GIARDINI, Augusto
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- GIARDINI, Augusto
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Ancona
- Data di nascita
- July 28 1878
- Luogo di morte
- Terni
Biografia / Storia
- Nasce ad Ancona il 28 luglio 1878 da Enrico e Fortunata Recaneschi. Perso il padre, pescivendolo, si diploma dapprima all’Istituto Tecnico, poi – grazie a “un amore sconfinato per lo studio” – consegue la maturità classica e si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Macerata, dove si laurea nel luglio 1900. “Per sopperire ai bisogni della famiglia” dà lezioni private e in seguito si impiega come commesso nello studio dell’avv. Alfredo Angelucci che, con Gori e Merlino, difenderà Malatesta e compagni al processo di Ancona nell’aprile-maggio 1898. Inizialmente socialista e collaboratore dell’«Avanti!», si avvicina al movimento anarchico per influsso di alcuni “noti settari”, tra cui Rodolfo Felicioli, Alfredo Baiocchi e Alberico Angelozzi, diventato nel frattempo compagno della madre, morta poi di parto. Ma – secondo la prefettura di Ancona – “l’ultimo che lo persuase a staccarsi dal gruppo socialista fu il Malatesta, quando questo stabilitosi per qualche tempo in Ancona, poté fare quella propaganda che tolse centinaia di affiliati agli altri partiti”. Tuttavia, già alla fine del 1896 G. è processato per appartenenza alla “disciolta associazione anarchica Nuova Concordia” senza però subire condanne. Considerato “largamente dotato” di ingegno, è particolarmente te-muto per il credito che riscuote nell’opinione pubblica “per la sua buona condotta morale e soprattutto per i sacrifizi a cui si sottopone pel mantenimento ed educazione dei due suoi germani”. Dopo l’arresto e il rinvio a giudizio per asso-ciazione a delinquere di Malatesta, Felicioli, Baiocchi e Adelmo Smorti, agli inizi del 1898, G. diventa uno degli anarchici più influenti di Ancona e, secondo informazioni provenienti da un agente infiltrato a Parigi nell’ambiente dei fuorusciti, sembra aver sostituito Smorti nell’attività di promozione sia del periodico «L’Agitazione» sia dei gruppi locali. L’Almanacco socialista anarchico, uscito agli inizi del 1905, scriverà: “Alla retata sfuggì Giardini [...] e perciò su Giardini, quasi esclusivamente rimase il carico della Agitazione, redazione e amministrazione”. Nel marzo 1898 G. firma, con molti altri anarchici anconetani, l’appello Al popolo italiano! apparso nel supplemento straordinario de «L’Agitazione» (31 mar. 1898). Durante il processo contro Malatesta e compagni, è sicuramente G. l’“incaricato speciale” che fornisce a L. Fabbri parte del materiale per redigere il resoconto per «L’Agitazione». Alla ripresa de «L’Agitazione», nel marzo 1900 (le pubblicazioni erano state sospese nel maggio 1898), G. ne diventa, con Angelozzi, l’animatore con lo pseudonimo di “gh”, già usato in precedenza. Arrestato nell’aprile, riesce a laurearsi in luglio e viene poi condannato in appello a 18 mesi per associazione sediziosa. Scarcerato il 30 giugno 1902, G. riprende la sua “pericolosa propaganda”. Tiene conferenze, collabora a «L’Avvenire sociale» di Messina e a «L’Agitazione» di Roma, mantiene rapporti epistolari con Malatesta e con altri fuorusciti, è in contatto con Gori e soprattutto con gli anarchici romani. Nel 1906-07 è tra i promotori del settimanale «La Vita operaia». Nel settembre 1907, dopo il congresso internazionale anarchico di Amsterdam, Virgilio, la nota spia posta a sorveglianza di Ma-latesta a Londra, riferisce del ritorno nella capitale britannica da un giro in Italia di Romeo Tombolesi, secondo il quale “bisogna fare grande affidamento sull’avvocato Giardini” soprattutto in vista di alleanze con gli altri partiti sovversivi. Particolarmente impegnato come oratore nelle diverse circostanze (1° maggio, manifestazioni anticlericali e di propaganda, commemorazioni di Bruno, di Ferrer, di Gori, ecc.), funge da avvocato degli anarchici che difende in numerosi processi. Tuttavia, agli inizi del 1908 ben 29 anarchici anconetani lo attaccano sulle colonne de «La Gioventù libertaria» (Dall’Italia libertaria, 23 feb. 1908) per avere assunto, come avvocato, le funzioni di Parte civile, e invitano i compagni a “ripudiarlo”. A Zavattero che, ne «La Pietra infernale» (Liquidazione, 1-16 mar. 1908), condanna il silenzio dei redattori de «La Vita operaia», Angelozzi e Smorti rispondono adducendo la ormai totale estraneità di G. rispetto al movimento anarchico. In realtà, pochi mesi dopo, in corrispondenze e sottoscrizioni apparse ne «L’Alleanza libertaria», viene ancora definito “compagno” e partecipa a comizi e iniziative pubbliche. Nel 1913 è segnalato come collaboratore di «Volontà», anche se non si rintracciano articoli riconducibili a lui. Dopo la Settimana rossa la polizia ritiene che, nonostante un coinvolgimento apparentemente minore, sia “la mente direttiva del partito anarchico di Ancona e provincia” e che soprattutto dopo “la scomparsa del Malatesta”, al quale era stato “largo di consigli e anche di aiuti pecuniari”, abbia ripreso la guida del movimento, assumendo “un contegno battagliero” e “tornando a capeggiare le masse nelle pubbliche manifestazioni”. Per «Volontà», invece, “è noto che Augusto Giardini [...] è da anni fuori del movimento anarchico e dei nostri gruppi” (Note anconetane, «Volontà», 25 lug. 1914). Attivo nella campagna pro vittime politiche, fa parte del collegio di difesa di Malatesta e compagni al processo dell’Aquila per i fatti insurrezionali di Ancona. Nel 1917 è nominato ufficiale della Milizia territoriale ed è congedato nel febbraio 1919. Nell’immediato dopoguerra, per quanto continuamente vigilato, sembra aver acquistato “vive simpatie per l’azione svolta in organizzazioni e comitati di carettere filantropico”. Per quanto ancora abbonato nel 1926 alla rivista malatestiana «Pensiero e volontà», dimostra simpatia per il regime fascista. Ancora nel 1928, tuttavia, mancando la certezza della sincerità della “sua apparente conversione”, è vigilato e continerà a esserlo fino alla morte, avvenuta a Terni il 14 aprile 1933. (M. Antonioli)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Enrico e Fortunata Recaneschi
Bibliografia
- 2003