GALLI, Alessandro
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- GALLI, Alessandro
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Montirone
- Data di nascita
- 08/05/1876
- Luogo di morte
- Udine
- Data di morte
- 13/05/1950
Attività e/o professione
- Qualifica
- Nastraio
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
- Nasce a Montirone (BS) l’8 maggio 1876 da Giuseppe e Giulia Luraghi. Trasferitosi con la famiglia a Sesto S. Giovanni, si avvicina giovanissimo agli ambienti anarchici milanesi. La sua prima apparizione nelle cronache cittadine risale alla tarda estate del 1892. Una accesa discussione tra giovani anarchici, “sul giorno della rivoluzione e [sul bisogno di] distruggere ogni cosa, i capitalisti, le autorità, tutto quello che tiene in piedi l’ordine attuale”, seguita da una colluttazione con la polizia, provoca nell’aprile 1893 la sua prima lieve condanna. Un nuovo scontro con i poliziotti, di lì a pochi mesi, riporta Galli in tribunale, dove viene difeso, con successo, da P. Gori. Carattere irrequieto e impetuoso, spesso presente in occasione di proteste, manifestazioni, disordini, Galli viene descritto dalla questura come “il vero tipo del delinquente volgare, che bazzica sempre i ritrovi dei pregiudicati, nonché i convegni anarchici”.
Tra l’estate del 1894 e la fine del 1897 Galli colleziona una serie di denunce, arresti, detenzioni, ammonizioni e periodi di vigilanza speciale, che non gli impediscono di trovare lavoro, come nastraio, presso l’opificio Bolzani. Chiamato alle armi sul finire del 1897, a Vercelli, rimane in servizio fino al 15 agosto 1900, trascorrendo l’ultimo periodo di leva a Capri come coatto. Ritornato a Sesto S. Giovanni, si trasferisce a Milano, dove riprende il suo lavoro di nastraio. Attivo nella Lega nastrai milanese, Galli partecipa al congresso costitutivo della Federazione Nazionale delle Arti Tessili, tenuto a Milano, il 28 aprile 1901, e viene nominato segretario amministrativo, accanto al segretario corrispondente Luigi Negri e al cassiere Riccardo Rho, anch’egli anarchico. Efficace propagandista, Galli collabora intensamente al periodico della Federazione, «Le Arti tessili», distinguendosi per la particolare attenzione dedicata ai problemi delle lavoratrici. Nel febbraio del 1902 viene richiamato sotto le armi e assegnato al 23° Reggimento fanteria di stanza a Milano.
Più volte incarcerato, inviato presso la compagnia di disciplina a Portoferraio, nonostante le vibrate proteste della Federazione, viene definitivamente congedato nell’autunno e può riprendere, all’inizio del 1903, il suo posto nel Comitato centrale della Fedrazione. Nel marzo 1904 Galli partecipa al III Congresso della Federazione, tenuto a Pisa, in rappresentanza delle sezioni nastrai di Milano, Intra e Monza, nonché dei tintori milanesi, osteggiando l’aumento della quota e soprattutto affiancando V.S. Mazzoni, allora segretario della Camera del lavoro pisana e delegato delle Lega tessitrici di Pontedera, nell’opposizione alla linea favorevole alla legislazione sociale sostenuta da Cabrini. Convinto che i lavoratori debbano “fare da sé”, senza inutili intermediazioni, Galli ritiene gli scioperi parziali un utile esercizio in attesa della “grande lotta” finale.
Nel 1906 la vita di Galli ha una svolta decisiva. Un eccidio proletario avvenuto a Torino il 6 maggio dà il via ad una serie di scioperi generali di protesta in tutta Italia. Anche a Milano la proposta di uno sciopero generale ad oltranza, contrastata dai dirigenti della CdL, sembra avere, il 9 maggio, favorevole accoglienza nei comizi operai. A sostenerla con particolare efficacia è Angelo Galli, 23 anni, fratello minore di Alessandro, descritto come “grande signore dell’ideale. Non colto, ma intelligentissimo. [...] un’anima pulsante col dolore del mondo [...], smanioso d’azione” (X. Y. Z., Per l’assassinio dell’anarchico Angelo Galli, «La Protesta umana», 3 nov. 1906). Il 10 maggio, Angelo muore accoltellato dal custode della fabbrica Macchi e Passoni, dove si è recato con alcuni compagni per controllare la presenza di crumiri. Il 13 maggio il feretro di Angelo, preceduto da 15 bandiere di altrettante leghe di resistenza, viene portato a spalla a Musocco e sepolto nel campo xv accanto alle vittime del ’98. Durante il funerale ha luogo un violento scontro tra anarchici e truppe a cavallo. Il pittore Carlo Carrà, allora frequentatore del milieu anarchico, si trova al centro della mischia e, come racconta nelle sue memorie, vede “la bara tutta coperta di garofani rossi ondeggiare minacciosamente sulle spalle dei portatori; [...] i cavalli imbizzarrirsi, i bastoni e le lance urtarsi”. Trasferisce le sue emozioni prima su carta, in un disegno, e poi, nel 1911, su tela, in un famoso quadro intitolato I funerali dell’anarchico Galli, esposto a Parigi, Londra, Berlino nella primavera del 1912 e ora al Museum of Modern Art di New York.
I pubblici propositi di vendetta costringono Galli a riparare in un primo tempo a Lugano per riprendere, però, poco dopo, la sua normale attività di nastraio e di propagandista sindacale. Dalla morte del fratello si può ravvisare in Galli un mutamento di atteggiamento. L’intransigenza lascia il posto alla mediazione. A tal punto che Galli e Rho, in occasione dello sciopero del Verbano, sul finire del 1906, si scontrano con la combattività della CdL di Intra e devono far fronte a dure critiche sulla loro “transigenza”. A partire dal 1907 l’attività sindacale di Galli aumenta di intensità. In qualità di propagandista si sposta da una città all’altra, interviene in numerose vertenze, dando prova di una grande capacità di mediazione, collabora assiduamente al giornale federale. Figura di primo piano al congresso di Biella, IV della Federazione (ott. 1909), sostiene, convinto che “occorrono anche i soldi ad integrare la coscienza e l’entusiasmo”, l’aumento della quota federale.
Nell’agosto 1910 Riccardo Rho si dimette da segretario federale e l’incarico viene assunto da Galli, che conserva anche quello di propagandista. Dal maggio 1911 entra a far parte, sempre in sostituzione di Rho, del Consiglio direttivo della CGdL. Anche se la Questura data al 1915 il distacco di Galli dall’anarchismo e solo allora lo qualifica come socialista riformista, è però ormai evidente la sua totale estraneità al movimento anarchico. Sia Galli che Rho sono da tempo visti dagli anarchici come degli ex compagni. Nulla distingue le loro posizioni da quelle di Buozzi o di Quaglino. Allo scoppio del conflitto europeo Galli viene richiamato, ma fino all’ingresso dell’Italia in guerra continua a svolgere la sua funzione di segretario federale, riuscendo anche a farsi condannare per il vigore con cui dirige un lungo sciopero a Borgosesia, “dando tutto se stesso, anima e corpo alla causa”.
Nel novembre 1915 Galli viene richiamato alle armi e solo nel settembre 1917 ottiene l’esonero perché membro del Comitato Regionale di Mobilitazione Industriale. Sempre nel 1917 entra a far parte della Commissione esecutiva della CdL di Milano e, a fianco di Nullo Baldini, Tommaso Bruno, Cabrini e D’Aragona, della Commissione incaricata di preparare uno schema di disegno di legge sull’assicurazione obbligatoria contro le malattie. Nel dopoguerra Galli è sempre una delle figure di spicco del movimento sindacale confederale, protagonista della grande stagione conflittuale e contrattuale del Biennio rosso.
Fervente fautore dell’autonomia del sindacato dal PSI si scontra, al VI Congresso della Federazione (ottobre 1920), con l’opposizione massimalista e ordinovista, riuscendo sconfitto. Le sue successive dimissioni vengono tuttavia respinte anche dai massimalisti e Galli rimane alla testa della Federazione, affrontando la crisi che porta all’affermazione del fascismo e firmando l’ultimo contratto nazionale nel giugno 1925. Dopo il patto di Palazzo Vidoni dell’ottobre 1925 e la legge del 3 aprile 1926, che chiudono anche formalmente la stagione del sindacalismo libero, G. abbandona l’attività sindacale e si trasferisce a Udine, dove lavora come cassiere presso il laboratorio di sartoria del genero. Nel 1942 viene radiato dal “novero dei sovversivi”. Muore a Udine il 13 marzo 1950. (M. Antonioli)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio di Stato Milano, Questura, busta 84, Anarchici.
Bibliografia: C. Carrà, La mia vita, Milano 1943; L. Marchetti (a cura di), La Confederazione Generale del Lavoro negli atti, nei documenti, nei congressi, 1906-1926, Milano 1962; A. Pepe, Storia della CGdL dalla guerra di Libia all’intervento, 1911-1915, Bari 1971; M.C. Cristofoli, M. Pozzobon, I tessili milanesi, Milano 1981;G.L. Bettoli, Da Milano al Friuli. Storia di Alessandro Galli, sindacalista tessile, «Storia contemporanea in Friuli», n. 37, 2006.
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