CANTINI, Egisto
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- CANTINI, Egisto
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Livorno
- Data di nascita
- August 10 1900
- Luogo di morte
- Marsiglia
Biografia / Storia
- Nasce a Livorno il 10 agosto 1900 da Attilio e Fortunata Sarnelli, manovale, cameriere. Militante anarchico, viene chiamato alle armi il 4 marzo 1918 e mandato subito in zona di guerra, dove prende parte alle ultime fasi del conflitto, nelle file del 41º rgt di fanteria. Rientrato a Livorno al principio del 1919, deve tornare sotto le armi due anni dopo e viene dislocato alla Spezia, dove partecipa ai moti rivoluzionari, che hanno luogo nella città. Di nuovo a Livorno, è più volte bastonato a sangue e minacciato di morte dai fascisti, perché frequenta gli “elementi sovversivi”: perciò, nel 1923, emigra clandestinamente in Francia, stabilendosi a Marsiglia, dove dispiega una notevole attività contro la condanna a morte di Sacco e Vanzetti. Al principio del 1927 è in corrispondenza con l’anarchico livornese Lanciotto Corsi, in maggio partecipa alla festa a favore dei figli dei carcerati politici, organizzata dai militanti libertari nel Bar Coulomb, e il 4 giugno viene schedato come anarchico. Il prefetto di Livorno scrive: “Preferiva la compagnia di comunisti, ma non svolgeva aperta propaganda, per cui non era noto come sovversivo. Nel 1923 emigrò clandestinamente in Francia, a Marsiglia, dove si è fatto notare per l’attività politica sovversiva ed antifascista che esplica”. Iscritto nella “Rubrica di frontiera”, quale anarchico “da perquisire, vigilare e segnalare”, C. si sposta in Spagna dopo la proclamazione della Repubblica, trovandosi presto in difficoltà, tanto che al principio del 1932 viene munito di un foglio di via per il rimpatrio dal console italiano di Málaga. Imbarcatosi sul piroscafo Tre Marie, diretto in Italia, scende invece ad Alicante e ritorna a Marsiglia. Quattro anni dopo, sul finire del 1936, valica i Pirenei per la seconda volta, per arruolarsi nelle “milizie rosse” e opporsi ai franchisti, come riferiscono, al principio del 1937, il console fascista di Marsiglia e il Ministero dell’Interno. Volontario nella Colonna Italiana, composta ormai quasi esclusivamente da anarchici e comandata da Giuseppe Bifolchi e Tomaso Serra, combatte sul fronte aragonese e si fa apprezzare per il coraggio e il disprezzo del pericolo. Iscritto nel «Bollettino delle ricerche», ottiene, dopo sei mesi di trincee, una licenza e, qualche giorno dopo i sanguinosi fatti di Barcellona, torna a Marsiglia per vedere la vecchia madre, poi, ai primi di giugno, va ad ascoltare il deputato comunista Cristobal, che parla nel Bar Artistic del “quartiere rosso della Belle-de-Mai. Il parlamentare del pcf tesse l’apologia delle Brigate internazionali ed esalta il ruolo dei comunisti in Spagna, ma C., senza farsi intimidire dalle furiose reazioni degli stalinisti, condanna apertamente l’operato del Fronte popolare spagnolo. Nei giorni seguenti C. è minacciato dalla CEKA comunista e aggredito a seggiolate, poi, a mezzogiorno e un quarto del 7 giugno, viene affrontato da un gruppetto di stalinisti e colpito da due proiettili al petto e al braccio destro. Malgrado la gravissima ferita al torace, riesce a risalire la rue Sainte-Victorine, lasciando sul terreno una lunga scia di sangue e portandosi fino alla casa di un suo cugino, dove spira di lì a poco. I giornali raccontano che durante la sparatoria sono stati feriti pure il materassaio trentaquattrenne Enrico Braccini, nato e residente a Marsiglia, e la vedova cinquantottenne Marie Bettini, e ripetono che l’assassinio di C. è l’epilogo “della battaglia oratoria della domenica precedente”. La tesi che l’esule si sia suicidato, dopo aver sparato diversi colpi di pistola, viene esclusa dall’autopsia, la quale accerta che C. è stato ucciso da una pallottola al petto e ferito da un proiettile al braccio destro. L’11 giugno il console fascista di Marsiglia conferma al Ministero dell’Interno che C. è stato soppresso per ordine dei comunisti con i quali era in aspro dissidio per i fatti di Barcellona. Negli stessi giorni il foglio stalinista «Rouge-Midi» calunnia C., denunciandolo come simpatizzante del Parti populaire français, la formazione fascista francese, fondata dall’ex esponente comunista Jacques Doriot, e non si perita di affermare che sarebbe stato “ucciso per errore da uno dei suoi amici, che sparava sui militanti antifascisti”.
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Amministrazione, «La Diana», 1 dic. 1927; Un ex-milicien est abattu à Marseille, «Le Matin», 8 giu. 1937; L’autopsie de Cantini a établi que l’ex-milicien ne s’est pas suicidé, ivi, 9 giu. 1937; Egisto Cantini: ce qu’il a été, [Marseille], [1937]; La version véridique: après la calomnie, l’assassinat!, ivi; Baffino [A. Catani]. Il a offert sa vie en Espagne, il est venu la perdre à Marseille insulté et provoqué, ivi; Sandonini, Santini assassinato, «Il Risveglio», 26 mar. 1938.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Attilio e Fortunata Santarelli
Bibliografia
- 2003