GINNASI, Francesco
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- GINNASI, Francesco
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Imola
- Data di nascita
- February 14 1859
- Luogo di morte
- Medicina
Biografia / Storia
- Nasce a Imola (BO) il 14 febbraio 1859 da Giovanni e Giuseppina Cantua, medico. La famiglia dei conti Ginnasi, pur ricca d’illustri ascendenti, non possedeva il dono dell’amministrazione razionale delle proprie doti, sia materiali, sia umane. G. riceve, infatti, un’educazione modesta e in disaccordo col padre (che lo vorrebbe amministratore dei poderi di famiglia) gira l’Italia nel vano tentativo di entrare in una facoltà di medicina, essendo sprovvisto dei necessari titoli scolastici. Dopo aver soggiornato brevemente a Bologna e a Roma (dove prova anche la stra-da del commercio dei vini dei castelli) nel 1875 si ferma a Napoli, decidendo di conseguire in poco tempo la licenza liceale. Ma a quel punto si rivela in G. un’altra caratteristica di famiglia, cioè quella passione politica che già aveva condotto il fratello Alessandro tra i garibaldini della battaglia di Bezzecca e il cugino Giuseppe (del ramo toscano) a morire giovanissimo nella battaglia di Curtatone del 1848. Studente fuori sede nella città partenopea, G. si ritrova a convivere con E. Malatesta: entra nel giro degli internazionalisti stringendo rapporti con Emilio Covelli, Pietro Cesare Ceccarelli, Florido Matteucci, Giovanni Buonfantini, Luigi Alvino e altri; diviene amico di Carlo Cafiero e si stabilisce nella sua villa. Nel 1877 è tra gli organizzatori del moto di Benevento: si reca a Nisida e a Procida dove convince i romagnoli confinati in domicilio coatto a partecipare al progetto insurrezionale. Ma all’ultimo momento gli studenti della Scuola di Marineria (che dovevano garantire il trasporto) si ritirano e il piano d’evasione fallisce. G. si unisce, comunque, alla “Banda del Matese”. Dopo gli episodi di Letino e Gallo, gli insorti sentono stringersi inesorabilmente l’accerchiamento e nei pressi di Piedimonte D’Alife spediscono G. con due compagni in ricognizione: nel paese i soldati, che li avevano preceduti, stanno riposando in chiesa, mentre le armi giacciono raccolte sulla pubblica piazza: sarebbe facile im-padronirsene cogliendo di sorpresa le sentinelle presenti, ma una sparatoria coinvolgerebbe anche i numerosi curiosi che erano convenuti sulla piazza. Si decide di non rischiare la vita della popolazione e di cambiare direzione. Nel precipitoso ripiegamento che precede la cattura, il giovane G. fatica a tenere il passo a causa della fame e del tempo impietoso tanto che chiede ai compagni, per non essere di peso, di essere fucilato. Dopo le note vicende carcerarie e processuali, dei nove imolesi che avevano fatto parte della banda il solo G. è ammonito. Per sottrarsi alla stretta sorveglianza, si reca nel 1878 a Milano (da dove invia sotto falso nome, secondo la polizia, una missiva a Passannante poco dopo l’attentato), e si stabilisce infine a Ginevra. L’anno successivo vi giunge anche Malatesta; i due convivono, frequentando attivamente l’ambiente dei rifugiati politici. Nel 1879 viene distribuito un manifesto inneggiante a Passannante e al suo gesto: G. e Malatesta, accusati dalle autorità di esserne i principali autori sono espulsi insieme a Luigi Mercatalli di Alfonsine, Sebastiano Casadio (detto “Cavina”) di Faenza e agli imolesi Vito Solieri e Alfonso Danesi. Rifugiatosi a Parigi presso lo zio Raffaele (ex diplomatico papale), si fa dare il denaro per iscriversi all’Università di Cadice, dove però non riesce ad ambientarsi. Inizia una peregrinazione che lo porta in breve a Madrid, Siviglia e Marsiglia; ritorna in bicicletta a Parigi e infine giunge a Bruxelles, dove grazie a Malatesta conosce il leader socialista legalitario De Paepe che l’aiuta a iscriversi all’Università belga. Nel 1881 viene spiccato nei suoi confronti un mandato d’arresto da parte dello Stato italiano per renitenza alla leva. Si trasferisce a Londra e frequenta l’ambiente dei rifugiati politici, entrando in rapporti con Kropotkin. Prevedendo un futuro senza sbocchi, G. si presenta con una lettera di Kropotkin a New York presso un noto medico russo, il nichilista Papoff, che riesce a farlo iscrivere all’università locale. Si laurea nel 1884 a 25 anni nonostante l’intensa militanza rivoluzionaria; si specializza come ostetrico trasferendosi poi a Saint Louis dove, tra il 1886 e il 1887, accumula un discreto capitale. Torna a Londra per due anni con lo scopo di perfezionarsi, e nell’ambiente politico frequenta F.S. Merlino e Paolo Valera. Di nuovo a New York nel 1889, raggiunge il successo professionale e ricopre incarichi in varie associazioni ed istituzioni cittadine. Nel 1919 ritorna in Italia stabilendosi presso i possedimenti familiari di Imola e Medicina. L’anno successivo Malatesta, presente a Imola per un comizio, desidera rivederlo ma non riesce a rintracciarlo. Secondo alcune testimonianze G. si trasferisce nuovamente in America a causa delle temute persecuzioni fasciste. Continua per alcuni anni ad alternare il proprio domicilio tra gli Stati Uniti e Medicina, dove si stabilisce definitivamente dedicandosi per il resto della sua vita agli esperimenti colturali. Quest’ultima attività è l’unico motivo di discussione con i contadini dei poderi, che per il resto lo ricordano come una persona semplice nel vestire e nei modi, soprattutto generoso e disinteressato nella gestione dei suoi possedimenti. Rimane di tendenze politiche progressiste e ricorda con trasporto sentimentale gli ideali politici della giovinezza. Muore a Medicina il 26 novembre 1943; secondo quanto aveva stabilito, le sue ceneri vengono sparse sulla terra da lui coltivata e i suoi averi vengono suddivisi tra i coloni e il Comune di Imola. (T. Marabini – R. Zani)
Fonti
- Fonti: Sezione Archivio di Stato Imola, Gabinetto Sotto-Prefettura.
Bibliografia: Scritti di G.: Storia della famiglia Ginnasi, Imola 1931. Scritti su G: R. Galli, Il lascito del conte Francesco Ginnasi al Comune di Imola, «Voce di Romagna», Imola, 5 mar. e 12 mar. 1944; Id., Il moto di Benevento e il Conte Francesco Ginnasi, «Movimento Operaio», gen.-feb. 1952; P.C. Masini, Gli Internazionalisti. La Banda del Matese (1876-1878), Milano, 1958, ad indicem; P. Bassi, Anarchici d’altri tempi - Francesco Ginnasi, «Umanità nova», 30 mar. 1958; Il movimento operaio italiano. Dizionario biografico, a cura di F. Andreucci e T. Detti, Roma, 1976-1979, ad nomen; G. Galzerano, Giovanni Passannante, Casalvelino Scalo 1997, ad indicem.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Giovanni e Giuseppina Cantua
Bibliografia
- 2003