GIORNI, Secondo Francesco
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- GIORNI, Secondo Francesco
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Sansepolcro
- Data di nascita
- September 19 1885
Biografia / Storia
- Nasce a Sansepolcro (AR) il 19 settembre 1885 da Bernardo e Geltrude Novembri. Terminate le scuole elementari si trasferisce con la famiglia a San Giovanni Valdarno. Operaio autodidatta e pubblicista, abbraccia in giovanissima età le idee socialiste e sindacaliste rivoluzionarie per approdare poi all’anarchismo, salvo rientrare più tardi ancora nei ranghi del partito socialista in esilio. La polizia lo iscrive al Casellario politico centrale dei sovversivi fin dal 1905 quando, per alcuni mesi, esercita la funzione di segretario in una sezione socialista a Marsiglia, città in cui si trova emigrato per lavorare come operaio verniciatore. Rientrato in Valdarno partecipa come delegato al congresso giovanile nazionale socialista di Firenze del febbraio 1907 e qui interviene nella di-scussione proponendo e facendo approvare una mozione sull’anticlericalismo; nel 1910 tiene comizi antimilitaristi nella stessa zona mineraria nell’ambito della campagna contro le compagnie di disciplina. L’anno successivo risiede per brevi periodi prima a Parigi, poi a Torino e infine a Bologna. Nel capoluogo piemontese concretizza il suo interesse per il movimento neomalthusiano con la pubblicazione de L’Arte di non far figli per la quale viene subito incriminato per il reato previsto dall’art. 339 del cp, poi clamorosamente assolto in un processo per oltraggio al pudore (Tribunale di Torino, 10 apr. 1913). La produzione “neomalthusiana” di G. comprende tre opere pubblicate dal 1911 al 1921 e varie relazioni a conferenze patrocinate dalla Associazione Razionalista fiorentina. L’Arte di non far figli è davvero un bestseller dell’epoca visto che in 10 anni raggiunge ben sette edizioni (le prime hanno come editore lo stesso autore, mentre le altre, come gli scritti successivi, sono pubblicati dalla Società Editoriale Neo-Malthusiana di Firenze), per una tiratura complessiva di 85.000 copie! In 64 pagine contiene le descrizioni dei metodi antifecondativi all’epoca consigliati o anche di quelli sconsigliati. A Bologna diventa segretario della Lega Cementisti aderente alla locale Camera del lavoro sindacalista-rivoluzionaria e membro del Comitato pro-vittime politiche. Scrive sulle testate di tendenza più importanti fra cui «L’Azione sindacale», «L’Agitatore» e «L’Alleanza libertaria». Nel 1912, maturata ormai la rottura con il PSI, continua la sua attività nei gruppi anarchici bolognesi; è presente a Modena al congresso di fondazione dell’USI. Rientra ancora a San Giovanni dove, da esponente dell’Unione Anarchica Valdarnese (gruppo “P. Gori”) partecipa al vivace dibattito politico locale prendendo posizione a favore delle correnti “comunista’” e “sindacalista” dell’anarchismo, pronunciandosi per l’espulsione di quei militanti che avevano manifestato l’intenzione di votare socialista alle elezioni del 1913. Segue un’accesa discussione per approvare il patto associativo dell’Unione nel corso della quale si superano le ultime resistenze degli individualisti rappresentati da Giuseppe Brogi. Il progetto, elaborato da G., è approvato a larga maggioranza. Esso concerne programma politico, quota sociale, nomina di segretario, cassiere ecc. I pochi con-trari al principio di organizzazione accusano i proponenti di voler “formare un gruppo sindacalista”. Tale è la fama e la fiducia che G. si guadagna nel movimento che ritroviamo il suo nome fra i dodici relatori designati per il Congresso Comunista-Anarchico Italiano che avrebbe dovuto svolgersi a Firenze l’8 agosto 1914, ma che non si tiene a causa dello scoppio della guerra. Questo il punto sei dell’ordine del giorno della mancata assise nazionale: “Congresso Anarchico Internazionale, relatore Secondo Giorni di San Giovanni Valdarno”. Collabora in questo periodo con Malatesta, Borghi e Sassi. Durante la guerra è chiamato alla visita insieme ai riformati della sua classe e, dichiarato abile, è assegnato ai primi del 1916 al 3° Genio in Firenze. Ottiene un lungo periodo di convalescenza e, rientrato al corpo, decide di disertare e, colpito da mandato di cattura emesso dal tribunale militare di Milano, di rifugiarsi in Svizzera. Da Zurigo, dove frequenta l’ambiente cosmopolita e assai stimolante degli artisti e degli scrittori dell’avanguardia, invia articoli antimilitaristi alla stampa socialista e anarchica. La sua presenza è segnalata per una breve periodo in Germania; da qui viene espulso quale “agente della pro-paganda bolscevica”. Rientra in Italia nel 1919 beneficiando dell’amnistia. Si stabilisce a Firenze dove apre una libreria “neomalthusiana” e la polizia – già assidua nelle perquisizioni domiciliari – annota: “Milita nel campo anarchico e predilige in modo speciale la compagnia degli anarchici fra i quali ha una discreta influenza sia nel Regno che all’estero. Parla e scrive correttamente il francese ed è lettore assiduo di dottrine e di opuscoli sovversivi. È in relazione con gli organi dirigenti dei partiti sovversivi”. L’anno successivo si sposa con la fiorentina Maria Paci e rientra a San Giovanni Valdarno impiegandosi come operaio nella locale ferriera. Perseguitato dai fascisti, si trova obbligato a espatriare in Francia nel 1925. Assunto come bracciante delle ferrovie, si stabilisce definitivamente a Nizza. Considerato dalle autorità consolari come “uno dei maggiori esponenti dell’antifascismo locale” e “ammiratore di Schirru e di tutti gli individui dediti alla vio-lenza contro i gerarchi fascisti”, ricopre le cariche di segretario del Club franco-italiano nizzardo e della locale Federazione della LIDU. In questa ve-ste intrattiene stretti rapporti con Pietro Nenni, Sandro Pertini, Carlo Rosselli, Silvio Trentin e Giuseppe Saragat. Nel 1930 chiede invano di es-sere naturalizzato francese e gli viene anche negato il visto sul passaporto per recarsi in Spagna. Continua a essere iscritto nel «Bollettino delle Ricerche» del Ministero dell’Interno italiano per essere arrestato in caso di rimpatrio. Nel 1934 risulta aderente a GL e coinvolto nell’attività di propaganda clandestina per l’introduzione in Italia di materiali a stampa. Allo scoppio della Guerra Civile spagnola si fa promotore di un comitato di solidarietà a livello regionale. Nel 1939 risulta ancora iscritto dalla polizia italiana nella “Rubrica di frontiera”, sempre con la dizione “da arrestare”, quale dirigente del PSU. L’ultima segnalazione circa la sua presenza in Francia porta la data del 12 aprile 1942. S’ignorano data e luogo di morte. (G. Sacchetti)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio di Stato Torino, Tribunale Penale 1913, b. n. 1059, Processo c/ Giorni Secondo et altri.
Bibliografia: scritti di G.: L’Arte di non far figli: neomalthusianismo pratico, San Giovanni Valdarno 1911 (3. Ed.); Come si prepara la classe del 1916: il neo-malthusianismo e la guerra tra le nazioni, Firenze 1916; Preservativi sessuali ed antifecondativi: loro uso, loro valore pratico, loro pericoli, secondo i dati più recenti della scienza medica, Firenze 1921. Scritti su G.: L. Fabbri, Generazione cosciente. Appunti sul neo-malthusianesimo, Firenze 1914; M. Antonioli, Il movimento anarchico nel 1914, «Storia e politica», Milano, n. 2, 1973; G. Sacchetti, Sovversivi in Toscana (1900-1919), Todi 1983, ad indicem; Id., Secondo Giorni / Un valdarnese ‘divulgatore’ di Malthus, «Notiziario turistico», Arezzo, n. 108/1985; G. Sacchetti, Il preservativo del nonno,«A-Rivista anarchica», apr. 1998.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Bernardo e Geltrude Novembri
Bibliografia
- 2003