BUGATTI, Armando

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
BUGATTI, Armando

Date di esistenza

Luogo di nascita
Naters
Data di nascita
23/05/1901
Luogo di morte
Genova
Data di morte
18/10/1978

Attività e/o professione

Qualifica
Meccanico

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Naters (Svizzera) il 23 maggio 1901 da Stanislao Ugo e Annarduccia Di Vito, meccanico. Il padre, originario di Sirolo (AN) dove è nato nel 1866, minatore e anarchico, è costretto dal suo lavoro a frequenti spostamenti. A inizio secolo si trasferisce a Naters, nel Canton Vallese, a lavorare al traforo del Sempione. Qui nascono i suoi due figli: Armando e Amedeo (25 dic. 1902, Cornigliano 1982; operaio e poi saldatore elettrico). Nel 1910 la famiglia B. si trasferisce a Genova-Campi dove Armando (dopo una parentesi come panettiere) e Amedeo si impiegano alla siac come operai. Successivamente vengono chiamati alle armi: Armando in fanteria e Amedeo in marina. Attivi anarchici e antifascisti (Armando è testimone dell’uccisione di Pierino Pesce) scontano difficoltà di ogni sorta. Amedeo, nel 1926, è costretto ad emigrare in Francia (dapprima a Marsiglia e poi a Lione, dove si impiega come saldatore e sposa Denise Bavarel); qui, in collegamento con altri anarchici italiani (fra cui i fratelli Attilio e Roberto Stanchi e Giovanni Mariani) svolge attività antifascista e prende parte alle attività del Soccorso rosso. Durante la guerra, Amedeo parteciperà alla lotta partigiana in Francia militando nel Maquis. Armando rimane a Genova dove sviluppa una considerevole attività antifascista in collegamento con un gruppo di anarchici e comunisti sestresi. In seguito aderisce, pur conservando le sue convinzioni anarchiche, al partito comunista. Nel gennaio del 1928 è arrestato, insieme ad altri, per “organizzazione comunista” e deferito al Tribunale speciale. È assolto nell’agosto dello stesso anno. Viene ancora arrestato nell’aprile del 1932 per “attività comunista” e nuovamente deferito al Tribunale speciale. Condannato, è amnistiato nel novembre dello stesso anno. Nel 1934 sposa Elena Mancin che gli darà il figlio Sergio. Nel 1940, Armando è radiato dal partito comunista e aderisce alla costituenda fcl ligure, entrando, nel contempo, a far parte del Comitato di agitazione sindacale clandestino dello stabilimento Fossati, dove ora lavora. Proprio al Fossati, Armando è uno degli animatori dei primi grandi scioperi genovesi dell’inverno 1944, insieme agli anarchici F. Rangone, C. Turco, M. Daccomi, G. Serena e D. Stanchi. Armando è anche attivo sul terreno della lotta partigiana, costituisce con altri anarchici (tra cui Rangone) una piccola formazione chiamata “Settebello” che opera in congiunzione con la BRG SAP“Alpron”. Alla fine del 1944 è arrestato durante una retata, ma poco dopo è rilasciato. Si trasferisce per un certo tempo a Novara dove cura i collegamenti tra la brigata Moscatelli della Val d’Ossola e le formazioni sestresi. Nuovamente a Genova, dal febbraio del 1945 è nel CLN aziendale del Fossati come rappresentante comunista-libertario. Nel dopoguerra, Armando milita nel movimento anarchico genovese (FCLL, FAL) ed è attivo sindacalmente. Si allontana dal movimento, pur conservando idee anarchiche, all’inizio degli anni ’50 in conseguenza della scissione dei GAAP. Muore a Genova il 18 ottobre 1978. (G. Barroero)

Fonti

Fonti: Istituto Storico della Resistenza in Liguria, Fondo CLN; Intervista a Sergio Bugatti a cura di G. Barroero 14 aprile 2003.

​Bibliografia: F. Biga, P. Conti, R. Paoletti (a cura di), I precursori per la lotta per la libertà nella Liguria contemporanea. Dizionario biografico dei perseguitati politici antifascisti liguri, Genova, 1994., ad nomen.

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