​FATUTTI, Italo Battista

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​FATUTTI, Italo Battista

Date di esistenza

Luogo di nascita
Bergamo
Data di nascita
May 28 1892
Luogo di morte
Bergamo

Biografia / Storia

Nasce a Bergamo il 28 maggio 1892 da Egidio e Giuditta Palazzi, operaio meccanico. Denunciato per furto nel 1912, qualche volta fermato per misure di ps, volontario nella Prima Guerra mondiale, viene espulso dall’arma dei Carabinieri per avere sparato contro superiori e colleghi e poi ricoverato in manicomio. Il 14 aprile 1923 F. emigra in Francia, dove lavora nelle miniere alsaziane fino in novembre, quando ritorna in Italia. Nel novembre 1924 si trasferisce in Svizzera, a Lugano, frazione Viganello. Fino a quel momento non manifesta apertamente le sue idee libertarie, ma dopo l’espatrio partecipa attivamente alla vita politica, in particolare nell’ambito della colonia proletaria italiana a Lugano. Dal 4 febbraio 1927 al 13 luglio 1929 lavora a Lugano come fabbro, ma viene licenziato perché svolge propaganda antifascista, ed è ritenuto comunista. Frequenta le conferenze che si svolgono a Lugano presso l’associazione “Romeo Manzoni”. Nel 1930 si trasferisce a Basilea senza la famiglia, e nel marzo 1932 torna a Lugano dove lavora presso la ditta Franzi. Nella città ticinese frequenta i socialisti Angelo Tonello e Giuseppe Faravelli, e il repubblicano Randolfo Pacciardi, tenendo contatti anche con Bruno Lugli, repubblicano, e Domenico Visani, socialista, dirigente della cdl luganese, segretario della Federazione svizzera dei metallurgici. Sempre nel 1932 viene iscritto nella “Rubrica di Frontiera” come anarchico. Alla fine del 1934 partecipa a scontri con fascisti svizzeri a Bellinzona insieme a Lugli e Luigi Mainetti. Sul n. dell’8 febbraio 1935 del giornale socialista luganese «Libera Stampa» F. fa pubblicare un trafiletto in cui dichiara la sua fede antifascista, per respingere l’accusa anonima di aver in precedenza appartenuto al pnf. Il 20 novembre rientra in Italia e viene arrestato al valico di confine di Ponte Chiasso, con ritiro del passaporto e accompagnamento a Bergamo. Qui viene trattenuto nelle carceri giudiziarie fino a quando, su proposta del questore e del comando dei Carabinieri, con sentenza del 20 gennaio 1936 la Commissione Provinciale locale condanna F. a tre anni di confino quale anarchico antifascista. Tradotto a Ponza, dove giunge il 29 gennaio, inizialmente frequenta i confinati comunisti, poi si mantiene appartato. Il 23 settembre successivo viene messo in libertà per un atto di clemenza del duce, in seguito a un atto di sottomissione firmato da F. in maggio. Grazie all’intercessione del dirigente della sezione di Bergamo della Associazione Nazionale Volontari di Guerra 1915-18, alla fine di ottobre ottiene il passaporto e il 3 novembre raggiunge la famiglia a Giubiasco, in Svizzera, dove però nel frattempo ha perduto la residenza, e per questo viene allontanato dalla polizia locale. Diretto in Francia, si ferma qualche giorno a Mulhouse e poi va a Parigi, dove si rivolge al comunista Pasquale Martinelli, originario di Lovere (BG), da F. conosciuto agli inizi del secolo ed emigrato in Francia nel 1922. Martinelli a Parigi gestisce un cafféristorante dove arruola e alloggia miliziani delle Brigate Internazionali che partono e arrivano dalla Spagna. Per suo tramite, F. ottiene un lavoro presso un garage, dove, verso la fine del novembre 1936, viene ingaggiato dal mantovano Luigi Menaghi, formalmente per la posa di impianti telefonici a Barcellona, in realtà per raggiungere il fronte aragonese come volontario. Partito da Parigi il 27 di quel mese, alla frontiera spagnola di Port Bou viene fermato e condotto al posto di polizia alla presenza del commissario politico, l’anarchico Ernesto Bonomini. Da qui viene fatto accompagnare a Barcellona, dove viene subito militarizzato tramite il Comitato regionale italiano anarchico diretto da Giuseppe Bifolchi, e dove lavora per circa un mese in un’officina di riparazione di automobili per conto della cnt, alloggiando presso una caserma comandata da Giusti, ex capostazione di Bologna. Nella città catalana F. conosce anche l’anarchico bergamasco Guglielmo Vitali (di Vittorio e Vittoria Giorgi, nato a Bergamo il 3 maggio 1898, meccanico e idraulico, nel 1921 aderente alla UAI ed emigrato clandestinamente in Francia nel 1923, da dove poi si trasferisce in Algeria), che ha combattuto come volontario a Huesca. Preoccupato sia dalla disagevole situazione ambientale, sia e soprattutto dalla tensione politica e militare di Barcellona, in particolare tra il gruppo anarchico di Bifolchi e quello di GL di Rosselli, F. si allontana da Barcellona tra fine dicembre 1936 e inizio gennaio 1937 e, transitando da Perpignano, rientra in Svizzera, a Giubiasco e poi, in luglio, con la famiglia, si stabilisce a Bergamo dove trova lavoro come aggiustatore meccanico. Nell’aprile 1940 risiede ancora a Bergamo e, dopo una diffida del luglio 1938, non ha più dato luogo a rilievi, anche se viene costantemente sorvegliato. Muore a Bergamo il 6 marzo 1977. (G. Mangini)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio di Stato Bergamo, Fondo Questura, Sovversivi, b. 38, ad nomen.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Egidio e Giuditta Palazzi

Bibliografia

2003

Persona

Collezione

città