BUONFANTINI, Giovanni

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
BUONFANTINI, Giovanni

Date di esistenza

Luogo di nascita
Napoli
Data di nascita
13/03/1855

Attività e/o professione

Qualifica
Capitano di lungo corso

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Napoli il 13 marzo 1855 da Filippo e Giulia Capobianco. Capitano di lungo corso. “Guadagnato all’anarchia” da Malatesta, nell’agosto del 1874 lo segue in Puglia, partecipa al moto stroncato sul nascere a Castel del Monte ed il 7 settembre è arrestato per cospirazione e ribellione. Il 18 marzo 1875 è assolto e pochi mesi dopo è tra i promotori del Circolo di Studi Sociali e di una società operaia, attorno a cui si cerca di riorganizzare l’Internazionale. Audace e influente, benché giovanissimo, è coinvolto nell’impresa di San Lupo e il 28 aprile 1877 è arrestato. A luglio torna libero, entra nella redazione de «L’Anarchia», poi assume con Cafiero e Covelli la guida degli internazionalisti più vicini all’esperienza bakuninista. A maggio del 1878 replica agli irredentisti che si agitano, firmando con Schettino, Converti e Merlino un manifesto in cui afferma che per i “lavoratori di Trento e di Trieste” è “indifferente se siano schiavi dei capitalisti e degli sbirri tedeschi o di quei d’Italia”, ed incita ad abbattere gli Stati per ordinarsi “liberamente con i principi del socialismo anarchico”. A settembre del 1880 evita l’ammonizione prendendo la via del mare, ma nel gennaio 1881 è arrestato per “cospirazione e attentato contro la sicurezza dello Stato”. Prosciolto a fine febbraio, assume con Luigi Alvino la guida degli anarchici che intendono riunirsi in società segreta. Il 20 aprile 1882, nell’infuriare delle polemiche causate dalla svolta “legalitaria” di Andrea Costa, attacca Merlino e invita Cafiero a guidare i compagni napoletani. Nel 1883, dopo un naufragio in acque greche, assume il comando di un mercantile e naviga sui mari d’America e d’Europa fino al 1889, quando torna a vivere a Napoli, dove la morte del padre e l’improvvisa necessità di badare alla madre e a sei sorelle nubili lo inducono a tentare il suicidio. Ripresosi lentamente, tra il 1890 e il 1892 si dedica alla propaganda e cerca di riorganizzare la sezione dell’Internazionale. Dopo il Congresso di Genova si separa lentamente dagli anarchici e nel 1900 diventa dirigente della sezione napoletana del PSI; deluso dai socialisti, si allontana infine dalla politica e nel 1914 è radiato dall’elenco dei sovversivi. S’ignorano data e luogo di morte. (G. Aragno)

Fonti

Fonti: Archivio dello Stato - Napoli, Gabinetto di Questura, iv serie, Schedario Politico, i serie (1923) b. 1575, ad nomen; Gabinetto di Prefettura, b. 159, 235, 414, 845. 

​Bibliografia: A. Romano, Storia del movimento socialista in Italia (1861-1882), Bari 1966; P. F. Buccellato, M. Iaccio, Gli anarchici nell’Italia meridionale. La stampa (1863-1893), Roma 1982; G. Berti, Francesco Saverio Merlino. Dall’anarchismo socialista al socialismo liberale, (1856-1930), Milano 1993; M. Toda, Errico Malatesta da Castel del Monte alla banda del Matese, in L. Parente (a cura di), Movimenti sociali e lotte politiche nell’Italia liberale. Il moto anarchico del Matese, Milano 2001.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Collezione

Persona