GIROLIMETTI, Ferruccio
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- GIROLIMETTI, Ferruccio
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Senigallia
- Data di nascita
- March 24 1909
Biografia / Storia
- Nasce a Senigallia (AN) il 24 marzo 1909 da Ercole e Anna Franzi, venditore ambulante, mo-saicista. Dalle Marche la sua famiglia si trasferisce a Santarcangelo di Romagna quando G. ha solo tre anni e mezzo di età. La famiglia G. è di tradizione sovversive e antifascista, partecipe agli eventi della cittadina romagnola, nota nel circondario di Rimini per il suo antagonismo al fascismo. G., chiamato comunemente “Ferruccio de Sdazarìn”, è il più giovane dei sei fratelli. La polizia lo descrive come un individuo di “scarsa cultura ma di brillante intelligenza”. Costretto dalle condizioni politiche e pronto a seguire il destino dei fratelli già rifugiati all’estero, il 31 agosto 1934 emigra a Grasse, in Francia, dove viene accolto dall’anarchico Domenico Nanni, convivente di sua sorella Felicita. Nel frattempo le autorità italiane inseriscono il suo nome nella “Rubrica di frontiera” e nel «Bollettino delle ricerche» con un’annotazione (di rito) affinché si applichi una rigorosa “perquisizione e la segnalazione” in caso di rientro in Italia. Si trasferisce per motivi di lavoro a Nizza, poi a Marsiglia dove, grazie all’aiuto degli anarchici Edoardo Angeli, detto “Dino”, e Celso Persici, viene assunto pres-so una società cooperativa di costruzioni e decorazioni di mosaici. In una lettera al fratello Carlo (residente in Belgio) G. delinea il suo concetto dell’anarchia: “Non impongo la mia ragione, poiché so che una ragione anche che sia verità, se è imposta perde metà del suo valore. Per me la verità non va imposta, ma liberamente accettata o discussa. Questa è la mia idea; il mio anarchismo”. Deciso a scegliere “una vita più semplice” in Africa, decide di prendere la nave per Orano (Quahran), in Algeria. Giunto a destinazione è assunto come cementista in una ditta di costruzioni edili. Nel luglio 1935 lascia l’Algeria (con tappa a Marsiglia) per il Belgio, a Liegi, dove trova l’accoglienza del fratello Carlo. Nella città belga G. svolge la professione di mosaicista ma nell’agosto 1936, ottenuto un lasciapassare dalle autorità di Bruxelles, decide di partire per la Spagna, in seguito allo scoppio della Guerra Civile. Anche Carlo lo segue nel viaggio ma è respinto al confine spagnolo essendo privo del necessario lasciapassare. Dopo due tappe, una a Parigi e l’altra Marsiglia, il 23 settembre G. è in territorio spagnolo. A Barcellona si arruola, assumendo il nome di battaglia “Mario Bordoni”, nella Colonna “Ascaso” cnt-faib. Il 21 ottobre è inviato sul fronte di Huesca a combattere la battaglia di Almudévar, a nord-est di Saragozza. Ritorna in Aragona dopo un incarico di spio-naggio affidatogli ai danni dei reparti comunisti a Barcellona. Il 10 aprile 1937 resta gravemente ferito alla spalla destra sul fronte di Lerida, in seguito a uno scontro tra alcuni reparti anarchici e comunisti stalinisti sorto dopo la scoperta dell’opera d’intercettazione di segnalazione sema-forica a lui stesso affidata ai danni dei comunisti. Il giornale anarchico «Il Risveglio» dà notizia dell’episodio e cita del ferimento di G. durante la sua attività. Viene medicato nell’ospedale di Lerida e successivamente in quello di Tarragona, a sud-ovest di Barcellona dove viene dimesso due mesi dopo. In agosto esce dalla Spagna per recarsi a Grasse dalla sorella Felicia. Il 4 settembre anche Carlo, rientrato da Parigi, si unisce a loro. Ritornato a Barcellona lavora come autista fino al maggio seguente, quando abbandona definitivamente la Spagna per rifugiarsi a Marsiglia dove lavora in un primo tempo a Bandol poi a Aubagne come mosaicista. In maggio fugge a Liegi perché ricercato dalla polizia francese in seguito a una condanna emessa dal Tribunale di Metz di un mese di carcere e un multa per vendita illecita. Cresce l’allarme delle autorità di polizia attorno a G., indicato come probabile sovversivo “disposto a tutto”, anche a offrirsi come “manovalanza” per azioni terroristiche. Arrestato dalla Gestapo a Bruxelles il 24 aprile 1941 viene consegnato alle autorità di ps del Brennero e rinchiuso nelle carceri di Vipiteno. Successivamente condotto nelle carceri di Forlì, il 19 giugno viene condannato a cinque anni di confino da scontare nell’isola di Ventotene. Il 29 agosto 1943 G. è internato nel campo di concentramento di Renicci d’Anghiari (AR), dove ha l’opportunità di rivedere i fratelli Mario e Carlo. Evade dal campo pochi giorni dopo l’8 settembre, ma è ripreso e di nuovo tradotto a Ventotene. Qualche settimana dopo, durante il viaggio di trasferimento alle carceri di Roma, riesce a eludere la sorveglianza delle guardie e a fuggire. Viene arrestato in provincia di Arezzo ma il 7 dicembre seguente viene liberato e con un foglio di via obbligatorio è condotto a Castelfranco Emilia. Ritornato a Santarcangelo insieme ai fratelli Carlo, Mario e altri antifascisti del luogo, costituisce uno dei primi nuclei di Resistenza armata contro i nazifascisti. Dopo la conclusione della guerra partecipa come delegato del gruppo anarchico “C. Berneri” di Santarcangelo al Convegno interregionale di Milano della Federazione Comunista Libertaria dell’Alta Italia del 23-25 giugno e poi al Congresso nazionale della Federazione Anarchica Italiana di Carrara del 15-19 settembre 1945. Muore nel giugno 1968. (L. Febo)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
Bibliografia: P. Zaghini, L’emigrazione politica nel riminese (1920-1940), in Antifascisti romagnoli in esilio, Firenze 1983, pp.421, 438-439; G. Fucci-S. Baldazzi, La notte delle bandierine rosse. Vita a Santarcangelo tra fascismo e antifascismo 1919-1943, Santarcangelo 1994, ad indicem.
Sitografia: ancientfaces
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Ercole e Anna Franzi
Bibliografia
- 2015
Link esterni