​GHIRARDI, Gaetano

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​GHIRARDI, Gaetano

Date di esistenza

Luogo di nascita
Bergamo
Data di nascita
February 6 1893
Luogo di morte
Bergamo

Biografia / Storia

Nasce a Bergamo il 6 febbraio 1893 da Pietro e Rosa Benasseni, operaio tornitore, detto “Gaeta”. Consegue la licenza elementare, dal novembre 1912 risiede in Francia per lavoro. Rientrato in Italia per il servizio militare, il 4 dicembre 1913 viene arruolato come marinaio presso il compartimento navale di Genova. Il 1° giugno 1914 diviene cannoniere scelto, come tale congedato il 4 dicembre 1916 con l’attestato di buona condotta, ma contemporaneamente è richiamato alle armi e trasferito alla forza militare in congedo dell’esercito presso il distretto militare di Bergamo. È il fiduciario del Gruppo Libertario Bergamasco e, secondo le fonti di polizia, esercita sui suoi compagni notevole ascendente, essendo un assiduo lettore della stampa anarchica. In particolare, è incaricato di distribuire ai suoi compagni la rivista anarchica «Fede!». Promotore di raccolte di denaro tramite sottoscrizioni, spedisce le somme ricavate alla stampa anarchica e ai detenuti politici. Nel 1924 nasce il primo figlio, chiamato Armando in onore di Borghi. L’8 febbraio 1926 viene arrestato insieme ad altri del Gruppo Libertario Bergamasco per la presunta complicità con Luigi Caglioni nella detenzione di esplosivi e nella fuga di Caglioni, principale imputato. Lo stesso giorno viene perquisita la sua abitazione, con il rinvenimento di copie della rivista «Fede!» e opuscoli anarchici che le fonti di polizia non specificano. Al momento dell’arresto, G. è meccanico presso la Società della tramvia a vapore Bergamo-Sarnico. Condannato a sei mesi di carcere per favoreggiamento nella detenzione di esplosivi, viene scarcerato il 7 agosto. Riprende subito a frequentare ancora più assiduamente i componenti del Gruppo Libertario Bergamasco, in particolare Luigi Marcassoli, Egidio Corti, Camillo Mazzoleni e, al di fuori del Gruppo, il comunista Battista Bonomi. Inoltre, appena fuori dal carcere, cerca subito lavoro chiedendo solidarietà ai suoi compagni anarchici. Per questo, il 20 agosto presenta alla Questura di Bergamo domanda per ottenere passaporto per l’interno, concesso a condizione che, prima di allontanarsi da Bergamo, si presenti al Questore per spiegarne le ragioni. Il 22 agosto si reca a Monza e a Milano presso militanti anarchici locali, sempre per lavoro, inutilmente. Agli inizi di settembre è assunto come operaio meccanico a Valtesse (BG). Dal 24 ottobre lavora a Bergamo, dove viene ancora arrestato il 2 di-cembre per antifascismo, insieme ad altri 11 oppositori politici, dalla polizia locale ritenuti i più pericolosi: gli anarchici Luigi Vitali ed Egidio Corti; Alessandro Caglioni, fratello maggiore di Luigi; i comunisti Battista Bonomi, Giuseppe Beltrami, Vittorio Barcella, Guido Galimberti, Angelo Leris; il popolare Dino Secco Suardo; il socialista Amedeo Cominetti e l’antifascista Michele Trovesi. Il 12 dicembre, G. viene assegnato per tre anni al confino di polizia a Lampedusa. Al momento dell’arresto, la moglie di G. è incinta e rimane priva di ogni sostegno. Il giorno 20 dicembre G. parte da Bergamo per Lampedusa. G. viene liberato con la condizionale il 27 aprile 1927 e due giorni dopo è avviato a Bergamo con foglio di via obbligatorio. Dopo un periodo di circa due mesi di disoccupazione, trova lavoro in fonderia a Bergamo. È sempre anarchico ma non frequenta più i compagni. Nella seconda metà del 1928 lascia la fonderia per lavorare presso in un cotonificio di Redona (BG). È incluso nell’elenco delle persone da arrestare in determinate circostanze ed è costantemente vigilato. Nel 1933, insieme alla moglie, gestisce un’osteria in via Quarenghi, una delle zone più popolari della città, poi torna a fare l’operaio meccanico in varie fabbriche della città. La polizia lo sorveglia costantemente, ritenendolo pericoloso anche perché, fino al 1940, G. non ha mai fatto domanda d’iscrizione al PNF come ex combattente, cosa che, tuttavia, avviene nel 1941, ma già dal gennaio 1942 la Federazione dei Fasci di Combattimento di Bergamo non lo annovera più tra i propri iscritti; viene sempre sorvegliato. Nell’agosto 1947 l’ANPPIA gli riconosce la qualifica di anarchico antifascista confinato politico. Muore a Bergamo il 3 aprile 1975. (G. Mangini)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio di Stato Bergamo, Fondo Questura, Sovversivi, b. 47, ad nomen.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Pietro e Rosa Benasseni

Bibliografia

2003

Persona

Collezione

città