BUFALO, Giovanni
Tipologia Persona
- Vanni§Libertario§Alastor (nome significativo§pseudonimo§pseudonimo)
Intestazione di autorità
- Intestazione
- BUFALO, Giovanni
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Lucca Sicula
- Data di nascita
- 20/05/1884
- Luogo di morte
- Lucca Sicula
- Data di morte
- 05/01/1953
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
- Nasce a Lucca Sicula (AG) il 20 maggio 1884 da Calogero e Rosa Lo Cascio, detto “Vanni”, pseudonimi: “Libertario” e “Alastor”. Nel 1903 è tra i fondatori della Lega socialista di miglioramento di Lucca Sicula. Successivamente emigra negli USA, incontra Luigi Galleani e diventa anarchico. Rimpatriato, entra a far parte del gruppo anarchico di Lucca Sicula, animato da Salvatore D’Azzo, subendo un primo processo perché, durante la festa del patrono San Giuseppe, il 22 marzo 1908, tenta di arringare la folla davanti alla chiesa madre. Partecipa attivamente alla conduzione della cooperativa di lavoro tra i contadini di Lucca Sicula, diretta dall’altro anarchico Gaetano Mangano, e all’acquisto, da essa effettuata nell’ottobre 1909, del feudo “Timpe Rosse” di proprietà del principe di San Clemente (vi aggiungerà altri sei ettari di terreno posseduti in proprio). Nel primo dopoguerra si trasferisce a Palermo, dove insegna nelle scuole comunali e aderisce alla lega comunista-anarchica “Spartaco”. Insieme a Nino Napolitano, finanzia la pubblicazione, decisa al convegno di Palazzo Adriano del 7 luglio 1919, di una serie di tredici numeri unici e poi de «Il Vespro anarchico» quindicinale, diretto da Paolo Schicchi, nel quale figura tra i principali redattori. Di tanto in tanto rientra a Lucca Sicula, dove in pubblici comizi affronta spavaldamente i mafiosi Saporito e incita i contadini a organizzarsi. Il 7 settembre 1919 partecipa, a fianco di Schicchi, Scramuzza e Vanella, questi ultimi di Palazzo Adriano, alla “cavalcata di Prizzi”, imponente manifestazione di forza del movimento contadino, che dà il via alla stagione dell’occupazione delle terre in Sicilia. Il 1° maggio successivo è di nuovo a Prizzi dove, con Schicchi, inaugura una CdL autonoma dal PSI, sfidando a duello i mafiosi locali, mandanti e sicari dell’assassinio dei dirigenti contadini Giuseppe Rumore e Cola Alongi. Il 12 settembre 1920, nella stessa località, partecipa al convegno delle leghe contadine di Lucca Sicula, Burgio, Palazzo Adriano, Santo Stefano Quisquina, Filongo, Castronovo e Prizzi, seguito il giorno dopo dall’occupazione dei latifondi da parte di folte colonne di contadini a cavallo e in buona parte armati. In quell’occasione appoggia la proposta di Schicchi di far convergere le colonne contadine su Palermo, dove è in corso l’occupazione delle fabbriche e dei cantieri navali. Prevale invece la posizione interlocutoria dei dirigenti socialisti che consigliano di attendere il precipitare degli eventi nel Nord Italia. Il dissenso di B. si manifesta nel suo proposito, dal quale viene dissuaso a fatica, di marciare ugualmente sul capoluogo siciliano con le leghe aderenti alla proposta degli anarchici. Il movimento di occupazione e gestione collettiva delle terre, che coinvolge oltre 150 comuni dell’isola e circa centomila contadini nella sola Sicilia occidentale, si disgrega nel giro di pochi mesi sulla scia della crisi generale del movimento di occupazione delle fabbriche, a Palermo e a Messina come nel resto d’Italia, e sotto i nuovi sanguinosi colpi del terrorismo agrario-mafioso. Dopo l’arresto di Schicchi, B., incaricato del comitato siciliano pro vittime politiche, è attivo nella campagna per la sua liberazione (collabora, tra l’altro, al numero unico «Bandiera nera», Agrigento 2 dic. 1923) e promuove la pubblicazione di un nuovo settimanale, «Il Vespro libertario», in sostituzione del soppresso «Il Vespro anarchico», di cui tuttavia le autorità fasciste riescono a impedire la comparsa. Ritiratosi a Lucca Sicula, negli anni seguenti dà rifugio a diversi compagni perseguitati dalla polizia e sarà iscritto nell’elenco delle “persone da arrestare in determinate circostanze”. Il 27 agosto 1930 è incarcerato con l’accusa di simpatizzare per il movimento insurrezionale promosso da Schicchi, arrestato sei giorni prima. Partecipa successivamente, insieme a Nino Guarisco di Burgio col quale mantiene intime relazioni, alla costruzione di una rete clandestina antifascista, che alimenta con continui viaggi a Palermo. Qualche mese dopo l’occupazione alleata, insieme a una trentina di compagni, disarma i carabinieri di Lucca Sicula intervenuti a sedare una manifestazione popolare, e per tale motivo viene arrestato e detenuto nelle carceri di Sciacca fino al maggio 1944. Il 3 e 4 settembre dello stesso anno partecipa a Palermo al primo convegno anarchico siciliano. Anch’egli, come Guarisco, sente forte l’esigenza di opporsi alla reazione clerico-mafiosa, che spadroneggia nei paesi dell’interno dell’isola, alleandosi con gli elementi socialcomunisti. Accetta pertanto l’elezione a sindaco, rifiutata una prima volta per via del giuramento di fedeltà al re, ma confermata subito dopo la vittoria della repubblica nel referendum istituzionale del 2 giugno 1946. Da sindaco, tenta di instaurare in paese “una democrazia diretta ed egualitaria”, convocando l’assemblea di tutti i cittadini, in funzione di consiglio comunale, nella CdL, e stabilendo una tassa sulla carne, cibo per ricchi, da devolvere a favore delle famiglie indigenti. Per tal motivo il prefetto di Agrigento lo sospende dalla carica. Qualche tempo dopo si riavvicinerà al movimento anarchico, dando vita, con Michele Corsentino e Girolamo Maurello, a una nuova aggregazione libertaria. Colpito da paralisi, muore a Lucca Sicula il 5 gennaio 1953. (N. Musarra)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, f. D’Azzo Salvatore; Archivio dello Stato - Palermo, Gabinetto di Questura (1920-1943), b. 461 (1924), f. Mangano Gaetano fu Gaetano, anarchico socialista; N. Napolitano, Quelli che se ne vanno, «L’Adunata dei Refrattari», 31 gen. 1953; Compagni che ci lasciano, «Umanità nova», 18 gen. 1953; Archivio storico degli anarchici siciliani, Intervista alla maestra Giuseppina Bufalo a cura di G.D. Coco, 26 ago. 2001; ivi, Archivio Nicolò e Paolo Schicchi, Corrispondenza politica, Carteggio Bufalo-Schicchi; ivi, Corrispondenza familiare, Paolo a Nicolò Schicchi, 1943-1944.
Bibliografia: Scritti di B.: Alastor, Gli sciacalli di Castelvetrano, «La Falce», Palermo, 17 ott. 1920. Scritti su B.: U. Treni [U. Fedeli], Il movimento anarchico e rivoluzionario in Italia dalla fine della guerra ad oggi, «L’Adunata dei Refrattari», 1° mar. 1924; F. Renda, Storia della Sicilia dal 1860 al 1970, vol. ii, Palermo 1985, p. 343; U. Fedeli, Pref. a N. Napolitano, Giovanni Bovio, Cesena 1960, p. 6; P. Gurrieri, La rinascita dell’anarchismo in Sicilia dopo l’ultima guerra, «Sicilia libertaria», 1° mar. 1979; M. Corsentino, L’anarchismo in Sicilia nel dopoguerra. Precisazioni, ivi, giu. 1979; P. Finzi (a cura di), Insuscettibile di ravvedimento. L’anarchico Alfonso Failla (1906-1986): carte di polizia, scritti, testimonianze, Ragusa 1993, pp. 239, 342-343.
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