FURLOTTI, Gianni

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
FURLOTTI, Gianni

Date di esistenza

Luogo di nascita
Parma
Data di nascita
14 Dicembre 1925
Luogo di morte
Parma
Data di morte
16 Settembre 1999

Biografia / Storia

Nasce a Parma il 14 dicembre 1925 da Ubaldo e Rosina Marenzoni, imprenditore. La famiglia risiede in uno dei quartieri popolari, l’Oltretorrente, dove le tradizioni sovversive hanno radici profonde. Il padre Ubaldo è un anarchico individualista, militante dell’usi, ardito del popolo, come arditi sono il fratello Adelmo e quello della madre, Virgilio Marenzoni tutti partecipanti attivi nelle barricate a Parma del 1922. È, dunque, intorno al focolare domestico che F. apprende i primi rudimenti di quella cultura politica che lo porta, giovanissimo, a partecipare al movimento antifascista parmense. Nell’estate del 1943, F. conosce, rimanendone “affascinato”, il comunista bordighista Guido Torricelli. Questi, rivoluzionario “tutto di un pezzo”, avrà un ruolo non secondario nella formazione del giovane che, pieno di entusiasmo, inizia a frequentare gli ambienti operai da cui nasce in breve tempo la federazione parmense del Partito comunista Internazionalista. Il suo battesimo del fuoco lo ha nel settembre del 1943 quando viene arrestato, per ordine di un ufficiale badogliano, perché sorpreso a cantare Bandiera rossa mentre rincasa con un gruppo di amici. Venti giorni di carcere non piegano certamente la foga del giovane rivoluzionario. L’episodio gli procura un bel rimprovero da Torricelli che lo accusa di eccessiva ingenuità. F. non partecipa direttamente alla Resistenza perché, come lui stesso ha raccontato, si mantiene ligio alle direttive del partito che considera la guerra come il frutto di uno scontro tra due imperialismi da cui il proletariato non avrebbe tratto nessun giovamento. Alla fine del 1945, però, rompe ogni rapporto con il partito – di cui per altro non ha mai preso la tessera –, pur conservando invece profonda stima per il suo maestro Torricelli. All’anarchismo arriva un po’ per indole personale, un po’ per tradizione familiare ma soprattutto perché alla fine del 1945 incontra un vecchio ciabattino libertario che abita in via Bixio, Giuseppe Allodi. Tramite quest’ultimo, F., fa la conoscenza di un altro grande calzolaio della Parma ribelle, Dino Paini. Da questo momento inizia per F. la sua lunga militanza libertaria. Dopo pochi mesi dall’incontro con Allodi e Paini nasce un primo gruppo anarchico di cui fanno parte oltre ai due anziani militi Carlo Ruggieri, Spartaco Parenti, Giuseppe Meda, Giovanni Pedrazzoli, Ettore Mannini, F. e altri compagni. Al secondo congresso della fai (Bologna 1620 mar. 1947), il gruppo parmense è rappresentato da F., Parenti, e Mannini. Nei decenni successivi F. rimane un punto di riferimento importante per tutte le attività politiche e culturali della provincia. Accanto ai suoi molteplici interessi coltiva sempre la passione per lo studio della storia sociale e contemporanea della sua città. Collaboratore di diversi periodici libertari, scrive spesso su quotidiani locali raccontando la storia delle classi subalterne e i protagonisti delle barricate del 1922, da Paini a Picelli. Muore improvvicamente, stroncato da un infarto, a Parma il 16 settembre 1999. (F. Bertolucci)

Fonti

Fonti: Biblioteca Franco Serantini, intervista a Gianni Furlotti, Cavi di Lavagna, 5 ago. 1995, a cura di F. Bertolucci.
 
Bibliografia: G. Furlotti, Parma libertaria, Pisa 2001.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Ubaldo e Rosina Marenzoni

Bibliografia

2003

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Collezione

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