​FEDERICI, Lorenzo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​FEDERICI, Lorenzo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Arcola
Data di nascita
January 4 1873
Luogo di morte
La Spezia

Biografia / Storia

Nasce ad Arcola (SP) il 4 gennaio 1873 da Erminio e Antonietta Bagnasco, operaio. Pur avendo un grado d’istruzione piuttosto basso, limitato alla licenza elementare, F. è un giovane “d’intelligenza svegliata” che ben presto abbraccia gli ideali sovversivi; prima militando tra le fila socialiste, successivamente in quelle anarchiche. Negli anni a cavallo tra i due secoli F. comincia ad avere “discreta influenza” tra i libertari dello spezzino e tiene diverse conferenze, sia pubbliche sia private, nelle quali sottolinea l’opportunità dell’inserimento degli anarchici all’interno del movimento operaio in chiave rivoluzionaria. In questo senso si impegna attivamente, assieme a P. Binazzi, per la costituzione di un organismo sindacale nel circondario. La cdl della Spezia, anche grazie al suo apporto, nasce il 17 marzo 1901. F. è tra i 15 membri della ce eletta il 16 giugno. L’incarico alla Camera del lavoro ha però vita breve, infatti, nel settembre dello stesso anno, è “inviato dai suoi compagni” a Carrara, dove si stabilisce per seguire in prima persona le vicende sindacali dei lavoratori del marmo. Nella città apuana si impiega come lustratore e, contemporaneamente, viene nominato segretario della Cooperativa Imballatori, trovandosi subito impegnato in una vertenza tra gli operai e gli industriali del marmo. F. minaccia il ricorso allo sciopero generale, ma in questo suo proposito è “ostacolato dai socialisti” carraresi. Dopo un mese di lotta “l’agitazione si placa” e la cooperativa si scioglie. Nel novembre F. trova impiego come lizzatore. Il 27 febbraio 1902, per “volontaria rinunzia” di Corrado Del Papa, F. è eletto segretario della Lega lizzatori del marmo, “ufficio che disimpegna con discreta capacità”. In questi anni l’attività propagandistica e sindacale di F. diventa intensissima. Scrive e collabora con il foglio anarchico «Combattiamo!» e con quello repubblicano «Svegliarino», riportando anche alcune condanne per diffamazione a mezzo stampa che lo costringono a rifugiarsi qualche mese a Milano. All’interno della cdl di Carrara, diretta dall’anarchico Enrico Petri, diventa uno degli esponenti più in vista. Nel corso del 1902 gli anarcosindacalisti carraresi maturano l’intenzione di inquadrare all’interno di una nuova federazione nazionale di mestiere i lavoratori del marmo e della pietra, sancendone la fuoriuscita dalla Federazione Arti Edili ed Affini, organismo più noto con il nome di “Edilizia”. Per questo motivo F. si mette a capo di un comitato promotore che organizza a Carrara, il 27 e 28 ottobre 1902, il Primo Congresso della Federazione marmi, pietre e affini. Questo tentativo di organizzare tutti i lavoratori del settore in Italia, dà però come unico risultato che la neonata “Marmorea” rappresenta quasi unicamente le leghe della regione apuana, raggiungendo una consistenza di un migliaio di iscritti con “prospettive di scarso respiro a livello nazionale”. Fra il 1903 e il 1906 segue in prima persona, a fianco di Giuseppe Sartini neo segretario camerale, le alterne vicende della cdl di Carrara che, dopo il fallimentare esito di una vertenza sindacale nell’estate 1905, nel giro di pochi mesi di fatto si sfalda. Lo stesso F. abbandona la carica di segretario della Lega di resistenza fra i caricatori e scaricatori della ferrovia marmifera e, alla fine del gennaio 1907, lascia Carrara per fare ritorno alla Spezia dove si occupa come pesatore avventizio al porto mercantile. F. da questo momento abbandona la politica attiva, limitandosi a essere membro dell’associazione “Né dio né padroni” di Migliarina e a partecipare alle conferenze e alle riunioni “sovversive” che si tengono in città. Dal 1922 si impiega come operaio alla Vickers-Terni. Durante il regime fascista, pur rimanendo intimamente fedele all’anarchismo “non dà luogo a rilievi con la sua condotta morale e politica”. All’inizio degli anni ’30, malato gravemente ai reni, si ritira nella frazione del Limone. Muore all’ospedale della Spezia il 10 maggio 1936. (A. Mameli)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
 
Bibliografia:
G. Bianco, G. Perillo, Il movimento anarchico alla Spezia dal 1888 al 1893, «Movimento operaio e socialista in Liguria», (1, 23/1959); L. Gestri, Capitalismo e classe operaia in provincia di Massa Carrara dall’unità d’Italia all’età giolittiana, Firenze 1976; S. Alcara, La Camera del Lavoro della Spezia dal 1901 al 1909, Roma 1993; A. Bianchi, La Spezia e Lunigiana  Società e politica dal 1861 al 1945, Milano 1999.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Erminio e Antonietta Bagnasco

Bibliografia

2003

Persona

Collezione

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