CANOVI, Angelo

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Intestazione
CANOVI, Angelo

Biografia / Storia

Nasce a Reggio Emilia presumibilmente nel 1846 da Giovanni Battista. Di professione liquorista, è noto col soprannome di “Budel”. Fin dai primi anni di attività del Circolo internazionalista locale (1873-74), i maggiori animatori sono “Angelo Canovi, il più tartassato dalla polizia, Giovanni Ferrarini, conciapelli (più tardi oste), Patrizio Giglioli, grossista, proveniente da Mirandola, lo scandianese Pietro Artioli, il tipografo Pietro Bondavalli” (Zavaroni). Sciolto per decreto ministeriale nell’aprile 1877, il Circolo, la cui attività risente del continuo allontanamento dei soci, si ricostituisce poco dopo col nome di Fratellanza Reggiana, riproponendosi di riallacciare i rapporti con A. Costa e con le sezioni romagnole dell’Internazionale. Nel 1877 si consuma la definitiva la frattura fra l’Artioli, che ha abbracciato posizioni nettamente gradualiste e legalitarie, ed il movimento anarchico locale. Di conseguenza è C., coadiuvato da Ferrarini e Cigarini, ad assumere un ruolo trainante (all’epoca, secondo un elenco della polizia, l’organizzazione internazionalista conta 46 affiliati). Nel 1879 C. assume una posizione di preminenza tra gli internazionalisti reggiani. Pur mostrando posizioni controverse circa il rapporto con i socialisti “legalitari”, C. si definisce “socialista rivoluzionario”. Nel giugno del 1879 compare quale imputato presso la Corte d’appello di Modena, assieme ad Arturo Ceretti e Antonio Gilioli di Mirandola, Luigi Olivi e Giovanni Cigarini di Reggio Emilia. Sono accusati di cospirazione contro la sicurezza interna dello Stato e di far parte, in quanto internazionalisti, di un’associazione di “malfattori, che operava per la distruzione della forma di governo, della classe borghese e della proprietà”. A C., cui non giova l’essere in corrispondenza con l’imolese A. Costa e col mirandolese A. Ceretti, si imputa in particolare di aver tenuto affisso nel suo negozio, una rivendita di liquori ubicata in piazza del Duomo, l’effigie di Giovanni Passannante, attentatore del re Umberto I (1878). Al ritratto, C. ha sostituito la dicitura di “assassino” con quella di “amico” del re Umberto e di Benedetto Cairoli. Nei primi mesi del 1881 la polizia scopre che quindici internazionalisti reggiani, in relazione con l’estero e certo in contatto con noti esponenti di livello nazionale, fanno parte della “Lega dei Volontari della Libertà” di Bologna. Il primo, indicato da un rapporto del Prefetto del novembre 1881, è C., definito l’internazionalista più zelante. Nel 1882, ricostituito ad inizio d’anno il Circolo Socialista, C., con Gilioli e Cepelli che ne sono a capo, intraprende la pubblicazione de «Lo Scamiciato», sottotitolo: “La Voce del Popolo”, il cui peso finanziario grava però soprattutto sulle sue spalle. Pur essendo «Lo Scamiciato» il banditore di molte delle idee-forza dell’anarchismo, questa tendenza non rispecchia le posizioni di tutto il movimento internazionalista reggiano. Certo è che C., con Gilioli, Cepelli e Masoni, condivide totalmente le idee anarchiche rivoluzionarie. Il tempo dell’intransigentismo anarchico comincia tuttavia ben presto a flettersi anche tra gli internazionalisti reggiani. L’irruzione del giovane Camillo Prampolini sulla scena politica locale dalle colonne de «Lo Scamiciato», fa emergere con maggior chiarezza le divergenze ideologiche e di linea politica all’interno del Circolo Socialista. In vista delle elezioni politiche del 1882 si costituisce infatti il Comitato Operaio Elettorale permanente della città e provincia di Reggio Emilia, che vede la collaborazione di repubblicani e socialisti. Ma C. non è considerato un “legalitario” sincero. Verrà accusato, infatti, di essere uno dei mandanti degli “sfregi” che la notte tra il il 2 e il 3 giugno 1882 vengono compiuti nelle abitazioni di alcune zone della città. Lo stesso C. è delegato in rappresentanza de «Lo Scamiciato» ai lavori del Congresso tenuto a Bologna dai radicali (8 ago. 1883), cui partecipano numerosi esponenti repubblicani e socialisti, dal quale nasce il Fascio della Democrazia che tuttavia ha vita breve. I socialisti reggiani partecipano invece, con piena soddisfazione, al Congresso di Forlì (1884) dove il pssr diventa psri. In realtà i socialisti reggiani, divisi tra i collettivisti e uno sparuto nucleo anarchico, non aderiscono al partito socialista costiano. Nel 1885 C. è sempre in contatto col “Comitato rivoluzionario” del partito anarchico internazionale. Il 20 ottobre 1885 lo stesso C., considerato dalla Polizia regia “il banditore indefesso di teorie anarchiche” e capo di un neonato Circolo anarchico reggiano (assai precario), viene trovato in possesso di un manifestino sovversivo indirizzato all’insurrezione della Sicilia, mentre nel marzo 1886 gli viene attribuita la paternità dello scoppio di una bomba sotto il portico della caserma del Foro Boario. Ancora, nella notte tra il 17 e il 18 marzo 1887 viene sorpreso ad affiggere un manifesto inneggiante alla Comune di Parigi e riesce a stento a sottrarsi all’arresto. Anche nel 1892, per un analogo gesto, riuscirà a sfuggire alla cattura, ma riconosciuto sarà arrestato il giorno successivo e condannato a sei mesi di carcere. Intanto, nel 1886, la sconfitta elettorale dei socialisti legalitari che si vanno organizzando attorno a Camillo Prampolini e al suo settimanale «La Giustizia», accelera il confronto tra l’intransigente pattuglia anarchica del C. ed i “collettivisti” prampoliniani. Gli anarchici “canoviani” l’anno successivo (1887) tentano, senza grande riscontro effettivo, di dar vita ad un circolo anarchico denominato “Gli insorti”. Nel 1889 C. è sospettato d’essere tra gli artefici dell’attentato compiuto dagli anarchici intransigenti Achille Vittorio Pini e Luigi Parmeggiani ai danni del mirandolese Celso Ceretti e di Camillo Prampolini. Lo stesso Prampolini viene interpellato dal Canovi  affinché gli scriva una lettera di smentita “non trovandomi capace di farla non avendo abbastanza istruzione”. Da questo momento il processo di lenta e progressiva decadenza dell’area anarchica diventa pressoché irreversibile. La promiscuità tra socialisti legalitari e socialisti anarchici si decanterà dopo la definitiva scissione di Genova del 1892, che vede la nascita del pdli (poi PSI). Amico di Amilcare Cipriani, nel 1893 C. viene incriminato con l’accusa di avere collocato, insieme ad altri anarchici reggiani, una bomba (poi inesplosa) presso la sede dell’Unione Liberale Monarchica cittadina, e per questo nuovamente arrestato. In una lettera al «Punto Nero», il 16 gennaio 1894 denuncia le perquisizioni alla sua abitazione eseguite da ben 48 persone tra carabinieri e questurini e il tentativo di invischiarlo in vicende poche chiare. Tuttavia sarà tratto in carcere e dopo quattro mesi condannato al domicilio coatto («La Giustizia», 24 feb. 1895). Dopo trenta mesi e varie dolorose traversie tornerà, provato anche nel fisico, a Reggio, oltretutto ancora sottoposto a libertà condizionale.Nel 1897 emigra con la moglie e due figli minorenni prima in Brasile e poi in Argentina, dove viene segnalato ancora vivente nel 1924. S’ignorano data e luogo di morte.
 

Fonti

Fonti: Archivio dello Stato - Reggio Emilia, Pubblica sicurezza VIII, 1878-1886; Archivoo dello Stato - Modena, Carte del Tribunale, Processi d’assise, F. 44.

Bibliografia: P.C. Masini, Storia degli anarchici italiani. Da Bakunin a Malatesta, Milano, 1974 (seconda edizione, ad indicem; T. Fontanesi, I riflessi della Comune e il movimento internazionalista, Tesi di Laurea, Univ. di Bologna, aa. 1973-74; Bakunin e la Prima Internazionale in Emilia. Mostra documentaria tenuta dal 19 marzo al 17 aprile 1977 a Reggio Emilia, a cura di P.C. Masini et al., Reggio Emilia 1977; F. Cammarano, Consorteria moderata e propaganda socialista. Reggio Emilia dall’immobilismo sociale alla cultura politica, in All’origine della “forma partito” contemporanea, a cura di P. Pombeni, Bologna 1984; G. Boccolari, T. Fontanesi, Le origini del movimento operaio e contadino, in Storia illustrata di Reggio Emilia, S. Marino 1987; A. Zavaroni, La linea, la sezione, il circolo. L’organizzazione socialista reggiana dalle origini al fascismo, Reggio Emilia 1990; F. Montanari, L’utopia in cammino. Anarchici a Reggio Emilia, 1892-1945, Reggio Emilia 1993.

Sitografia, Archivio biografico del movimento operaio

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Giovanni Battista

Bibliografia

2015

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