​GIGLI, Vincenzo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​GIGLI, Vincenzo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Jesi
Data di nascita
November 29 1863
Luogo di morte
Jesi

Biografia / Storia

Nasce a Jesi (AN) il 29 novembre 1863 da Savino e Artemisia Barocci, orefice. Nel 1886-87 viene condannato dal pretore di Roma per truffa e ferimento, nondimeno è con il processo dell’estate 1891 al gruppo libertario di Jesi che il suo nome viene associato per la prima volta all’anarchismo. In particolare, l’accusa lo crede diretto responsabile della bomba esplosa l’8 maggio sotto l’abitazione di un delegato di polizia, ma infine G. – che pure rivendicherà più tardi la parternità dell’azione – è assolto. Individualista, risiede a Loreto, non partecipa a manifestazioni e declina il suo impegno politico organizzando incontri privati con gli altri libertari della zona: “G. riuniva i compagni in qualche osteria, col pretesto di bere, e quivi non faceva altro che parlare di anarchia glorificandone le massime e gli individui che per essa erano caduti sul patibolo o si trovavano nelle prigioni” (deleg. PS di Loreto, 22 ago. 1894). Nell’estate 1894 si vede più volte con L. Fabbri e il socialista Gabriele Galantara a Porto Recanati; la coeva proposta di inviarlo al domicilio coatto non viene accolta dalla apposita commissione provinciale. Nel 1896 va a dimorare a Fiume, dove si accosta ad alcuni sovversivi e viene perciò espulso (apr. 1897). Dopo un breve periodo trascorso a Macerata, torna a Loreto e qui, il 2 marzo 1913, ospita un incontro fra gli anarchici locali, quelli di Ancona e quelli di Osimo al fine di dare vita a una cassa di mutuo soccorso per libertari. Durante la Grande Guerra, parte alla volta di Cervignano al seguito di una squadra di operai selezionati dalla cdl jesina per svolgere lavori presso quel genio militare (mag. 1916), ma le autorità lo rinviano immediatamente a Loreto per ragioni di sicurezza. Invero, il suo sovversivismo si è stemperato già da tempo; negli anni seguenti G. si rende autore di minacce a mano armata e di oltraggio a guardie, reati non riconducibili alla fede politica. Nell’agosto 1940 è radiato dall’elenco degli schedati. Muore a Jesi l’8 maggio 1943. (R. Giulianelli)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio di Stato Ancona, Questura, Anarchici, b. 12, ad nomen; ivi, Sorvegliati politici 1900-1943, b. 50b, ad nomen.
 
Bibliografia: A. Cascia, P.R. Fanesi, Storie di Jesi sovversiva, Ancona 1995, pp. 15-16.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Savino e Artemisia Barocci

Bibliografia

2003

Persona

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