FAGANDINI, Rosalia
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- FAGANDINI, Rosalia
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Parma
- Data di nascita
- June 19 1872
- Luogo di morte
- Bellinzona
Biografia / Storia
- Nasce a Parma il 19 giugno 1872 da Giuseppe e Maria Felisa. Nel 1892 sposa il conte Giuseppe Griffith, insieme al quale emigra in Svizzera. A Lugano il 29 novembre 1896 le nasce la figlia Antonietta. Il prefetto di Parma, in una nota informativa del 1940, quindi molto posteriore, scrive sulla F.: “Prima di emigrare non risulta abbia dato motivi a rilievi di natura politica né risultano precedenti sfavorevoli negli Atti della Questura di Parma a carico della medesima. Moralmente però sembra abbia lasciato a desiderare”. Stabilitasi a Bellinzona inizia a frequentare, insieme al marito (simpatizzante per le idee libertarie anche se non militante), l’anarchico Antonio Gagliardi. In epoca imprecisata lascia il marito (che successivamente emigrerà a San Paolo in Brasile) e insieme alla figlia va a convivere con Gagliardi (Antonietta considererà poi sempre quest’ultimo come il suo vero e unico padre). Si trasferiscono a Basilea e poi a Zurigo, partecipando alle attività del movimento anarchico elvetico in stretto contatto con Luigi Bertoni. Rientrano in Ticino nel 1917 o 1918, stabilendosi prima a Lugano e poi, a partire dal 1921, a Bellinzona. Dopo l’avvento al potere del fascismo contribuiscono a creare un’efficace rete di soccorso per gli antifascisti italiani alla quale partecipano i gruppi anarchici ticinesi, basilesi, zurighesi e ginevrini. Aiutano molti antifascisti a fuggire dall’Italia con passaporti falsi o con l’accompagnamento clandestino attraverso le montagne. I Gagliardi ospitano anche compagni di passaggio, tra i quali nell’estate 1922 E. Malatesta, entrato clandestinamente per breve tempo in Svizzera con l’aiuto del loro gruppo per prendere parte alle celebrazioni del cinquantenario del Congresso di Saint-Imier (Malatesta, nelle lettere indirizzate a Gagliardi, non mancherà poi di inserire sempre i saluti per “le signore”). Anche la figlia Antonietta, che cresce in questo ambiente, aderisce giovanissima alle idee libertarie. Nel 1922 sposa l’anarchico Giuseppe Bonaria, ticinese di origine italiana, amico e compagno di Gagliardi nonché socio in affari (nel 1921 fondano insieme un’azienda di commercio in vini). Nell’autunno 1926 i Gagliardi ospitano per poco tempo nella loro casa anche L. Fabbri, espatriato clandestinamente e diretto in Francia. Il 6 maggio 1927 Antonio Gagliardi muore, e successivamente F. va a vivere con la figlia e il genero. La loro casa di Bellinzona continua a essere un rifugio provvisorio ospitale per gli esuli antifascisti italiani (vi saranno ospitate anche la moglie di Fabbri e, in seguito, la figlia Luce). Anche dopo la morte precoce di Bonaria, avvenuta nel 1930 all’età di 39 anni, questa attività di soccorso ai profughi non cesserà. Il 12 marzo 1931 Antonietta invia a Malatesta una lettera con uno cheque, attirando su di sé e sulla madre le attenzioni della polizia italiana. Le Autorità italiane segnalano che la loro casa continua a essere frequentata da Luigi Bertoni, che “vi soggiorna sempre quando viene nel Ticino e non è improbabile che vi abbia un deposito di materiale politico e vi dia appuntamento di compagni di fede”. Le due donne si presterebbero “nell’occorrenza a qualsiasi azione di assistenza sia per la propaganda, sia per la preparazione di complotti”. Vengono pertanto segnalate entrambe per l’iscrizione nella “Rubrica di frontiera”. In seguito Antonietta si unirà in matrimonio con Giuseppe Peretti (1887-1966), anarchico ticinese membro da anni della stessa rete di sostegno agli antifascisti italiani. Nel 1938 il Consolato italiano di Lugano segnala che la F. risiede a Bellinzona nel quartiere S. Biagio, dove “vive sola ed a carico della figlia sposata Peretti. La predetta non svolge alcuna attività politica”. Nel 1939 è chiesta la revoca della sua iscrizione nella “Rubrica di frontiera” “non risultando, per l’avanzata età e per i precedenti in atti, elemento pericoloso”. Muore nel 1952 a Bellinzona, città nella quale è sepolta. La figlia, attiva fino all’ultimo nel movimento ticinese, le sopravvive fino al 16 aprile 1980, data in cui si spegne sempre a Bellinzona. Per suo desiderio il corpo è stato cremato. (G. Landi – M. Minardi)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio di Stato Parma, Gabinetto Questura, Cat. A8, ad nomen.
Bibliografia: E. Malatesta, Epistolario 1873-1932, lettere edite e inedite, a cura di R. Bertolucci, Avenza, 1984, ad indicem; L. Fabbri, Luigi Fabbri. Storia di un uomo libero, Pisa, 1996; G. Bottinelli, Luigi Bertoni. La coerenza di un anarchico, Lugano, 1997.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 183
Note
- Paternità e maternità: Giuseppe e Maria Felisa
Bibliografia
- 2003