​FRASCHINI, Mauro Modesto

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​FRASCHINI, Mauro Modesto

Date di esistenza

Luogo di nascita
Pizzighettone
Data di nascita
September 27 1871
Luogo di morte
Novara

Biografia / Storia

Nasce a Pizzighettone (CR) il 27 settembre 1871 da Luigi e Paola Cappellini, detto “Maurino”. Gasista, poi elettricista, frequenta le prime classi elementari. Descritto dalla polizia come “dedito all’ozio, al vagabondaggio e alla violenze”, nel 1888 si spinge fino a Napoli a piedi distribuendo “opuscoli, stampati e giornali anarchici delittuosi”. Nel 1889 lo troviamo a Milano, aderente al gruppo “Avanguardia” e membro della Federazione anarchica e per questo denunciato e condannato. Nei primi anni Novanta è “amico indivisibile del Gori” a Milano e lo segue in un primo tempo a Lugano. Rientrato in Italia nel novembre 1894, viene arrestato a Roma e inviato al domicilio coatto per tre anni. Prima a Tremiti, poi a Ustica, F. viene rilasciato anticipatamente nel 1896. Nel maggio 1898, “per tema di essere arrestato”, ripara a Lugano, ma viene espulso qualche mese dopo. Dopo l’attentato Bresci F., come Carlo Colombo, viene arrestato ma poi rilasciato. Attivo sostenitore della stampa libertaria milanese, è nel 1904 uno dei redattori de «Il Grido della folla». Nel 1909 viene inserito da Ettore Molinari e Nella Giacomelli, insieme con Giovanni Gavilli, Roberto D’Angiò e Luigi Molinari, tra “gli individui equivoci, o litigiosi, o truffatori, o succhioni” (Epifane [E. Molinari]  Ireos [N. Giacomelli], Un triste caso di libellismo anarchico (Risposta ad un turpe libello di Paolo Schicchi), Milano 1909, p. 53). Secondo la versione di Schicchi, F. “trattato come spia dalla stessa Ireos, andò a schiaffeggiarla e a pestarla fino a casa. Accorso in aiuto di costei l’epifanesco bertone, il Fraschini si mise sotto i piedi anche lui” (P. Schicchi, Le degenerazioni dell’anarchismo, La Spezia 1909, p. 35). Nel 1910 F. fa parte della redazione della nuova serie de «Il Grido della folla». Nel 1912 si trasferisce a Biella dove lavora come elettricista, nel 1917 a Torino, nel 1918 di nuovo a Milano e nel 1919 ancora Biella. Sempre vigilato, muore nel tubercolosario di Novara il 12 agosto 1925. (M. Antonioli)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio di Stato Milano, Gabinetto Prefettura, Pratiche individuali.
 
Bibliografia: M. Binaghi, Addio, Lugano bella, Locarno 2002, ad indicem.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Luigi e Paola Cappellini

Bibliografia

2003

Persona

Collezione

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