FIERAMONTE, Dario
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- FIERAMONTE, Dario
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- San Giovanni Lupatoto
- Data di nascita
- 1893
Biografia / Storia
- Nasce a San Giovanni Lupatoto (VR) il 16 ottobre 1893 da Luigi e Guerina Lanzetti. Vetraio, ha una istruzione elementare. Trasferitosi con la famiglia a Milano, “frequenta la compagnia di pericolosi sovversivi”. Condannato nel 1911 per oltraggio e violenza agli agenti, F. emigra una prima volta in Svizzera alla ricerca di lavoro nel 1912, ma nel 1913 è di nuovo a Milano, iscritto all’usm e attivamente presente, tanto da essere arrestato, nello sciopero degli automobilisti nel maggio. Chiamato sotto le armi nel settembre e assegnato al 2° Bersaglieri a Roma, viene inviato alla compagnia di disciplina a S. Leo per aver rifiutato di prestare “Il solito e ipocrita giuramento al re e alla patria” (Le vittime del militarismo, «Volontà», 22 nov. 1913). F. diventa così, con Masetti e Moroni, uno dei simboli della campagna antimilitarista. Riformato nell’ottobre 1914, ritorna a Milano per trasferirsi a Casale Monferrato, dove lavora come elettricista. Nuovamente a Milano, partecipa alle manifestazioni contro l’intervento italiano e viene ferito durante le “radiose giornate”. Alla fine del 1915 ripara a Ginevra e nel 1916 viene internato nel campo di Vitzwill. Nel 1918 l’Ambasciata italiana a Parigi lo segnala in Germania, insieme con Enrico Arrigoni e Federico Ustori. Agli inizi del 1919 F. è coinvolto nel processo delle bombe di Zurigo, con Bertoni, Restelli, Ghezzi, Macchi, Castagna, Monanni e Arrigoni, e nel giugno – al pari di Arrigoni – viene assolto in contumacia (Il processo delle bombe a Zurigo, «L’Avvenire anarchico», 26 giu. 1919). Nel frattempo si era diffusa la notizia che F. fosse caduto “combattendo nelle fila degli spartachiani” e poi che fosse stato arrestato e avviato in Russia, sulla falsariga delle notizie che filtravano a proposito di Arrigoni. In settembre, tuttavia, F. è in Italia e viene tradotto dai Carabinieri da Verona a Milano, dove raccoglie sottoscrizioni per l’«Iconoclasta!» di Pistoia. Tra il 1920 e il 1921 si sposta a più riprese, sempre lavorando come vetraio, tra Milano, Pescia e S. Giovanni Lupatoto. A Pescia guida la manifestazione di protesta per l’eccidio di Decima Persiceto (5 apr. 1920), a Verona svolge le funzioni di propagandista per la cdl sindacale. Con l’avvento del fascismo F. sembra smettere ogni attività politica. Garzone d’osteria a Livorno nel 192526, vetraio a Incisa Bello e a Milano tra il 1926 e il 1930, negli anni Trenta lavora come piazzista nel capoluogo lombardo e, pur considerato “anarchico pericolosissimo”, non dà “luogo a rilievi”, nonostante un arresto a Roma nel 1934 e qualche fermo cautelativo. Dopo lo scoppio della guerra, nel luglio del 1940 viene tradotto al campo di concentramento di Collefiorito di Perugia, nel gennaio 1941 a quello di Istonio e alla fine dello stesso anno alla colonia di Pisticci (MT). Viene liberato dagli antifascisti nell'agosto del 1943. Nel Secondo dopoguerra si avvicina al Partito comunista italiano. Muore a Milano nel 1971. (M. Antonioli)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio di Stato Milano, Gabinetto Prefettura, Pratiche individuali.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Luigi e Guerina Lanzetti
Bibliografia
- 2003