​GNOCCHETTI, Ettore

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​GNOCCHETTI, Ettore

Date di esistenza

Luogo di nascita
Genzano
Data di nascita
October 31 1857
Luogo di morte
Roma

Biografia / Storia

Nasce a Genzano (RM) il 31 ottobre 1857 da Vincenzo e Camilla Gabbani, operaio-fabbro. Intriso di un rivoluzionarismo individualistico fa inizialmente parte della Federazione Operaia Socialista, nel febbraio del 1886 fonda un circolo anarchico che prenderà successivamente, nel momento della riorganizzazione del movimento, il nome di Circolo “XI novembre”. G. è uno dei protagonisti delle agitazioni di disoccupati romani nei difficili anni della crisi edilizia tra la fine del 1880 e gli inizi del nuovo decennio. Roma, infatti, vede lo sviluppo di un fiorente movimento anarchico che per almeno due anni mantiene il controllo sulle agitazioni per il lavoro. Il comizio di piazza Dante del 30 settembre 1888, con la partecipazione di circa 4.000 lavoratori, infatti, anziché segnare la riaffermazione dell’egemonia dei democratici segna la comparsa ufficiale degli anarchici come forza autonoma. Il comizio, promosso da alcune società operaie si conclude con l’approvazione all’unanimità di un odg presentato da G., Zolfanelli e Giovanetti in cui si fa riferimento alla rivoluzione sociale e alla inefficacia di ogni riforma parziale. Mentre si moltiplicano le manifestazioni di gruppi di disoccupati, il 7 febbraio è nominata una commissione con il compito di rivolgersi alle autorità per sollecitare nuovi lavori per far fronte al peggioramento della crisi; adunati in piazza S. Croce in Gerusalemme gli operai attendono i risultati della commissione, ma l’intervento di G., allora giovane anarchico di 28 anni, suona come un campanello di allarme. Riprendendo i temi del comizio di piazza Dante, G. denuncia l’inutilità “di quell’andare in giro a mendicare lavoro” e l’8 febbraio, quando la commissione arriva a rispondere del suo operato in piazza Cavour, di nuovo G. prende la parola incitando le masse a non farsi prendere in giro e a passare all’azione. La risposta è un lungo corteo che si indirizza verso il centro travolgendo polizia e protestando animatamente. Dagli “organizzatori dei moti dell’8 febbraio 1889”, scriverà F.S. Merlino, ci si attende molto e nonostante gli arresti seguiti a quei fatti il processo di riorganizzazioni pur tra lentezze procede. A partire dal 1890 G. si dedica, in stretta collaborazione con Pietro Calcagno, a gettare le basi per la costruzione della federazione anarchica. Viene inviato al Congresso di Capolago (4-6 gen. 1891) a rappresentanza degli anarchici romani. Tra le quattro risoluzioni di Capolago ve ne è una dedicata al 1° maggio inteso come momento di propaganda insurrezionale. In linea con quella risoluzione, durante un comizio a piazza Dante, il 19 marzo 1891, viene nominato, insieme ad Agostinucci, Calcagno e Scutilli, membro della commissione che si occupa dell’organizzazione della festa dei lavoratori. Il 1° maggio prende, quindi, parte ai “fatti di piazza S. Croce in Gerusalemme”. Dietro la bandiera della Federazione anarchica rivoluzionaria convengono circa 2.000 persone; il comizio romano, animato dalla presenza di Amilcare Cipriani, degenera in gravi disordini tra partecipanti e forze dell’ordine. Per la partecipazione a quegli avvenimenti, duramente repressi dalla polizia (un morto e centinaia di feriti tra i dimostranti) G. è condannato dalla Corte di appello di Roma, il 4 luglio 1892, a 19 mesi di reclusione. Colleziona altre brevi condanne, ma continua, inframmezzando periodi di carcere, la sua opera di propaganda. Sull’onda della repressione dei moti del dicembre in Sicilia contro il rincaro delle farine, a Roma si susseguono una serie di esplosioni di bombe presso Palazzo Montecitorio e al Ministero di Grazia e Giustizia e della Guerra, ma la maggioranza degli anarchici sono estranei a questi accadimenti. G. partecipa la sera del 7 gennaio 1894 a una riunione che si conclude a Trastevere, in via Lungaretta, con uno scontro con la polizia al grido di “evviva la rivoluzione, evviva l’anarchia”. Seguono nuove condanne. Nel settembre del 1898 viene arrestato a Capranica dopo l’assassinio a Ginevra dell’imperatrice d’Austria ma viene rilasciato e si da alla latitanza. Contro di lui è spiccato mandato di cattura e il 9 novembre è arrestato. Inviato al domicilio coatto a Orbetello, rimane in contatto con gli ambienti anarchici romani ed è Giuseppe Del Bravo a inviargli un vaglia, frutto di una festa al teatro Marcello organizzata per i “dodici coatti politici di Roma” da Stagnetti e Ceccarelli, così come risulta anche da un resoconto dell’«Avanti!». Rimesso in libertà inizia per lui un periodo di continui spostamenti tra Firenze, Pisa e Grosseto. La sorveglianza sugli anarchici si fa più stretta dopo l’assassinio di Umberto i il 29 luglio 1900 e G. è fatto pedinare. L’8 agosto viene, infatti, arrestato a Fiumicino per “associazione a delinquere”. Scarcerato il 17 settembre continua a essere vigilato. Nel novembre 1902 si reca in compagnia di un altro anarchico romano Spadea Pandolci a Genova per imbarcarsi verso il Brasile, ma fermati, vengono rinviati a Roma. G. riesce successivamente a partire per S. Paolo, nel dicembre, dove entra subito in contatto con altri anarchici. La sua età e la salute malferma lo separano progressivamente dalla militanza politica. Rientra in Italia, e continua la sua attività nel movimento anarchico. Nel 1908 è l’artefice di un opuscolo anticlericale distribuito clandestinamente a Roma dal titolo Le 3 P (il papa, i preti, i porci). Ben presto, però, dopo un primo ricovero nel novembre del 1912 al Fate Bene Fratelli, perché affetto da tbc, le sue precarie condizioni di salute peggiorano ulteriormente. Nel maggio del 1914 fa stampare e distribuire clandestinamente un opuscolo antimilitarista dal titolo Disonoriamo la guerra. In settembre è nuovamente ricoverato e il 13 ottobre muore a Roma presso l’ospedale S. Giovanni. (I. Del Biondo) 

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
 
Bibliografia: L. Cafagna, Anarchismo e socialismo a Roma negli anni della «febbre edilizia» e della crisi 1882-1891, «Movimento Operaio», set.-ott. 1952; E. Santarelli, Il socialismo anarchico in Italia, nuova ed. riv. e ampl. Milano 1973, ad indicem; P.C. Masini, Storia degli anarchici italiani. Da Bakunin a Malatesta, Milano, 1969, ad indicem

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Vincenzo e Camilla Gabbani

Bibliografia

2003

Collezione

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