CAMPAGNOLI, Sigismondo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
CAMPAGNOLI, Sigismondo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Mirandola
Data di nascita
15/10/1877
Luogo di morte
San Giovanni in Persiceto
Data di morte
05/04/0920

Attività e/o professione

Qualifica
Comesso

Nazionalità

italiana

Biografia / Storia

Nasce a Mirandola (Mo) il 15 ottobre 1877 da Angelo e Maria Righi, commesso, detto “Primo”. Aderisce giovanissimo agli ideali anarchici e all’inizio del secolo xx, quando si trasferisce a Bologna, entra a far parte del gruppo che fa capo a A. Borghi. Divenuto dirigente della Vecchia CdL, il 15 dicembre 1919 è arrestato per incitamento alla rivolta e schedato con la qualifica di “socialista rivoluzionario”. Il 5 aprile 1920, con Clodoveo Bonazzi e Pietro Comastri, interviene a una manifestazione pubblica, organizzata dalla Vecchia CdL a Decima di S. Giovanni in Persiceto (bo), per illustrare le richieste dei contadini in merito alla vertenza agraria in corso nella provincia. Mentre parla è interrotto da un vice commissario di Pubblica sicurezza, il quale gli intima di moderare il linguaggio. Non avendo C. ottemperato all’ingiunzione, il funzionario di polizia interrompe la manifestazione provocando le proteste dei lavoratori. Un brigadiere dei carabinieri, senza averne avuto l’ordine, spara due colpi di moschetto in aria e rovescia il tavolo sul quale si trova l’oratore. Con C. cade a terra anche una bottiglia di seltz che esplode. I 12 carabinieri in servizio spianano i fucili e cominciano a sparare ad altezza d’uomo e caricano con la baionetta inastata, mentre invano i lavoratori tentano di darsi alla fuga perché il luogo è recintato. Al termine della sparatoria vengono contati otto morti e 35 feriti, la maggior parte dei quali colpiti dalle baionette. C. è tra i morti, raggiunto da due pallottole al petto e da un colpo di baionetta alla gola. Il comandante della legione dei carabinieri scrive al prefetto: “La sopraffazione da parte della popolazione era imminente e ciascun militare giudicò allora necessario ricorrere alle armi per difendersi”. Del tutto diverso il parere di un ispettore di Pubblica sicurezza. Nella relazione al prefetto scrive: “Ho riportato l’impressione che da parte della folla non vi fosse stato sparo di armi né lancio di altri oggetti eccetto qualche sasso di  piccole dimensioni”. A suo dire, il responsabile è il vice commissario di Pubblica sicurezza “che non ha avuto la necessaria, prudente misura delle cose”. Il quotidiano «il Resto del carlino» scrive: i carabinieri hanno sparato “su una folla che fuggiva”.

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.

Bibliografia: A. Borghi, Mezzo secolo di anarchia (1898-1945), Napoli 1954ad indicemM. Casarini, Contributo alla storia del movimento anarchico a Bologna nel primo dopoguerra, «Bollettino del Museo del Risorgimento», 1983.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Angelo e Maria Righi

Bibliografia

2003

Persona

Collezione

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