polizia fascista ordina telegraficamente ai prefetti, il 29 luglio, di adottare misure adeguate per arrestarlo, qualora rientrasse nella penisola. Il 12 agosto G. arriva a Barcellona, con l’aiuto di Giuseppe Pasotti, e si arruola nella Colonna Italiana, a maggioranza anarchica, comandata dal repubblicano Mario Angeloni, combattendo a Monte Pelato, a Tardienta e a Almudévar. Nel febbraio del 1937 è ancora sul fronte aragonese, quando si sparge la voce – infondata – della sua morte per mano dei franchisti. Tornato in Francia verso la fine del 1938, G. evita i campi di internamento pirenaici, si fa rilasciare a Parigi, il 5 febbraio 1939, un passaporto dal console della Spagna repubblicana e passa nel Belgio, dove viene arrestato tre mesi dopo, insieme all’anarchico Orlando Luciani, e cacciato nel Lussemburgo. Rientrato a Bruxelles in ottobre, si arruola nell’esercito francese, del quale sembra faccia ancora parte verso la metà del 1940. Fuggito dalla Francia, G. si rifugia in Tunisia, ma è arrestato e internato, nell’ottobre 1941, nel campo di sorveglianza del Kef, insieme a Maurizio Valenzi, Ruggero e Loris Gallico, Pietro Bongiovanni, Silvano Bensasson e altri antifascisti. Nel marzo 1942 è ancora prigioniero a Kef. Nel 1947 è a Milano, in contatto con la FAI, fa pubblicare su «Solidaridad obrera» (Parigi, 27 dicembre 1947) un trafiletto per cercare di rintracciare il compagno spagnolo Manuel Rubio, col quale era internato a Kef. S’ignorano data e luogo di morte. (R. Bugiani – M. Lenzerini – A. Tozzi)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
Bibliografia: Antifascisti nel casellario politico centrale, 18 voll., Roma 1988-1995, ad nomen; La Spagna nel nostro cuore. 1936-1939, Tre anni di storia da non dimenticare, Roma 1996, ad nomen.
Sitografia: Dictionnaire des militants anarchistes.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Domenico e Francesca Diana
Bibliografia
- 2003
Link esterni