CAPUANA, Vincenzo
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- CAPUANA, Vincenzo
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Fezzano
- Data di nascita
- July 19 1894
- Luogo di morte
- La Spezia
Biografia / Storia
- Nasce a Fezzano frazione del comune di Portovenere (Sp) il 19 luglio 1894, da Antonio e Angelina D’Angeli, marinaio, tipografo e giornalista. Si arruola giovane nella marina mercantile e, accostatosi alle idee anarchiche, diventa loro propagandista nell’ambiente di lavoro. In quegli anni C. intrattiene rapporti con gli anarchici più noti dello spezzino, come P. Binazzi, G. Milanesi, R. Olivieri e il Novatore. Attivo antimilitarista è chiamato alle armi durante la Prima Guerra mondiale e processato due volte per diserzione. Attivo agitatore durante il Biennio rosso, dopo l’ascesa del fascismo, C. decide di abbandonare l’Italia. A conclusione di una traversata nel 1924, abbandona la nave su cui è imbarcato e trova rifugio negli usa. In seguito viaggia in vari Stati americani. Ritornato a New York C. diventa collaboratore de «Il Martello» di Carlo Tresca e, all’inizio del 1926, viene arrestato a New York per un tentativo di attentato al giornale filofascista «Corriere d’America» di Luigi Barzini. L’8 febbraio dello stesso anno è condannato a sette anni di carcere che inizia a scontare nel famigerato penitenziario di Sing Sing. In seguito gli vengono condonati due anni e quattro mesi. Scarcerato, C., nonostante incomba su di lui la deportazione in Italia, si trasferisce a Pittsburgh e continua a frequentare gli ambienti anarchici italiani come il Circolo “Volontà” di Brooklyn e intrattiene anche rapporti epistolari con Malatesta. In Italia continua a essere attivamente ricercato e viene segnalato nella “Rubrica di frontiera” quale pericoloso “terrorista”. Nel novembre del 1931, C. si reca a Barcellona, ma poco dopo ne viene espulso. Ritornato negli usa, C. viene anche da qui espulso per la sua attività sovversiva. Si reca allora nuovamente in Spagna e nel 1933 rimpatria sotto false generalità, ma viene arrestato il 12 giugno di quell’anno nei pressi di Piombino, sul treno per Roma, con documenti falsi, una bomba e pare una pistola. L’OVRA sospetta che stia preparando un attentato a Mussolini. Guido Leto uno capi della polizia fascista annota: “Due casi ancora, per affinità di materia, anche se non perfettamente inquadrabili fra gli attentati a Mussolini, vanno resi noti al pubblico che a suo tempo non ne ebbe sentore. Il primo riguarda l’anarchico Vincenzo Capuana, notissimo nell’ambiente libertario non soltanto italiano: un vero asceta – impastato di bene e di male, ma, soprattutto di teorie bellissime che, purtroppo, non sono di questa terra” (ovra, fascismo, antifascismo, Bologna 1952, pp. 118-119). Le preoccupazioni delle forze dell’ordine sono rafforzate dalle indagini che attestano che C. “aveva avuto contatti, in quel della Spezia, zona satura di anarchici, con elementi sospetti”, e qui il riferimento è da intendersi al gruppo di anarchici che si raccoglie itorno a Ugo Boccardi. C. viene condannato a cinque anni di confino e inviato a Ponza. Qui, insieme ad altri anarchici, dà vita a una protesta contro le condizioni restrittive e umilianti a cui sono sottoposti i confinati. Processato è condannato a dieci mesi di carcere per partecipazione ad “agitazione collettiva”. In seguito viene inviato a Ustica e poi alle Tremiti. Irriducibile, viene nuovamente processato e condannato per rifiuto del saluto fascista. Sconta l’ultimo periodo di confino a Ventotene. Liberato a fine pena nel dicembre del 1938 è ricoverato in un sanatorio nel febbraio del 1939 per le sempre più malferme condizioni di salute. Viene dimesso nel marzo del 1939 e riprende l’attività clandestina antifascista. Nuovamente arrestato per attività sovversiva è condannato a tre anni di confino che sconta solo parzialmente, infatti, a causa dell’aggravarsi della malattia C. viene rimesso in libertà. Gli ultimi anni della sua vita li passa tra un ricovero e l’altro interrotti da fermi e arresti come l’ultimo quello del luglio del 1942 e inviato al confino a Ponza dove rimane fino al 12 agosto 1943. Ritornato alla Spezia, sempre più fiaccato dalle malattie, muore nel sanatorio della città il 21 giugno 1944.
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; A. FAIlla, Un caro compagno scomparso, «L’Amico del Popolo», 4 ago. 1946.
Bibliografia: S. Vellucci, Ricordo di Vincenzo Capuana, «Seme Anarchico», feb. 1965; A. FAIlla, Ancora un ricordo di Vincenzo Capuana, «Seme Anarchico», mag. 1965, V. Fiata, L’attività di V. Capuana nel Nord America, ivi; E. Malatesta, Epistolario 1873-1932, lettere edite ed inedite, a cura di R. Bertolucci, Avenza, 1984, ad nomen.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Antonio e Angelina D'Angeli
Bibliografia
- 2003