GIAMMATTEI, Emilio
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- GIAMMATTEI, Emilio
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Livorno
- Data di nascita
- September 29 1864
- Luogo di morte
- Livorno
Biografia / Storia
- Nasce a Livorno il 29 settembre 1864 da Francesco e Maria Santorelli o Santinelli, aggiustatore meccanico. Viene schedato dal prefetto di Genova il 3 marzo 1911. Nello stesso anno G. sottoscrive per la pubblicazione del giornale «Il Demolitore», che dovrebbe uscire a Sampierdarena, e nel 1919 torna a Livorno, da dove emigra clandestinamente in Francia. Per qualche tempo risiede a Parigi, poi, il 2 luglio 1925, è segnalato nelle vicinanze di Marsiglia, a La Seyne-sur-Mer. Qui, nel settembre del 1926, malgrado “l’età avanzata”, è uno dei più ardenti anarchici del dipartimento. Propagandista attivissimo, è il maggior esponente del gruppo individualista di La Seyne ed è “amicissimo dello Schicchi, col quale s’incontra di sovente, recandosi a trovarlo alla Ciotat”. È pure legato ai compagni di fede, residenti a Nizza, dove – segnalano i fascisti il 19 novembre – avrebbe dimorato Gino Lucetti, l’anarchico di Carrara, che ha attentato alla vita di Mussolini. Sono ragioni più che sufficienti perché venga esercitata su di lui la “possibile conveniente vigilanza”. Il 4 marzo 1927 G. si reca a Tolone per assistere al processo al compagno di ideali Alfonso Bendinelli, denunciato per porto di pugnale e minacce allo chauffeur del Consolato, e nei giorni seguenti raccoglie le sottoscrizioni a favore del giornale «La Diana» di Parigi, diretto da Schicchi. Il 2 maggio 1927 interviene alla conferenza, che Sébastien Faure tiene a La Ciotat. In giugno G. si occupa della propaganda libertaria a Marsiglia e dell’agitazione in favore di Sacco e Vanzetti. Il 26 settembre il Ministero dell’Interno ordina al Consolato di Marsiglia di segnalarlo tempestivamente, qualora decidesse di rimpatriare, e il 20 gennaio 1928 i diplomatici rispondono che G. viene vigilato “nei limiti del possibile”. Il 1° marzo le autorità labroniche ne chiedono l’iscrizione nel «Bollettino delle ricerche» per il fermo e il 14 marzo 1931 il Consolato di Marsiglia informa le Autorità centrali che G. è a La Seyne e che nutre ancora idee anarchiche, anche se non svolge una “particolare attività”. Muore a Livorno il 3 giugno 1933. (F. Bucci – A. Tozzi)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Francesco e Maria Santorelli o Santinelli
Bibliografia
- 2003