​GIACOMELLI, Cornelio

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​GIACOMELLI, Cornelio

Date di esistenza

Luogo di nascita
San Lorenzo alle Corti
Data di nascita
April 21 1899
Luogo di morte
Navacchio

Biografia / Storia

Nasce a San Lorenzo alle Corti frazione di Cascina (PI) il 21 aprile 1899 da Michele e Letizia Meini, operaio. Ancora bambino abbandona la terra natia per trasferirsi con la famiglia a Piombino. Assunto come operaio all’ILVA, comincia a stringere legami con alcune personalità di spicco dell’anarchismo locale che lo avviano allo studio dei classici del pensiero libertario. Anche i fratelli minori Amos (1906) e Gisberto (1909) seguono il maggiore nella militanza libertaria. Di temperamento veemente e volto all’azione, nei concitati anni del primo dopoguerra partecipa in prima linea alle lotte antifasciste del proletariato piombinese combattendo nel 144° Battaglione degli Arditi del popolo. Schedato dalla Questura di Pisa come “sovversivo pericoloso”, nell’autunno del 1921 prende parte a un complotto per attentare alla vita di Mussolini. La crisi produttiva che investe l’ILVA nei primi anni Venti e il timore di rimanere vittima di rappresaglie squadriste, lo spingono, nel 1922, ad emigrare verso Torino. Assunto alla FIAT Ferriere, si distingue subito come abile agitatore sindacale. Nel 1923, è arrestato per misure di PS e sottoposto a una perquisizione domiciliare che frutta il sequestro di due bombe a mano. Denunciato all’autorità giudiziaria, la Corte di appello di Lucca lo condanna a due anni e sei mesi di reclusione per detenzione di esplosivi a fini terroristici. Nel frattempo, però, G. è riuscito a fuggire dall’Italia e a rifugiarsi in Svizzera dove si trattiene sino a quando, nel luglio 1925, un’amnistia gli consente di rientrare in Italia. Non appena a Torino, riprende subito le proprie iniziative di lotta adoperandosi in particolare nella propaganda antifascista tra le masse operaie, nella raccolta fondi per le famiglie dei perseguitati politici e nell’organizzazione di espatri clandestini. Talvolta, si mantiene anche in relazione epistolare con un nucleo di militanti toscani emigrati a Lione e aderenti al circolo “Sacco e Vanzetti”. Il 10 febbraio 1929 dall’unione con Natalina Del Carratore nasce la sua unica figlia Renata. Individuato nell’estate del 1930 quale membro del gruppo anarchico “Barriera di Milano”, viene definito dalla questura di Torino “anarchico convinto e irriducibile antifascista, capace di partecipare a torbidi e procurarli qualora si presentasse l’occasione favorevole”. Tratto in arresto nel febbraio 1931, è denunciato alla Commissione Provinciale di Torino che lo sottopone ai vincoli dell’ammonizione ai sensi dell’art. 166 legge PS. Prosciolto in occasione della celebrazione del decennale della “rivoluzione” fascista, decide di trasferirsi a Genova dove trova lavoro alla sede locale della FIAT. Nel 1935 inoltra domanda al Ministero dell’Interno per ottenere il lasciapassare per l’Africa Orientale; ma l’istanza viene respinta “in considerazione dei suoi pessimi precedenti politici”. Dopo questo episodio G. si dedica a predisporre un piano per espatriare clandestinamente dall’Italia. Rientrato a Torino, riallaccia così una serie di contatti che, nell’estate del 1937, gli permettono di varcare la frontiera e inoltrarsi in territorio belga. Espulso da Bruxelles dopo solo un mese di permanenza, ripara in Francia dirigendosi a Marsiglia. Qui si unisce a un gruppo di antifascisti italiani che ha deciso di contribuire alla lotta del proletariato iberico contro la reazione fascista. Giunto in Catalogna sul piroscafo Ciudad de Barcelona, si arruola subito come volontario nella colonna italiana della Brigate Internazionali, combattendo valorosamente sino alla conclusione delle operazioni militari. Dopo la conquista di Madrid da parte dell’esercito franchista, si rifugia nuovamente in Francia stabilendosi a Brive la Gaillarde. Arrestato nell’estate del 1939 per misure di ordine pubblico, viene internato dalle autorità francesi nel campo di concentramento di Argèles-sur-Mer. Nel secondo dopoguerra, rientrato in Italia, si stabilisce a Cascina dove continua la sua attività politica nel gruppo locale della FAI. Muore a Navacchio (PI) il 20 maggio 1960. (F. Giulietti – T. Imperato)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Pubblica Sicurezza, 1930/1931, b. 400.

Bibliografia: M. De Agostini, Gli anarchici torinesi nel 1930 in alcuni rapporti della polizia fascista, «L’Internazionale», ago. 1981; La Spagna nel nostro cuore. 1936-1939, Tre anni di storia da non dimenticare, Roma 1996, ad nomen; Antifascisti nel casellario politico centrale, 18 voll., Roma 1988-1995, ad nomen; F. Giulietti, I gruppi anarchici Barriera di Nizza e Barriera di Milano nella rete della polizia fascista. Torino 1930, «Rivista Storica dell’Anarchismo», lug.-dic. 1997; E. Francescangeli, Arditi del popolo. Argo Secondari e la prima organizzazione antifascista (1917-1922), Roma 2000, ad indicem.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Michele e Letizia Meini

Bibliografia

2003

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