CARPINI, Mario
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- CARPINI, Mario
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Orciano Pisano
- Data di nascita
- June 24 1897
Biografia / Storia
- Nasce ad Orciano Pisano (pi) il 24 giugno 1897 da Primo e Caterina Quaratieri, pasticciere. Fin da bambino si allontana dal paese d’origine per emigrare con la famiglia a Piombino. Negli anni della tarda adolescenza inizia ad entrare in relazione con alcuni esponenti dell’anarchismo locale i quali contribuiscono in maniera determinante allo sviluppo della sua coscienza politica libertaria. Oblatore del periodico «L’Avvenire anarchico», nel 1917 aderisce al circolo anarchico “P. Gori”, distinguendosi come valido agitatore e combattivo militante. Nei concitati anni del primo dopoguerra, prende parte alle lotte antifasciste del proletariato piombinese, senza però entrare nelle formazioni combattenti degli Arditi del popolo. Il timore di incorrere in persecuzioni di polizia e in ritorsioni da parte degli squadristi locali, lo spingono, nel 1922, a emigrare, come molti altri lavoratori di Piombino, verso Torino. Appena giunto in città, assume subito un ruolo di rilievo nelle iniziative di lotta intraprese dal movimento nel tentativo di preservare una rete clandestina di opposizione al fascismo.
Esercente di un negozio di dolciumi, adibisce il retrobottega del suo locale a luogo di riunioni e di incontri tra le varie cellule rionali e di quartiere. Dopo la svolta dittatoriale del novembre 1926, si prodiga anche nell’organizzazione di espatri clandestini e, talvolta, nella diffusione alla macchia della stampa antifascista proveniente dall’estero. Attivissimi, infine, sono i suoi contatti con Gino Bagni, esule a Marsiglia, da cui riceve fondi del soccorso anarchico “Pro‑vittime politiche”. Individuato nell’estate del 1930 quale uno degli aderenti al gruppo anarchico “Barriera di Nizza”, viene schedato dalla Questura di Torino come “elemento pericoloso che professa idee anarchiche ed è considerato dagli anarchici locali uno dei migliori e dei più fidati compagni di fede”.
Arrestato nel febbraio 1931 per “attività sovversiva”, viene deferito alla Commissione provinciale per l’assegnazione al Confino che, nel marzo dell’anno successivo, lo sottopone al vincolo dell’ammonizione ai sensi dell’art. 166 leggi Pubblica sicurezza. Prosciolto in occasione della celebrazione del decennale della nascita del fascismo, è mantenuto in stato di stretta vigilanza e iscritto nel “terzo elenco” delle “persone da arrestarsi in determinate circostanze” e “persone da ritenersi pericolose in caso di turbamento dell’ordine pubblico perché capaci di organizzare, dirigere e prendere parte ad azioni delittuose collettive”. Negli anni successivi, C. è così costretto limitare la propria attività alla promozione di sporadiche sottoscrizioni in favore delle famiglie dei detenuti politici.
Con lo scoppio della guerra civile spagnola, decide come tanti altri compagni di accorrere in sostegno del proletariato iberico in lotta contro la reazione franchista. Servendosi della complicità di alcune guide alpine, nell’estate del 1937 riesce ad attraversare clandestinamente la frontiera italiana e a raggiungere Marsiglia dove, dopo una sosta di alcuni giorni, s’imbarca sul piroscafo Ciudad de Barcelona insieme ad un folto gruppo di volontari italiani. Giunto in Catalogna, si arruola subito come miliziano nella colonna italiana; ma la conduzione delle operazioni militari e le manovre controrivoluzionarie messe in atto dagli stalinisti, lo convincono, dopo poche settimane, ad abbandonare i combattimenti e a ripartire per la Francia. Stabilitosi a Marsiglia, prende in gestione una piccola pizzeria dove spesso si ritrovano alcuni gruppi di antifascisti italiani. Nei mesi che precedono lo scoppio del secondo conflitto mondiale, partecipa alle varie mobilitazioni per il riconoscimento del diritto d’asilo agli emigrati politici. Egli stesso, nell’autunno del 1938, è arrestato per scadenza dei termini del permesso di soggiorno e colpito da provvedimento di allontanamento dal territorio francese. Ma grazie all’intercessione della LIDU, riesce a ottenere varie proroghe al decreto d’espulsione.
Nel 1939, una nota della Questura di Torino segnala che “pur non svolgendo attività politica degna di rilievo, continua a manifestare accesi sentimenti contro il fascismo”. In virtù di questo suo indomito spirito rivoluzionario, resta iscritto nel «Bollettino delle ricerche», (con provvedimento da “segnalare, perquisire ed arrestare”), sino alla caduta del regime fascista. Nel 1947 è membro della Fédération anarchiste di Marsiglia. S’ignorano data e luogo di morte. (F. Giulietti e redazione DBAI)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, DPP, ad nomen; ivi, Pubblica sicurezza, 1930-31, b. 400.
Bibliografia: M. De Agostini, Gli anarchici torinesi nel 1930 in alcuni rapporti della polizia fascista ,«L’Internazionale», ago. 1981; F. Giulietti, I gruppi anarchici “Barriera di Nizza” e “Barriera di Milano” nella rete della polizia fascista. Torino 1930, «Rivista storica dell’anarchismo», lug.-dic. 1997; G. Sacchetti, Sovversivi agli atti. Gli anarchici nelle carte del Ministero dell’Interno. Schedatura e controllo poliziesco nell’Italia del Novecento, Ragusa, 2002, p. 37.
Sitografia: Dictionnaire des militants anarchistes
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Primo e Caterina Quaratieri
Bibliografia
- 2017
Link esterni