CALCAGNINI, Crescenziano

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
CALCAGNINI, Crescenziano

Date di esistenza

Luogo di nascita
Viterbo
Data di nascita
January 26 1873

Biografia / Storia

Nasce, a Viterbo, il 26 gennaio 1873 da Giovanbattista Calcagnini, perito agrario. La prima indicazione come militante anarchico è del febbraio 1892 allorquando viene segnalato come principale fondatore e dirigente del locale Circolo Progressista anarchico (disciolto alla fine dello stesso anno). È coinvolto con altri anarchici, fra i quali Pietro Giusti, nell’attentato incendiario al campanile del Duomo della cittadina laziale organizzato per celebrare – secondo la Pubblica sicurezza – l’avvenuta fondazione del circolo. Dopo un anno di detenzione viene prosciolto il 30 maggio 1893. Ancora nel marzo 1892, in occasione della commemorazione di Giuseppe Mazzini, C. è il primo a far sfilare la bandiera anarchica in città. Sempre con Giusti viene nuovamente arrestato il 3 settembre 1893 mentre, con altri tre anarchici viterbesi, cerca di organizzare una qualche azione dimostrativa durante la tradizionale festa di Santa Rosa. Viene arrestato e condannato a cinque mesi di carcere per violenza e resistenza all’arresto; in questa occasione, inoltre, viene perquisita la sua abitazione dove viene recuperato del materiale esplosivo. Deferito insieme agli altri compagni, all’autorità giudiziaria, viene condannato a due anni e due mesi di reclusione; in questa occasione C., al momento della lettura della sentenza, grida in aula “viva l’anarchia”. Dopo queste vicende C. sembra orientarsi verso l’ambito del socialismo anarchico, sviluppando una certa attività di propaganda che ottiene discreti risultati, sebbene limitatamente alla città di Viterbo. Fa parte della CdL di Viterbo ed è in contatto con Guglielmo Cuccioli (anarchico viterbese residente in quel periodo all’estero) e con il tipografo anarchico Attilio Spadaccia. Nel marzo del 1897 parte da Viterbo per la Grecia per arruolarsi volontario nella guerra contro i turchi. Nel luglio dello stesso anno raggiunge Alessandria d’Egitto. Da questa città si sposta successivamente nell’Africa australe per combattere in difesa dei Boeri; in questa occasione viene catturato dagli inglesi ma riesce, da Pretoria (Sud Africa) a fuggire e raggiungere l’Argentina stabilendosi a Buenos Aires. Il 21 gennaio 1903 fa ritorno a Viterbo accolto da Pietro Giusti e Antonio Costa. Viene immediatamente posto di nuovo sotto sorveglianza. La sua permanenza in Italia è comunque di breve durata e dopo un giro tra Roma e Napoli sembra per acquistare delle piante, riparte per l’Argentina. Segnalato all’ambasciata italiana come pericoloso anarchico non sembra svolgere una particolare attività politica. Non rientra più in Italia e, a partire dal 1910, è impiegato presso il locale Ministero dell’Agricoltura. Con l’avvento del fascismo viene ancora considerato pericoloso e iscritto in “Rubrica di frontiera” segnalato come da arrestare al rimpatrio. Non dà luogo a rilievi particolari fino al 1937, ma non viene radiato dal CPC. S’ignorano data e luogo di morte.
 

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; «Avanti!», 9 nov. 1911

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Giovanbattista Calcagnini

Bibliografia

2003

Persona

Collezione

città