ORTORE, Vittorio

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
ORTORE, Vittorio

Date di esistenza

Luogo di nascita
Pont Canavese
Data di nascita
August 2 1904
Luogo di morte
Huesca

Biografia / Storia

Nasce a Pont Canavese (TO) il 2 agosto 1904, di Giuseppe e Teresa Betassa, tornitore. Aderisce giovanissimo all’anarchismo militando nell’Unione Anarchica Piemontese; arrestato nel 1920, è condannato a sette mesi di reclusione per “porto abusivo e omessa denuncia di rivoltella”. Nel 1921 emigra in Francia. Nel 1928 è condannato dalla corte d’assise di Versailles a 10 anni di prigione per rapina a mano armata e perché riconosciuto quale componente di una “banda di scassinatori di casseforti”. Durante la detenzione si dedica allo studio e scrive un libro, dal titolo La chiesa cattolica e la civiltà occidentale, che resterà inedito. Appena liberato, nel settembre del 1936, si reca in Belgio e dopo poco tempo parte per la Spagna come volontario nella Sezione Italiana della Colonna “Ascaso” fai-cnt. Muore in combattimento a Carrascal, nei dintorni di Huesca, “nell’assalto al Castillo de Bechar”, l’8 aprile 1937. Quando viene colpito sono presenti Domenico Girelli di Castelbolognese e Tommaso Serra di Barrali. “Era un giovane compagno, era uscito di prigione, era venuto in Spagna. Si andava in pattuglia, stava camminando con il fucile a tracolla, e ci ha lasciato la pelle” (Intervista a D. Girelli, Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, Torino). “Dopo aver accompagnato il compagno Vittorio Ortore al pronto soccorso, ci separammo con un forte abbraccio e qualche parola d’incoraggiamento. Giorni dopo ebbimo la notizia della sua morte” (Memoria di T. Serra, afbc, dattil., p. 6). “Tra la barricata e la galera Vittorio Ortore ha passato tutta la sua vita. [...] nella trincea d’Aragona ravvisando i lineamenti della barricata rivoluzionaria, in lui parla un’esperienza radicata nei primi fremiti di un’adolescenza precoce [...] con Vittorio Ortore l’anarchismo ha perduto una delle sue più belle speranze” (M. S. [R. Schiavina], Vittorio Ortore, «L’Adunata dei Refrattari», New York, 15 mag. 1937). “Vi è una sola forma di società in cui la libertà vi attinge i suoi limiti naturali che non si può trascendere sotto la pena di mutare la libertà in arbitrio. Perché la libertà non è la facoltà lasciata ad ognuno di fare quello che vuole, ma la garanzia dei diritti naturali dell’individuo. La libertà suppone la giustizia, suppone i rapporti umani regolati dall’equità. La società in cui la libertà attinge i suoi limiti naturali è l’anarchia. L’anarchia è il solo regime sociale che realizzi tutte le condizioni naturali della libertà. La libertà è consustanziale al regime anarchico e trova la sua garanzia non in disposizioni legali che si possono eludere ma nella costituzione sociale stessa” (Memoria. Relazione di V. Ortore. Fatti e critiche. Monte fai 7 gen. 1937, in Berneri 2, p. 300). “La situazione dei compagni iberici è semplicemente tragica. Essi devono combattere il nemico comune e guardarsi dagli alleati. Essi sono spiati e attaccati da tutte le parti. Le loro parole sono male interpretate e tutti si fanno un dovere di ostacolare con ogni mezzo la loro azione. Socialisti e comunisti sono arrivati a rinnegare di fatto i postulati del Socialismo per non solidarizzarsi con gli anarchici e isolarli. I nostri compagni sono colpevoli di avere una coscienza che non capitola, una logica rivoluzionaria che incomoda i politicanti di tutte le risme. Essi incarnano insomma la rivoluzione sociale [...]. Eppure malgrado una coalizione così formidabile essi non piegano [...]. Stanno di fronte a tutti, dando a tutti lezioni di energia, di saggezza e di lealtà. Sono disposti a tutti i sacrifici personali per abbattere il fascismo e salvare la rivoluzione, ma non intendono lasciarsi sacrificare all’ambizione dei politicanti. [...] Io li ammiro e vorrei che trovassero negli anarchici di tutto il mondo un appoggio incondizionato. Il momento è unico per noi. E l’ora o mai di affermarci in un’azione costruttiva, che ci riveli all’umanità e dia ai nostri sogni la sostanza della vita. Non impiegare le possibilità d’azione che racchiude per noi questo momento, è abdicare dinanzi la storia e rendersi complici di tutti coloro che cospirano contro la giustizia sociale” (V. Ortore, Aspettando l’offensiva, «L’Adunata dei Refrattari», n. 26, 17 lug. 1937). (T. Imperato)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
 
Bibliografia: Scritti di O.: Tribuna libera: La libertà, gli anarchici e gli avvenimenti di Spagna, «Guerra di classe», 24 ott. 1936. Scritti su O.: Un trentennio di attività anarchica 1914-1945, Cesena, 1953, p. 189. Centro Studi P. Gobetti - AICVAS Sez. piemontese, Antifascisti piemontesi e valdostani nella Guerra di Spagna, Torino 1975, ad nomen; La Colonna Italiana, a cura di A. Lòpez, Quaderno n. 5, Roma 1985, ad nomen; La Spagna nel nostro cuore. 1936-1939. Tre anni distoria da non dimenticare, Roma, 1996, ad nomen; G. Giordana, Un po’ di antifascismo… Biografie di valligiani, tra impegno politico, emigrazione e guerre antifasciste (ii parte), Valados Usitanos, Torino, gen.-apr. 2001.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Giuseppe e Teresa Betassa

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

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