​GHIBESI, Bernardo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​GHIBESI, Bernardo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Schilpario
Data di nascita
April 16 1888
Luogo di morte
Bergamo

Biografia / Storia

Nasce a Schilpario (BG) il 16 aprile 1888 da Andrea e Esterina Spada, fornaio, poi venditore ambulante. Soprannominato “Pinc”, cioè piccolino, a causa della bassa statura, frequenta la scuola fino alla 3a elementare. Dopo aver lavorato in Alta Val Seriana come lavorante fornaio e pastore, intorno al 1911 si trasferisce a Bergamo, lavorando come aiuto panettiere in un forno gestito da uno svizzero nella zona di Borgo Pignolo, quartiere popolare molto coeso dal punto di vista sociale e politico. È in tale quartiere che G. trova casa. Dopo il suo arrivo in città, G. inizia subito a frequentare i sindacalisti di Bergamo, partecipando a tutte le loro iniziative. È soprattutto a contatto con la categoria dei lavoranti di panetteria, molto radicalizzata, che G. viene for-mando la sua coscienza anarchica. Nel 1913 si fa promotore di una raccolta di di denaro per so-stenere gli scioperanti di Torre Annunziata, Massafiscaglia e Torino. Aderisce al Gruppo Libertario Bergamasco, fondato nell’estate del 1914. Nel 1916 si sposa con Ester Caglioni, nata a S. Paolo del Brasile da Giovanni e Vittoria Perico, a sua volta anarchica. L’anarchismo della moglie di G. è determinato dal fatto di esser figlia di un emigrato che, al momento di essere pagato per il lavoro svolto in una fazenda brasiliana, viene ucciso a revolverate dal proprietario terriero, costringendo la famiglia a ritornare in Italia. Nel 1917 nasce il primo figlio, che è chiamato Rivoluzionario, ma il nome non viene accettato all’anagrafe del Comune di Bergamo. Il problema è risolto grazie alla mediazione di Romeo Crotti, anarchico che lavora presso l’amministrazione comunale, il quale propone non di cambiare il nome, ma suddividerlo in Rivo Luzio Nario. Anche nell’immediato dopoguerra G. è attivo in seno al Gruppo Libertario Bergamasco, frequentandone assiduamente i principali componenti, come Luigi Caglioni, Romeo Crotti, Silvio Lazzaroni, Luigi Marcassoli, Gaetano Ghirardi. Nel corso del 1920 distribuisce manifestini a favore delle vittime politiche, e nelle sere im-mediatamente precedenti alle elezioni comunali di Bergamo dell’ottobre affigge manifesti inneggianti all’astensione elettorale, stampati dalla tipografia dell’Avanguardia di Milano per conto dell’UAI-Federazione Anarchica Lombarda. È abbonato alla rivista «Fede!». La sua casa in Borgo Pignolo costituisce il punto d’incontro per gli anarchici di Bergamo, anche per il fatto che l’ubicazione dell’appartamento, in caso di improvvisa perquisizione della polizia, consente una facile via di fuga attraverso un parco retrostante. Secondo la testimonianza del figlio Rivo Luzio Nario, che però non ha saputo precisare il periodo, G. ha anche conosciuto Malatesta. Con l’avvento del fascismo, il forno svizzero chiude, e G., non trovando alternative, diviene venditore ambulante di calze, girando la provincia con un carretto a mano, approfittando del suo lavoro per svolgere propaganda anarchica. Grazie all’aiuto dei suoi compagni, riesce ad acquistare un cavallo e un carro piatto per il suo lavoro, aiutato in questo dalla moglie. Nel 1923 nasce il secondo e ultimo figlio, chiamato Armando Errico in onore di Borghi e Malatesta. Il 4 febbraio 1923 è perquisita la sua abitazione, senza esito, pur avendovi nascosto il vessillo del Gruppo Libertario Bergamasco. In tale circostanza, nel loro rapporto gli agenti di PS definiscono G. “anarchico individualista”. Il lavoro di venditore ambulante di G. si svolge soprattutto nella zona meridionale della provincia di Bergamo, tra Treviglio, Caravaggio, Stezzano e l’area della cosiddetta Isola, tenendo in tal modo i contatti con gli anarchici della zona. Durante le giornate del suo lavoro di venditore ambulante con la moglie, il figlio Rivo Luzio Nario è accolto nella casa dell’anarchico Marcassoli, fornaio. In seguito alla fuga del tipografo Caglioni, esponente del Gruppo Libertario Bergamasco, accusato di detenzione di esplosivi, l’abitazione di G. viene perquisita il 9 febbraio 1926, senza esito, e il giorno dopo G. viene arrestato come presunto complice nella fuga di Caglioni, e poi rilasciato. Dal 17 luglio 1928 al 2 settembre 1938 sono 30 le segnalazioni di PS su di lui, senza che da parte della Questura si indichino elementi negativi sul suo conto. Perciò, con autorizzazione ministeriale del 18 settembre 1938, viene depennato dallo schedario dei sovversivi, anche se rimane nell’elenco dei sovversivi e quindi vigilato. Durante la Resistenza G. fornisce viveri e materiale propagandistico ai partigiani bergamaschi. Dopo la guerra riprende il suo lavoro di venditore ambulante. Muore a Bergamo il 27 settembre 1947. (G. Mangini)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio di Stato Bergamo, Fondo Questura, Sovversivi, b. 47, ad nomen; Testimonianza orale di Rivo Luzio Nario Ghibesi rilasciata a G. Mangini, Bergamo 15 gen. 2003.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Andrea e Esterina Spada

Bibliografia

2003

Persona

Collezione

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