​GHILLANI, Odoardo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​GHILLANI, Odoardo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Calestano
Data di nascita
July 18 1899
Luogo di morte
Parma

Biografia / Storia

Nasce a Calestano (PR) il 18 luglio 1899 da Beniamino e Eugenia Ollari. Bracciante, sindacalista. Detto “Occhioni” e “Parma”. Ancora bambino emigra con i genitori in Svizzera e soggiorna in Germania. Nel 1918 rientra in Italia per svolgere il servizio militare e combatte durante l’ultimo anno di guerra nei reparti di fanteria. Congedato nel 1921 ritorna nel paese natale dove si iscrive alla locale Lega braccianti. Sono anni di irrequietezza e si sposta in diverse città del nord Italia (si ferma per un certo periodo a Mestre) alla ricerca di un impiego e forse di una soluzione alle sue ansie esistenziali. Nasce qui la decisione di riprendere la strada dell’emigrazione e si porta, clandestinamente, in Svizzera. Ma non si ferma a lungo. Nel 1923 è a Parigi, che dovrebbe però abbandonare in seguito a un decreto di espulsione per ragioni politiche al quale non dà seguito. Nel 1926 viene arrestato per il mancato rispetto del decreto. Uscito dal carcere sceglie di restare nella capitale francese sotto il nome falso di “Odoardo Gandolfi” e lavora come imbianchino. Compie viaggi in Belgio ipotizzando un pos-sibile trasferimento. Nuovamente arrestato e incarcerato per tre mesi nel 1928, sempre per la medesima ragione, G. si trasferisce a Barcellona, dove partecipa alla fase politica che precede l’avvento della Repubblica. La sua abitazione diventa luogo di incontro di molti antifascisti e di anarchici che giungono in Spagna. Ma anche in Spagna finisce nel mirino della polizia. Sospettato di essere coinvolto nell’attentato al padiglione italiano dell’esposizione spagnola, viene arrestato per aver partecipato a un convegno anarchico. Rimesso in libertà rimane a Barcellona fino a un nuovo arresto, per le sue idee politiche e come supposto complice del tentativo di evasione dei due anarchici Burlando e Baffoni, e al successivo decreto di espulsione emesso nel 1932. Rientra clandestinamente grazie all’aiuto dei suoi compagni e combatte nelle fila della Colonna “Ascaso” nella Guerra Civile. La sua permanenza è breve. Nuovi sospetti che gravano su di lui e sulla sua lealtà lo costringono ad abbandonare la Spagna e a rifugiarsi nuovamente in Francia, stabilendosi prima a Tolosa e quindi in alcune altre città della regione Lot-et-Garonne, sotto il nome falso di “Giovanni Casanova”, prima di trasferirsi definitivamente a Bordeaux dove rimane fino al 1938. È del gennaio 1937 la diffida di Fausto Nitti (segretario della LIDU) pubblicata sul pagine del «Nuovo avanti!» che lo qualifica come “indegno di appartenere alle organizzazioni antifasciste.” Compie brevi soggiorni in Belgio. Allo scoppio della guerra e con l’aggressione dell’Italia alla Francia, viene rinchiuso nel campo di concentramento di Vernet-d’Ariège dove rimane fino al rimpatrio avvenuto nel maggio 1941. Giunto alla frontiera gli agenti di PS di Mentone lo arrestano. Processato con l’accusa di aver svolto propaganda antifascista e di aver combattuto in Spagna tra le fila repubblicane viene assegnato al confino di polizia per cinque anni a Ventotene. Liberato nel settembre 1943 ritorna a Calestano dove, dopo aver ricoperto l’incarico di interprete presso un comando tedesco (a suo dire d’accordo con la Resistenza) viene nuovamente arrestato il 13 ottobre e in conseguenza dei suoi precedenti, rinchiuso nel carcere di Parma e in dicembre assegnato al campo di concentramento di Scipione di Salsomaggiore (PR) dove rimane fino al marzo 1945. Nel luglio 1944 venne prelevato da militari tedeschi per essere inviato in Germania come lavoratore, ma le sue condizioni di salute non lo permettevano e quindi viene rispedito nel campo di concentramento parmense. In ottobre i partigiani liberano i prigionieri dal campo che viene di fatto chiuso dalle autorità fasciste. Di Ghillani si perdono le tracce, probabilmente raggiunge nuovamente Calestano e collabora con il locale Comitato di Liberazione nazionale. Muore a Parma il 28 ottobre 1980. (M. Minardi)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio Famiglia Berneri-A. Chessa, Cassetta Il caso Occhioni (Edoardo Ghillani), II, Materiali vari.

Bibliografia: Arbizzani, p. 78; AICVAS, p. 219; M. Minardi, Tra chiuse mura. Deportazione e campi di concentramento nella provincia di Parma 1940-1945, Montechiarugolo, 1987; Lasagni, Dizionario biografico dei parmigiani, Parma 1999, ad nomen

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Beniamino e Eugenia Ollari

Bibliografia

2003

Persona

Collezione

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