FOTI, Giovambattista

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
FOTI, Giovambattista

Date di esistenza

Luogo di nascita
Siderno
Data di nascita
November 8 1912
Luogo di morte
Siderno

Biografia / Storia

Nasce a Siderno (RC) l’8 novembre 1912 da Giuseppe e Angiolina Diano, giornalista, detto “Titta”. Non si conosce molto dell’attività politica e culturale del giovane F. Egli arriva ad Ancona nel 1942 prestando servizio militare e alla fine della guerra sembra che abbia salvato Giorgio Albertazzi da una sicura fucilazione da parte dei partigiani. Si avvicina al movimento anarchico probabilmente verso la fine del 1944 e all’inizio del 1945, suoi articoli appaiono su vari giornali come «Umanità nova» e «L’Agitazione» sul quale firma tutti gli editoriali. F., chiamato comunemente Titta, partecipa, come rappresentante del gruppo “Malatesta” di Perugia, della Federazione Anarchica Marchigiana e della Federazione Comunista Libertaria di Cremona, al primo congresso della fai dopo la fine della guerra, a Carrara nel settembre del 1945. Nei due anni della sua intensa militanza svolge una frenetica attività di propagandista nelle regioni delle Marche e dell’Emilia Romagna. Facondo e affascinante oratore, secondo le cronache dei giornali dell’epoca, diventa ben presto una delle voci libertarie più ascoltate. Le sue conferenze e i suoi contraddittori su temi vari, come l’anticlericalismo o l’attualità politica, suscitano un vasto concorso di pubblico e hanno ampio risalto sulla stampa anarchica come «L’Aurora», «L’Adunata dei refrattari» e «Volontà». L’anonimo cronista de «L’Agitazione» dell’11 novembre così descrive la conferenza di F. al teatro Pergolesi di Jesi su Gli anarchici e lo Stato: “Nel teatro gremito all’inverosimile, nella piazza sottostante dove giungeva la voce per mezzo di appositi altoparlanti il pubblico ha ascoltato con la massima attenzione l’esposizione chiara e convincente del compagno, applaudendo a lungo”. Il 1718 marzo 1946 partecipa al convegno nazionale della fai a Firenze, ma poi, in estate, il rapporto tra F. e il movimento anarchico si interrompe improvvisamente. Ugo Fedeli nel numero di «Umanità nova» dell’11 agosto firma un breve comunicato a nome dell’organizzazione anarchica in cui si afferma: “La fai rende noto a tutti i compagni di Italia e dell’estero che Titta Foti non si può considerare un compagno”. Non è dato sapere i reali motivi di tale brusca separazione, diverse furono le interpretazioni dei compagni all’epoca e anche più recentemente si è cercato di fare chiarezza sul “caso Foti”. Sono state invocate divergenze politiche e questioni personali senza tuttavia riuscire finora a fornire un’interpretazione univoca e coerente della vicenda. Negli anni Sessanta F. continua la sua attività di scrittore e giornalista, dirige il settimanale «Il Gazzettino dello Ionio». Muore a Siderno il 6 settembre 1978. (F. Bertolucci)

Fonti

Bibliografia: Federazione anarchica italiana, Congressi e convegni 1944-1962, a cura di U. Fedeli, Genova 1963, pp. 43-68, 73-80; I. Rossi, La ripresa del Movimento Anarchico Italiano e la propaganda orale dal 1943 al 1950, Pistoia 1981, ad indicem; A. Salerni, Titta Foti, Roma 1991.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Giuseppe e Angiolina Diano

Bibliografia

2003

Persona

Collezione

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