GIROLIMETTI, Mario
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- GIROLIMETTI, Mario
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Senigallia
- Data di nascita
- February 17 1902
- Luogo di morte
- Santarcangelo di Romagna
Biografia / Storia
- Nasce a Senigallia (AN) il 17 febbraio 1902 da Ercole e Anna Franzi, meccanico, venditore ambulante. Nel 1912 insieme ai familiari si trasferisce a Santarcangelo di Romagna. Terzo di sei figli (dopo Maria e Natale), prima di approdare all’anarchismo, G., chiamato comunemente “Mario de Sdazarìn”, è un militante del neo-costituito PCdI. Per motivi di lavoro il 30 aprile 1924 emigra a Montbéliard in Francia, dove sono rifugiati diversi anarchici italiani, tra cui la sorella Maria. Due mesi dopo si trasferisce a Belfort, a pochi chilometri dal confine svizzero. L’11 settembre dell’anno seguente è condannato dal Tribunale di Belfort a tre mesi di reclusione e a un’ammenda per contrabbando di tabacco. Non avendo il denaro per pagarla, chiede che l’ammenda gli venga convertita in pena detentiva, per un totale di otto mesi di reclusione. Negli anni seguenti viaggia per motivi di lavoro tra Belgio e Lussemburgo. L’8 maggio 1931 è iscritto nella “Rubrica di frontiera” quale “sovversivo da fermare” e nel «Bollettino delle ricerche». Nel 1934 si trasferisce a Liegi, dove incontra diversi italiani antifascisti, tra i quali i suoi fratelli Ferruccio e Carlo (quest’ultimo, temutissimo dalle Autorità, è costantemente sorvegliato perché sospettato di preparare un attentato ai danni di Mussolini). Mantiene una condotta riservata per paura di incorrere in un decreto di espulsione. In seguito allo scoppio della Guerra Civile in Spagna, nel dicembre 1936 si arruola volontario nella milizia comunista antistalinista del poum, forte soprattutto in Catalogna (Ferruccio milita nella colonna anarchica della faib di Barcellona). Tre mesi dopo viene inviato ad Albacete, a ovest di Valencia, e aggregato alla compagnia italiana della 15ª Brigata Internazionale, qui dislocata. Successivamente viene trasferito a Mahora, addetto alla riparazione di armi, data la sua competenza di meccanico. Ai primi di marzo del 1937 riporta una profonda ferita alla gamba destra in uno scontro nelle retrovie di Morata di Tajuòa, a pochi chilometri da Madrid. Ricoverato nell’Ospedale dell’Università di Murcia e successivamente in quello di Albacete, viene dimesso il 24 aprile. Resta ad Albacete e qui è assegnato al servizio di aiuto tipografo per la stampa e la diffusione del giornale d’informazione delle Brigate Internazionali. Esce dalla Spagna il 17 gennaio 1938, desideroso di non sentir più parlare di guerra. L’esperienza spagnola segna anche il definitivo tramonto della sua adesione al comunismo (già da qualche tempo in crisi), in favore di un progressivo avvicinamento all’anarchismo. Ritorna in Belgio, a Flèmalle Haute, nei pressi di Liegi, e qui è assunto come impresario in una ditta di lavori in cemento. Nel frattempo le autorità belghe stanno avviando la pratica per un decreto di espulsione nei confronti di G., pertanto il 23 giugno è costretto a partire per la Francia. In settembre anche Carlo è colpito dallo stesso provvedimento giudiziario, ed è probabile che i due, una volta incontratisi, decidano per il rientro clandestino in Belgio, cosa che avviene in ottobre. Per contravvenzione alle regole sul decreto di espulsione viene arrestato a Jemeppe, nei pressi di Liegi, l’8 giugno 1939 ed è tradotto in carcere. Il 7 luglio seguente G. esce di prigione in virtù dell’amnistia ma viene accompagnato al confine con il Lussemburgo per via degli effetti del decreto di espulsione ancora in vigore (cesseranno dopo qualche mese). Rientra clandestinamente e si trasferisce prima a Eupen poi a Bruxelles. Il 20 agosto 1940 gli è negato il rinnovo del passaporto in seguito alla motivazione che da Roma giunge al Consolato italiano a Bruxelles: “il G. è un anarchico pericoloso ed un ex miliziano rosso, un irriducibile e pericoloso antifascista”. Il 17 settembre è rinchiuso nelle carceri di Bruxelles perché ritenuto pericoloso per l’ordine pubblico. Esce di prigione l’8 febbraio 1941. Arrestato dalla Gestapo a Bruxelles il 24 aprile (nella stessa retata vengono arrestati il fratello Ferruccio e l’anarchico Mario Giampaoli, nato ad Arcola in provincia di Spezia ed emigrato a Liegi), viene consegnato alle autorità di PS del Brennero e successivamente condotto nelle carceri di Forlì. Il 13 luglio seguente la Commissione provinciale per l’assegnazione al confino di polizia, condanna G. a quattro anni di confino politico da scontare nell’isola di Ventotene. Il 28 luglio 1943 è internato nel campo di concentramento di Renicci d’Anghiari (AR). Evade dal campo pochi giorni dopo l’8 settembre. Raggiunge tra mille difficoltà la Romagna e i suoi familiari. Ritornato a Santarcangelo insieme ai fratelli Carlo, Ferruccio e altri antifascisti del luogo costituisce uno dei primi nuclei di Resistenza armata contro i nazifascisti Muore a S. Arcangelo di Romagna il 16 giugno 1982. (L. Febo)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
Bibliografia: P. Zaghini, L’emigrazione politica nel riminese (1920-1940), in Antifascisti romagnoli in esilio, Firenze 1983; U. Tommasini, L’anarchico triestino, a cura di C. Venza, Milano 1984; G. Fucci-S. Baldazzi, La notte delle bandierine rosse. Vita a Santarcangelo tra fascismo e antifascismo 1919-1943, Santarcangelo, 1994, ad indicem.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Ercole e Anna Franzi
Bibliografia
- 2003