​GARAVINI, Pietro

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​GARAVINI, Pietro

Date di esistenza

Luogo di nascita
Castel Bolognese
Data di nascita
December 8 1869
Luogo di morte
Bologna

Biografia / Storia

Nasce a Castel Bolognese (RA) l’8 dicembre 1869 da Simone e Francesca Scardovi, oste e caffettiere. Comunemente chiamato “Piràt”. Frequenta le sole scuole elementari. Aderisce in gioventù all’anarchismo dopo essere stato membro per qualche tempo del partito socialista. Anarchico è anche il fratello Antonio (1872-1936), detto “Ansèna”, personaggio pittoresco e stravagante dotato di una forza fuori del comune, implicato in vari episodi di anticlericalismo (emigrato in Brasile verso la fine dell’Ottocento, vi raggiungerà una certa agiatezza economica e diventerà piuttosto popolare con il soprannome “il Tigre”). G. esercita una discreta influenza sui compagni del paese che, anche per la mancanza di una vera sede politica, per molti anni si ritrovano abitualmente nella sua osteria. Nel 1892 è socio del Circolo di Studi Sociali di Castel Bolognese (a cui partecipano socialisti, repubblicani e anarchici), ma si dimette con una decina di altri anarchici intransigenti per solidarietà con Raffaele Cavallazzi, accusato di “atteggiamento autoritario” ed espulso, perché ha cercato di contrastare la linea riformista e gradualista del socialista Umberto Brunelli e di spostare il Circolo stesso su posizioni più radicali. Nelle fonti di polizia viene indicato come uno degli autori della decapitazione di una statua della Madonna avvenuta nella notte del 21 maggio 1893 nella Chiesa di San Francesco in occasione della Festa della Pentecoste, il più eclatante episodio a sfondo anticlericale avvenuto a Castel Bolognese, che ha clamorose ripercussioni in tutta la Romagna. È probabile invece che all’episodio – attribuito da alcune fonti a un non meglio precisato gruppo “di libera iniziativa” che agirebbe autonomamente dal resto del movimento anarchico ufficiale – G. sia estraneo. Egli peraltro non è neppure rinviato a giudizio. La sera del 31 maggio 1894 G. prende parte a una manifestazione di solidarietà con i Fasci siciliani che si tiene a Castel Bolognese. Per questo episodio viene processato con altri 18 anarchici e socialisti e il successivo 18 agosto è condannato a tre mesi di detenzione e a una multa per “eccitamento a delinquere”. Viene proposto per l’assegnazione a domicilio coatto in base alla Legge del 19 luglio 1894, ma la Commissione provinciale respinge la richiesta. Verso la fine dell’anno viene processato insieme ad altri anarchici castellani (Raffaele Cavallazzi, Francesco Budini detto “Patacò”, Ugo Biancini, Giovanni Borghesi detto “Sablì”, Pietro Mariano Scardovi detto “Càcher” e Vincenzo Lama detto “Bosca”) per il delitto di “associazione a delinquere”, ma il Tribunale di Ravenna lo assolve per insufficienza di prove. Firma la protesta per il processo di Ancona a carico di Malatesta e compagni per “associazione di malfattori” che viene pubblicata nel supplemento a «L’Agitazione» del 31 marzo 1898, e la successiva protesta per un altro processo agli anarchici del capoluogo marchigiano per “associazione sediziosa” («L’Agitazione», lug. 1900). Riceve e diffonde periodici anarchici in lingua italiana, e talvolta anche altri stampati sovversivi, dall’Italia e dall’estero. Il 23 settembre 1900, nel clima repressivo seguito al regicidio di Bresci, viene arrestato e denunciato per associazione a delinquere quale uno dei componenti il nucleo organizzatore del Gruppo socialista-anarchico di Castel Bolognese sciolto d’autorità, ma dopo una settimana è posto in libertà provvisoria e successivamente il Tribunale di Ravenna dichiara il non luogo a procedere. Nel nuovo secolo mantiene rigorosamente le sue idee politiche ma riduce progressivamente la sua attività, venendo sostituito in certa misura dal figlio minore Nello. Nel settembre del 1927 G. è incarcerato per breve tempo a seguito di un attentato ai danni del Console della milizia fascista Ettore Muti a Ravenna (gli arrestati nella sola Castel Bolognese saranno una ventina, quasi tutti anarchici, mentre saranno varie centinaia nell’intera provincia). Il mese successivo, con ordinanza del questore, viene diffidato come “elemento pericoloso per la sicurezza dello Stato”. Nell’agosto del 1928 è radiato dallo schedario dei sovversivi, in quanto considerato non più pericoloso, anche in considerazione della sua età. Muore a Bologna il 6 novembre 1933. (G. Landi)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Biblioteca Libertaria A. Borghi, Fondo Anarchici Castellani; ivi, Fondo Nello Garavini; ivi, N. Garavini, Testimonianze.

Bibliografia: Castelbolognese nelle immagini del passato, Imola 1983; Il movimento anarchico a Castelbolognese (1870-1945). Mostra storico-documentaria, Castel Bolognese 6-17 giugno 1984, Castel Bolognese 1984.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Simone e Francesca Scardovi

Bibliografia

2003

Persona

Collezione

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