CAPONETTO, Paolo Giovanni
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- CAPONETTO, Paolo Giovanni
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Francofonte
- Data di nascita
- August 28 1888
- Luogo di morte
- Catania
Biografia / Storia
- Nasce a Francofonte (Sr) il 28 agosto 1888 da Giuseppe e Mattia Paganello, impiegato daziario. Accusato ingiustamente, grazie a false testimonianze, di avere causato la morte di un coetaneo diciottenne, viene arrestato il 30 agosto 1906, processato ed il 30 marzo 1908 condannato per “omicidio preterintenzionale”, dalla Corte d’assise di Siracusa, a 12 anni e sei mesi di reclusione, ridotti per buona condotta a 10 anni, scontati nelle carceri di Siracusa e Lecce. A fine pena, viene tradotto coattivamente al paese natio, e sottoposto a libertà vigilata. Con l’avvento del fascismo si manifesta suo irriducibile oppositore. Viene arrestato il 23 settembre 1926 a Milano per “frasi ingiuriose pronunciate nei riguardi di S.E. il primo ministro Mussolini” e condannato dalla Corte d’assise a sei mesi di carcere e a una multa. Rilasciato il 23 marzo 1927, viene tradotto coattivamente a Francofonte. Su sollecitazione del Ministero dell’Interno è convocato dalla Commissione Provinciale per l’Ammonizione e il Confino il 15 giugno dello stesso anno. La sua abile oratoria convince il collegio giudicante della sua “non pericolosità ai fini dell’ordine e della sicurezza nazionali” essendo dovuta la condanna riportata ad “accuse diffamatorie da parte di una famiglia da cui era malvisto”. Emigra clandestinamente in Francia nella seconda metà del 1929. La sorella Lucia, moglie dell’anarchico Salvatore Renda, era stata arrestata a Genova il 29 novembre 1926, deferita al Tribunale Speciale per “propaganda sovversiva e tentato espatrio clandestino” e condannata il 31 maggio 1930 a un anno di reclusione, espiato presso il carcere femminile delle Mantellate a Roma. All’Hotel de Lyon, a Marsiglia, C. è in contatto con Paolo Schicchi, Filippo Gramignano, Salvatore Renda e Vincenzo Mazzone. Inscritto dal 17 novembre 1929 nella “Rubrica di frontiera” e nel «Bollettino delle ricerche» come “pericoloso, da arrestare”, sopravvive miracolosamente il 9 agosto 1931 al crollo dello stabile dove lavora come guardiano. Presente a Barcellona nel 1936, iscritto al Comitato della LIDU, svolge funzioni di collegamento tra il battaglione italiano e il movimento anarchico spagnolo e internazionale. Un suo articolo sulla disfatta in Catalogna viene pubblicato da «Il Risveglio anarchico» nel 1939. “Fonti confidenziali” ne segnalano la presenza a Tunisi nel 1940 insieme a Mazzone. Rientra in Italia alla fine del 1945; nel mese di settembre tiene qualche conversazione pubblica a Messina e diverse altre presso il circolo “Umanità nova” di Catania. Muore a Catania il 7 agosto 1959.
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Caponetto Lucia; Sentenza Ufficio storico dello SME, Il Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato. Decisioni emesse nel 1930, 17 voll., Roma 1980-1999; Archivio dello Stato - Milano, Tribunale Penale, sentenza n. 3232 (1926).
Bibliografia: Gli scampati, «Il Risveglio», 21 feb. 1939; U. Consiglio, Ricordi di Spagna, «L’Era Nuova», Palermo, mag. 1946; G. Cerrito, La rinascita dell’anarchismo in Sicilia, Genova 1956; Ufficio storico dello SME, Il Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato. Decisioni emesse nel 1930, 17 voll., Roma 1980-1999; G. Miccichè, La Sicilia tra Fascismo e Democrazia, Ragusa 1985; Antifascisti nel Casellario politico centrale, 18 voll., Roma, 1988-1995, ad nomen; F. Gramignano, Il tentativo rivoluzionario di Paolo Schicchi del 1930, Pescara 1997.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Giuseppe e Mattia Paganello
Bibliografia
- 2003