​FRUGIS, Raffaele

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​FRUGIS, Raffaele

Date di esistenza

Luogo di nascita
Polignano a Mare
Data di nascita
December 7 1883
Luogo di morte
Napoli

Biografia / Storia

Nasce a Polignano a Mare (BA) il 7 dicembre 1883 da Giuseppe e Maria Frugis, impiegato ferroviario (pseudonimi: “Raffaele Fiore”, “Lelio Graf”, “Lelio Grafo”). Si arruola nel 1901 quale allievo sergente nella Brigata Ferroviaria del Genio. Terminato il periodo di leva, è assunto come capo conduttore delle Ferrovie dello Stato nel compartimento di Taranto. Qui svolge attiva propaganda socialista rivoluzionaria, e specialmente contro la guerra, tanto che viene fatto traslocare una prima volta a Lucera e poi, il 20 agosto 1917, a Caltanissetta, “sotto la maschera di ‘esigenze di servizio’, (ma in realtà) come internato!”. Il 6 marzo 1918 va a Roma per prendere parte al congresso dei ferrovieri, proibito dalle autorità. Aderisce subito dopo all’USI e tiene numerose conferenze agli iscritti, specialmente ferrovieri, delle province di Caltanissetta, Palermo e Messina. Il 18 maggio 1919 inaugura la cdl di Canicattì, pronunciando un discorso contro il militarismo. Inizia da qui un intenso lavoro di organizzazione tra i minatori dell’interno dell’isola, che sfocia in un congresso tenutosi a Serradifalco, nel giugno 1919, a cui partecipano le leghe di 32 centri zolfiferi siciliani. Il congresso approva, tra l’altro, la riduzione della giornata di lavoro a sei ore e l’abolizione del lavoro a cottimo. Quest’“opera da gigante” compiuta da F. viene subito sanzionata con un nuovo trasferimento, stavolta a Bari, andato a vuoto per l’immediata mobilitazione dei socialisti e anarchici del nisseno. F. ha stretto, infatti, amicizia con Calabrò, Caminiti, Mangione, Cianciolo, Cataudella, membri del gruppo anarchico che si costituisce a Caltanissetta nel 1921; con Lo Presti a Canicattì, Martinez a Lentini, Ciccio Curiale a Vizzini ed altri, insieme ai quali raccoglie fondi per «Il Libertario» di Spezia e «Umanità nova». Nei comizi pubblici tenuti a Caltanissetta il 9 luglio 1919, in preparazione dello sciopero generale, e il 9 dicembre, viene denunciato per avere eccitato e inneggiato alla rivoluzione (verrà amnistiato). Nel giugno del 1920 si porta a Palermo, presso il circolo macchinisti e alla cdl, dove tiene conferenze di propaganda. Il 13 febbraio 1921 è di nuovo a Canicattì dove, al termine di una conferenza tenuta alla cdl, organizza una manifestazione di protesta contro l’inaugurazione della bandiera del Circolo giovanile dei combattenti nazionalisti. Delegato, in rappresentanza delle sette categorie, al congresso del SFI che si tiene a Bologna il 17 febbraio successivo, svolge le funzioni, in questo periodo, di propagandista stipendiato del psi e di dirigente della Camera del lavoro confederale di Caltanissetta, con tendenze rivoluzionarie. Nei primi mesi del 1921 si assiste a Caltanissetta a un crescendo di violenze squadristiche, con incendi e devastazioni della Camera del lavoro, del Circolo dei ferrovieri e delle altre organizzazioni proletarie della città, e attentati ai danni dei militanti più in vista. F. corre ai ripari e, assieme al giovane comunista Pompeo Colajanni e all’anarchico Michele Mangione, riesce a costituire un fronte comune dal basso di squadre operaie, di studenti e di intellettuali che fronteggiano validamente armati l’offensiva fascista. Il 1° maggio 1922 conclude con un comizio in piazza un imponente corteo proletario. Per aver partecipato allo sciopero del 2 e 3 agosto viene licenziato dalle Ferrovie. Fermato per misure di PS, il 17 dicembre è rimpatriato a Polignano a Mare con foglio di via obbligatorio. Torna in Sicilia l’anno dopo, recandosi a Palermo dove entra a far parte della redazione de «Il Vespro anarchico». Il 1° aprile 1924 pubblica un articolo su «L’Adunata dei refrattari», Farisei venderecci!, in cui incita i siciliani a sollevarsi contro il fascismo. Viene subito incriminato e il 23 aprile arrestato dopo la pubblicazione, sullo stesso giornale, di un appello da lui firmato a nome degli anarchici della Sicilia centrale, per la mobilitazione in favore di Sacco e Vanzetti. Difeso dall’avv. Rocco Gullo, ottiene la libertà provvisoria il 9 agosto. Il 30 settembre abbandona Palermo nottetempo e si reca prima a Firenze, da un fratello, poi a Polignano a Mare, dove partecipa a scontri con i fascisti locali, infine a Napoli dove il 22 novembre viene fermato in compagnia di anarchici del luogo. Il 25 ottobre è intanto apparsa su «Il Vespro anarchico» di Tunisi una diffida nei suoi confronti, formulata da Paolo Schicchi, colà rifugiato, sulla base di “voci” che attribuiscono a F. l’intenzione di voler passare al fascismo. Questi chiede e ottiene che un giurì si pronunci sul merito. La sua situazione economica, intanto, si è fatta critica. Con una compagna e tre figli in tenera età da sfamare, cerca affannosamente di trovare un lavoro: impiegato in una libreria, poi rappresentante di una ditta che smercia olio e vino. La polizia interviene ogni volta per farlo licenziare. Invia allora un esposto a Mussolini, in cui sembra volersi piegare al regime. È il 18 febbraio 1927. Quattro mesi dopo, l’11 giugno, viene trovato morto, a Napoli, probabilmente d’inedia. (N. Musarra)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio di Stato Palermo, Gabinetto Questura (1920-1943), b. 467 (1927), f. ad nomen.
 
Bibliografia: G. Micciché, Dopoguerra e fascismo in Sicilia. 19191927, Roma 1976, p. 98; F. Falcone, Antifascisti nisseni, Caltanissetta 1992, pp. 11-12, 18, 36-39.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Giuseppe e Maria Frugis

Bibliografia

2003

Persona

Collezione

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