GERVASIO, Gaetano
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- GERVASIO, Gaetano
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Monteverde
- Data di nascita
- January 2 1886
- Luogo di morte
- Napoli
Biografia / Storia
- Nasce a Monteverde (AV) il 2 gennaio 1886 da Vincenzo ed Elena Gervasio. Frequenta fino alla terza elementare e lavora nei campi con i genitori. Nel 1897 si trasferisce a Melfi come apprendista falegname e nel 1899 a Cerignola, dove ri-siederà fino al 1902, lavorando sempre in una fa-legnameria. È possibile, come racconta la figlia in una sua preziosa ma spesso imprecisa biografia, che abbia conosciuto Giuseppe Di Vittorio, più difficile che G. e “Peppino” (che nel 1902 aveva appena 10 anni) aderissero “al gruppo pugliese dei sindacalisti rivoluzionari”, peraltro allora inesistente. Dopo un soggiorno a Venezia, dove “impara il mestiere di ebanista e apprende le arti dell’intaglio e dell’intarsio”, G. approda a Milano. Considerato dalla polizia “socialista”, partecipa attivamente alla vita della propria Lega di mestiere e della cdl milanese, tanto da essere eletto, nel novembre 1911, proboviro per le industrie del legno (funzione difficilmente accettata da un anarchico). La lacunosità delle fonti di polizia non permette di seguire i suoi movimenti. Secondo la figlia (pur se con qualche problema di datazione), dopo una prima temporanea emigrazione in Svizzera (Zurigo, Ginevra, Lugano), G. emigra negli Stati Uniti, da cui ritorna a Milano nel 1913, profondamente deluso dalla società americana. Nella primavera-estate del 1913, certamente vicino agli anarchici, G. partecipa alle agitazioni promosse dall’Unione Sindacale Milano. Nel dicembre dello stesso anno interviene al Secondo Congresso nazionale dell’USI, schierandosi, con Borghi, Nencini e Sacconi, a favore dei Sindacati nazionali d’industria (cfr. «L’Internazionale», 13 dic. 1913). Secondo la versione della polizia, nel 1914 G. emigra in Francia, rientrando poi allo scoppio della guerra per prestare servizio militare fino alla smobilitazione del 1919 ed emigrare nuovamente in Francia. Per la figlia risiederebbe a Torino dal 1915 al 1920, lavorando come motorista meccanico e svolgendo le funzioni di segretario amministrativo della sezione USI, in rapporto con Gramsci e vicino all’esperienza consiliare. E solo il fallimento dell’occupazione delle fabbriche (erroneamente datata 1919) e la perdita del lavoro lo indurrebbero a ritornare in Francia, dalla quale viene sicuramente espulso, non nel 1923 ma più probabilmente nel 1922, visto che il 6 gennaio 1923 il prefetto di Milano lo indica come membro del Comitato esecutivo nonché se-gretario amministrativo provvisorio dell’USI. Più volte arrestato, G. partecipa al Convegno nazionale dell’USI tenuto clandestinamente a Genova il 28-29 giugno 1925. In questo periodo, G. gestisce a Gorla un’officina, “diventata il refugium peccatorum dei compagni perseguitati e impossibilitati a trovare lavoro altrove” (tra i quali Nicola Modugno, Alfiero Guerri, Michele Veglia, Leonida Mastrodicasa) e nota ai fascisti e ai carabinieri come “l’officina rossa” (Grifo, Fra la cronaca e la storia. Uomini e cose dell’USI, «Guerra di classe», 1° mag. 1930). Il suo antifascismo gli costa più volte fermi e arresti. Nel giugno 1933, tuttavia, il prefetto di Milano dichiara priva di rilievi la sua condotta successiva al gennaio 1931 e si deve considerare erronea la segnalazione di «Guerra di classe» nel marzo 1932 secondo la quale “in prigione si trovano anche Gervasio, Comastri, Guerriero e molti altri organizzatori e militanti”. Fallita la sua officina nel 1935, G. svolge diversi lavori, da ultimo quello di operaio in una fabbrica per la produzione di tappi di bottiglia. Dopo l’8 settembre è in contatto con numerosi antifascisti e partecipa agli scioperi del marzo 1944. Arrestato, riesce a fuggire prima di essere inviato a Dachau e rimane nascosto a Pavia fino alla fine della guerra. Nell’immediato dopoguerra G. diventa uno delle figure di spicco del riorganizzato movimento anarchico e della corrente anarchica all’interno della CGIL. Nel giugno 1945, al primo convegno della FCLAI, G. tiene la relazione sull’organizzazione sindacale e la posizione degli anarchici. Nel settembre dello stesso, in occasione delle elezioni FIOM, fa parte della lista presentata dalla FCLI a Milano che ottiene il 4% dei suffragi (17.216 voti). Nel maggio 1946, in occasione del primo convegno dei Comitati di Difesa Sindacale, G. è eletto nel Comitato Nazionale, con Marcello Bianconi, Umberto Marzocchi, Alberto Meschi, Stefano Vatteroni, e altri. Fautore dell’unità sindacale all’interno della CGIL, G. è membro del Comitato direttivo della Confederazione e nel marzo 1947 entra nel direttivo provinciale della FIOM, in rappresentanza dei lavoratori della FISEM, azienda in cui continua a lavorare come operaio. Nel frattempo collabora intensamente a «Il Libertario». Anche nel periodo delle scissioni, G., spesso in polemica con gli orientamenti prevalenti all’interno della FAI, continua a sostenere la necessità per gli anarchici di non staccarsi dalla CGIL e soprattutto a difendere – al Secondo Congresso nazionale della CGIL dell’ottobre 1949 – la natura “classista” e unitaria del sindacato, a dispetto del proliferare delle correnti. Tra i protagonisti del convegno di studi tenuto a Milano (ago. 1949) sui rapporti tra movimento anarchico e movimento dei lavoratori, si distingue per la posizione favorevole all’assunzione di cariche all’interno degli organismi confederali. Eletto nel direttivo confederale sia nel 1949 che nel 1952, al fianco di Attilio Sassi, G. continuerà a battersi, anche nella fase di declino dell’esperienza della corrente di Difesa Sindacale, per l’impegno degli anarchici nella CGIL. Negli ultimi anni, vissuti a Torino e a Napoli, dopo essersi ritirato dal lavoro a 72 anni, è ancora attivo nel Sindacato Pensionati. Muore a Napoli il 25 novembre 1964. (M. Antonioli)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; A. B., È morto Gaetano Gervasio, «Umanità nova», 29 nov. 1964; I funerali di Gervasio a Napoli, ivi, 6 dic. 1964; I. Garinei, Gaetano Gervasio, «Il Seme anarchico», nov.-dic 1964; G. Gervasio Carbonaro, Gaetano Gervasio, mio padre, «Bollettino Archivio G. Pinelli», lug. 2001; V. Galassi, Mi ricordo quella volta con Gervasio..., ivi; L’anarchismo e i lavoratori. Un convegno di studi sui rapporti fra movimento anarchico e movimento dei lavoratori, Milano 1949
Bibliografia: A. Borghi, Mezzo secolo di anarchia (1898-1945), Napoli 1954; P. Feri, Il movimento anarchico in Italia (1944-1950), Roma 1978; Rossi, ad indicem; A. Dadà, L’anarchismo in Italia: tra movimento e partito, Milano 1984; M. Antonioli, Azione diretta e organizzazione operaia. Sindacalismo rivoluzionario e anarchismo tra la fine dell’Ottocento e il fascismo, Manduria 1990; U. Bistoni, Leonida Mastrodicasa (Numitore). Un combattente per l’Anarchia, Perugia 1995.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Vincenzo ed Elena Gervasio
Bibliografia
- 2003