​EBANOLI, Mario

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​EBANOLI, Mario

Date di esistenza

Luogo di nascita
Vicenza
Data di nascita
February 23 1884
Luogo di morte
Genova

Biografia / Storia

Nasce a Vicenza il 23 febbraio 1884 da ignoti, manovale, operaio tappezziere, venditore di giornali, il suo curriculum scolastico si limita all’asilo infantile e alle scuole serali. Quando, all’età di due anni, la famiglia a cui è affidato emigra in America, E. ritorna al Pio Luogo di Vicenza e vi rimane per 10 anni fino al rimpatrio dei genitori adottivi. Dapprima lavora come contadino poi come manovale edile. Nell’aprile 1907, trasferitosi a Milano, viene rimpatriato, ma nel luglio è fermato a Lugano mentre diffonde “manifesti e stampati antimilitaristi”. Nel gennaio 1908 si trova ancora a Milano, disoccupato, e chiede la gerenza de «La Protesta umana», di cui firma il n.u. del 5 gennaio. Nuovamente rimpatriato con foglio di via, si sposta in continuazione. Nel maggio 1909 è arrestato a Pallanza per misure di ps e, poco dopo, ottenuto il passaporto per la Svizzera, trova lavoro presso un cotonificio di San Gallo. Agli inizi del 1910 è a Milano, occupato come tappezziere presso la Breda di Sesto San Giovanni, poi, una volta licenziato, a Zurigo, ma nel luglio viene arrestato a Venezia con sei opuscoli anarchici e 15 disegni “inneggianti a Ferrer” e nuovamente rimpatriato. Dopo una puntata a Sesto S. Giovanni sul finire dell’anno alla ricerca di lavoro, nel marzo 1911 è rintracciato a Venezia, dove lavora come manovale edile, e poi a Vicenza, assunto come venditore presso il chiosco di giornali della Stazione ferroviaria. In rapporti epistolari con Alberico Angelozzi, invia corrispondenze al «Germinal» di Ancona, distribuisce «Il Libertario» e nel 1912 partecipa all’agitazione pro Ettor e Giovannitti, invitando Zavattero a tenere un comizio alla Casa del popolo. Nel gennaio 1913 contribuisce alla costituzione del Comitato Centrale di propaganda anarchica per il Veneto, del quale fa parte. Nel 1916, per quanto riformato alla visita di leva per “grave oligoemia”, viene richiamato alle armi e inviato al 23° rgt di fanteria. Colpito da congelamento, viene ricoverato all’ospedale militare di Roma. Una volta dimesso, nel luglio 1917 diserta dal 36° rgt di stanza a Bologna a cui è stato assegnato. Per questo viene arrestato e poi, nel novembre, condannato dal Tribunale militare a tre anni di reclusione e internato nel reclusorio Forte Ratti di Genova. Il 27 settembre 1919, dopo aver subito l’amputazione delle gambe, muore all’Ospedale principale militare di Genova. «L’Avvenire anarchico» del 31 ottobre 1919 lo ricorda nella rubrica Come muoiono i protestatari rossi. (M. Antonioli)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Bibliografia

2003

Persona

Collezione

città