GIALLUCA, Giuseppe
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- GIALLUCA, Giuseppe
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Pescara
- Data di nascita
- March 19 1901
- Luogo di morte
- Pescara
Biografia / Storia
- Nasce a Castellammare Adriatico (ora Pescara) il 19 marzo 1901 da Alderico e Giovina De Amicis, meccanico. Militante comunista, lavora nelle ferrovie e partecipa allo sciopero generale “legalitario” dell’agosto 1922, ultimo tentativo del proletariato italiano di bloccare l’ascesa del fascismo. Licenziato per rappresaglia nel 1923, fa il fabbro ferraio, insieme al fratello Renato e all’ex ferroviere Antonio Colucci, sino alla seconda metà del 1928, quando emigra clan-destinamente in Francia, stabilendosi a La Ciotat, dove si lega agli anarchici Giulio Bacconi, Adarco Giannini, Dario Castellani, Fosca Corsinovi e Giovanni Dupuy e diventa uno degli esponenti del movimento libertario locale. Il 28 novembre 1928 la sua casa di Pescara viene messa sottosopra dalla forza pubblica, che sequestra numerose stampe sovversive, ricevute da G. e dai suoi fratelli. L’8 maggio 1929 G. è colpito da mandato di cattura per espatrio clandestino e il 22 maggio è iscritto nel «Bollettino delle ricerche». Alla fine dell’anno si trasferisce a Parigi, dove aderisce al gruppo anarchico, che pubblica il giornale «Fede!». Schedato il 21 marzo 1930, è oggetto, il 3 ottobre dello stesso anno, di una lettera, con la quale la Prefettura di Pescara informa il Ministero dell’Interno di aver “sempre mantenuto nei confronti di tutti i componenti la famiglia di detti fuorusciti rigorosissima riservata vigilanza, ed ha provveduto acché la corrispondenza da e per la Francia ad essi indirizzata e da essi diretta fosse opportunamente revisionata”. Nel maggio 1931 G. si allontana improvvisamente dalla capitale francese, mettendo in allarme il capo della polizia fascista, che ordina ai prefetti di procedere senz’altro al suo arresto, qualora rimpatriasse o fosse già rimpatriato, trattandosi di “individuo capace compiere atti violenti per suo odio contro fascismo et personalità Regime”. Il 17 agosto G. arriva a Barcellona, dove rimane sino a dicembre, frequentando gli anarchici catalani e italiani e prendendo parte alle manifestazioni sovversive. Tornato in Francia e colpito, nel 1933, da “refoulement”, lavora per la Librairie moderne di Parigi, prima di spostarsi a Nantes, dove si dedica al piccolo commercio di oggetti di cancelleria e libri. All’inizio del 1935 è vittima dell’ondata di espulsioni, che si abbatte sugli antifascisti italiani, esuli in Francia, e in primavera viene arrestato per inosservanza del decreto. In seguito prende parte, insieme a Italo Ragni, Onofrio e Ribelle Giglioli, Angiolino Bruschi e Antonio Silvio Casella, a varie riunioni anarchiche, che si tengono a Parigi, per contrastare la politica delle autorità francesi verso l’emigrazione politica, poi, nell’estate del 1936, valica i Pirenei e il 10 agosto si arruola nella colonna “Tierra y libertad”, prendendo parte ai combattimenti di Talavera, Toledo, Madrid e Teruel. Passato nella Marina repubblicana, fa ritorno in Francia nell’agosto 1937, insieme a Vincenzo Mazzone, Luigi Fracassi e Tomaso Serra, tutti “ex miliziani rossi”, ma viene arrestato a Perpignan e condannato dal Tribunale di Cerbères a 24 giorni di carcere per infrazione del decreto di espulsione. Al principio del 1939 è a Nantes, ospite dei suoceri, e all’inizio del 1942 risulta ancora all’estero. Rientra in Italia nel dopoguerra e muore a Pescara il 21 maggio 1987. (R. Bugiani – S. Carolini)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
Bibliografia: Antifascisti nel casellario politico centrale, 18 voll., Roma 1988-1995, ad nomen; La Spagna nel nostro cuore. 1936-1939, Tre anni di storia da non dimenticare, Roma 1996, ad indicem.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Alderico e Giovina De Amicis
Bibliografia
- 2003