​FERTUZZI, Giacomo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​FERTUZZI, Giacomo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Imola
Data di nascita
October 29 1860
Luogo di morte
Imola

Biografia / Storia

Nasce a Imola (BO) il 29 ottobre 1860 da Filippo e Margherita Balla, barbiere. Frequenta le scuole elementari fino alla 4a classe e nella città natale nel 1881 è attivo nel locale Circolo Socialista e nella società “I Figli del Lavoro”, e nel 1886 è fra i firmatari, assieme agli anarchici Antonio Cornacchia e Ugo Lambertini, di un manifesto elettorale a favore di Andrea Costa e Quirico Filopanti. Due anni dopo è fra i fondatori del Comitato Elettorale Operaio, i cui soci “considerando che i lavoratori non possono aver nessun miglioramento dall’opera dello Stato il quale è il difensore degli interessi e privilegi borghesi […] deliberano di entrare nelle lotte elettorali amministrative con criteri propri tendenti alla propria emancipazione” mantenendo intatta la loro fede nella necessità della rivoluzione sociale. Nel febbraio 1890 gli anarchici imolesi presenti nel Circolo Socialista interrompono ogni collaborazione con i socialisti legalitari ed escono dal circolo, organizzandosi autonomamente nel locale gruppo anarchico. F. è con loro e assume la gerenza de «La Plebaglia», il primo degli innumerevoli numeri unici e giornali anarchici, animati da Adamo Mancini, che usciranno a Imola fra il 1890 e il 1893. Nel corso dell’anno la propaganda anarchica nella città si fa più vivace e in ottobre viene addirittura impedito lo svolgimento del consiglio comunale a guida socialista, accusato di tradire gli interessi operai. F., Lambertini e Mancini sono gli animatori della protesta e sempre loro in ottobre rappresenteranno gli anarchici imolesi al convegno, tenutosi a Faenza, nel corso del quale i socialisti antiautoritari promuoveranno la fondazione della Federazione Romagnola della Lega d’Azione Socialista Rivoluzionaria Internazionale. Dopo essere stato assolto dall’accusa di reato di stampa in qualità di gerente de «La Plebaglia», nel 1891 entra a far parte della redazione de «La Rivendicazione» che uscirà per 11 numeri. L’anno successivo cade in una retata poliziesca alla vigilia del 1° maggio, ma dopo una ventina di giorni di carcere, sufficienti per impedire a lui e ad altri compagni di partecipare alla giornata di lotta, viene prosciolto. Nel 1894, è accusato, assieme a numerosi altri anarchici, di avere protetto Paolo Lega quando costui si recò a Imola nel maggio precedente il fallito attentato a Crispi, e dopo un’avventurosa fuga sui tetti che in un primo tempo gli permette di sottrarsi all’arresto, viene successivamente catturato. Dopo un breve periodo di detenzione è scarcerato per la caduta dell’accusa, ma il 20 ottobre dello stesso anno subisce un nuovo arresto, assieme a parecchi compagni di fede tra i quali Adamo Mancini e Giulio Astorri. Proposto per l’invio al domicilio coatto, la richiesta non viene accolta e quindi il F. è nuovamente scarcerato. Nel 1898 è fra i firmatari della protesta contro il processo anconetano a Malatesta, apparsa nel supplemento al numero de «L’Agitazione» del 31 marzo. Sempre attivo nell’opera di propaganda, costante nelle sottoscrizioni e presente a tutte le manifestazioni, nel 1905 diviene membro della Commissione esecutiva della Camera del lavoro come rappresentante della corrente anarchica e in tale veste promuove, assieme a Lambertini, un referendum tra gli iscritti per salvaguardare l’organizzazione operaia da ogni ingerenza partitica. Sconfitto nel comprensorio, seppur vincente tra gli iscritti nella cerchia urbana, questi contrasti sul ruolo e l’autonomia del sindacato lo porteranno a dimettersi da ogni incarico alla fine del 1907. Costantemente vigilato, nel 1914 aderisce al Fascio Libertario Imolese e l’anno successivo, allo scoppio della guerra, entra a far parte del Comitato di assistenza cittadina per la guerra, volto a fornire aiuto alle famiglie bisognose dei richiamati. Durante il periodo bellico Imola diventa un attivo centro di assistenza ai numerosi disertori della regione e tutto il movimento anarchico locale si prodiga a fornire loro sostegno e protezione. Nel dopoguerra F., divenuto membro del Comitato esecutivo dell’Unione anarchica emiliano romagnola, incarico che manterrà per tre anni, continua a prestare la propria opera al pensiero anarchico, sempre presente alle iniziative promosse dal movimento e sempre costante nelle sottoscrizioni e negli aiuti economici. Fedele ai propri ideali, continua a essere vigilato dall’autorità anche se “pur professando tuttora idee anarchiche, non dà luogo a rilievi”. Muore a Imola il 4 ottobre 1929. (T. Marabini – M. Ortalli)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archvio storico della FAI, Fondo Anarchici Imolesi; Sezione Archivio di Stato Imola, gsp.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Filippo e Margherita Balla

Bibliografia

2003

Persona

Collezione

città