BUTERA, Francesco
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- BUTERA, Francesco
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Riesi
- Data di nascita
- 28/06/1892
- Luogo di morte
- Digne-les-Bains
- Data di morte
- 08/10/1931
Attività e/o professione
- Qualifica
- Sarto
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
- Nasce a Riesi (CL) il 28 giugno 1892 da Gaetano e Provvidenza Attardi, sarto. A dieci anni emigra negli Stati Uniti con la famiglia. Ritorna a Riesi sei anni dopo e s’iscrive alla locale sezione del PSI, presieduta dal cugino Giuseppe, di tendenze rivoluzionarie e antimilitariste. Insieme a questi, organizza nel Primo dopoguerra gli ex combattenti e i contadini del luogo per l’occupazione del feudo Palladio. L’8 ottobre 1919, circa 2.000 contadini vengono affrontati dall’esercito, e dopo una giornata di scontri spostatisi dalla campagna in paese (dove viene proclamata una effimera repubblica socialista) si contano 11 morti e 50 feriti fra i contadini e un morto e due feriti fra i soldati. Per questi fatti, che insieme a quelli coevi di Gela e di Prizzi fungono da cassa di risonanza del movimento di occupazione delle terre, B. è condannato a otto mesi di reclusione. Attivo tra gli anarchici del centro Sicilia, nel 1921 si sposta a Canicattì, dove impianta una sartoria e insieme al gruppo anarchico locale, animato da Giuseppe Curto e Giuseppe Cardilicchia, promuove un comitato di difesa proletaria con socialisti e comunisti. Nel 1924, spostatosi a Naro e a Caltanissetta, risulta in relazione con gli esuli in Francia, fra i quali principalmente Schicchi. Sottoposto a un’assidua vigilanza, viene più volte arrestato e perquisito. Il 29 dicembre 1926 è condannato dal Tribunale di Caltanissetta a sei mesi di detenzione e a una multa per offese al capo del governo. Il 5 maggio 1927 la Questura ne rifiuta la scarcerazione, in quanto proposto per il confino di polizia. Il 25 viene deciso il non luogo per il confino a causa delle sue precarie condizioni di salute. Denunciato nuovamente e ammonito nel mese di giugno, si dà alla latitanza. In luglio si trova in Francia, a Digne (Basses Alpes), dove è espatriato clandestinamente, raggiungendo gli anarchici italiani colà rifugiati. Nel 1930 si trasferisce a Nizza dove lavora da sarto. Pubblica in proprio tre libretti contro il dittatore a firma “Butera François, invalido di guerra”. Nel 1931 è segnalato al Ministero dell’Interno come “disponibile ad azioni violente contro il regime” e sospettato di aver collaborato con Schirru. Nel luglio un rapporto consolare lo denuncia come “ammalato ed esaltato”, con “intenzione di venire in Italia per compiere attentato contro S.E. il Capo del Governo”. L’8 ottobre 1931 attenta al console di Digne, che rimane ferito; si suicida subito dopo. (G. Gurrieri)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen, (contiene manoscritti e stampati di B.); ivi, f. Butera Giuseppe.
Bibliografia: Scritti di B.: Mussolini: l’uomo della cancrena!, [Nice] 1930; Mussolini, fantasma insanguinato, [Nice] 1930; Au peuple français [Nice] 1931. Scritti su B.: Antonio Cicala, Il movimento contadino in Sicilia nel primo dopoguerra (1919-1920), «Incontri Meridionali», lug.-dic. 1978, pp. 65-66; G.C. Marino, Partiti e lotta di classe in Sicilia da Orlando a Mussolini, Bari 1976, pp. 116-124.
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- 181