CANNONE, Gaspare
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- CANNONE, Gaspare
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Alcamo
- Data di nascita
- April 19 1893
- Luogo di morte
- Alcamo
Biografia / Storia
- Nasce ad Alcamo (Tp) il 19 aprile 1893 da Ignazio e Maria Grazia Santoro, pubblicista. Abbandona la scuola dopo il ginnasio per formarsi privatamente, mantenendosi coi proventi dei terreni di proprietà della madre. Nel 1913 parte per gli Stati Uniti, dove diventa anarchico e scrive sui giornali del movimento (in particolare «La Questione sociale» di New York, dove sostiene una fiera polemica anticlericale), intrattenendo corrispondenza, in Italia, con Paolo Schicchi ed E. Malatesta. Ottiene il congedo, durante il periodo bellico, lavorando in una fabbrica d’armi di New York. Perseguitato per le sue idee anarchiche e per avere scritto dei pezzi in alcuni fogli clandestini (tra cui «La Jacquerie» di Paterson), viene fermato il 2 gennaio 1920, torturato e deportato in Sicilia, in compagnia dell’anarchico calabrese Roberto Elia, amico di Salsedo. Inizia a collaborare ai numeri unici schicchiani utilizzando vari pseudonimi: “GArchivio dello Stato - Palermorino”, “Colubrina”. Sul «Contadino» del 27 marzo 1921, intervenendo nella campagna per la liberazione di Malatesta dal carcere, esprime una posizione intransigente sul “fronte unico”, che a suo avviso “può e dev’essere anarchico, epperò contro tutti i nemici della rivoluzione proletaria, epperò contro i cugini che l’hanno ancora una volta tradita”. Paolo Schicchi vuol farne il compilatore, con Elia, de «Il Vespro anarchico» quindicinale: in realtà entrambi vi pubblicheranno solo qualche sparuto articolo. Compie un giro di propaganda, con comizi in diverse località dell’isola, per raccolta fondi, prima di tornare a curare i propri affari privati. Le sue posizioni sembrano gradualmente discostarsi da quelle del gruppo antiorganizzatore palermitano. Dopo l’avvento del fascismo diventa redattore e corrispondente di un giornale di cultura varia, «Follìa», che si pubblica a New York. Sotto questa veste ufficiale, si nasconde una sotterranea attività di fiero oppositore del regime. Presso di lui si ricoverano infatti gli anarchici Gaetano Marino, Giuseppe Panepinto e Salvatore Taormina, perseguitati dalla polizia. Con Taormina, e una schiera di antifascisti alcamesi, partecipa nel 1929 al “risveglio” dell’antifascismo nel trapanese, finendo iscritto nel registro dei sovversivi da arrestare in determinate circostanze, cosa che si verificherà puntualmente negli anni successivi. In dissesto finanziario, nell’agosto 1936 tenta di espatriare clandestinamente con la famiglia, chiedendo aiuto a Giulio Barresi a Tunisi e Salvatore Renda a Trapani. Viene denunciato da quest’ultimo, “fiduciario con riserva” dell’OVRA. Nel Secondo dopoguerra, ha un ruolo di rilievo nella ricostruzione del movimento anarchico del trapanese, tentando la costituzione di un gruppo ad Alcamo, tenendo diversi comizi in provincia e partecipando alla fondazione della Federazione Anarchica Trapanese, avvenuta nel convegno di Trapani del 14 marzo 1946. Entra subito dopo in polemica con Paolo Schicchi, che diffida di lui sia perché oramai apertamente “organizzatore”, sia per una sua eccessiva simpatia verso i separatisti e i “togliattiani”. Ancora nel maggio 1950 è tra gli organizzatori del giro di propaganda effettuato da Pier Carlo Masini in Sicilia. Allontanatosi dal movimento, viene colpito da paralisi nel 1961. Muore ad Alcamo il 17 dicembre 1963.
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; «L’Agitazione del Sud», mar. 1964; Quelli che ci lasciano, «L'Adunata dei refrattari», 11 gen. 1964; Archivio storico della Federazione Anarchica Italiana – Imola (Bo), Carte Alfonso Failla; aas, Archivio Nicolò e Paolo Schicchi, Corrispondenza politica.
Bibliografia: scritti di C.: Prefazione, in N. Napolitano, Il pagliaccio d’Italia, Palermo 1922. Scritti su C.: G. Cerrito, La rinascita dell’anarchismo in Sicilia, Genova 1956, pp. 12, 29; E. Malatesta, Epistolario 1873-1932, lettere edite ed inedite, a cura di R. Bertolucci, Avenza, 1984, p. 223; Constitutional Rights Foundation, The Palmer “Red Raids”, web CRF.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Ignazio e Maria Grazia Santoro
Bibliografia
- 2003