BUCHI, Emilio
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- BUCHI, Emilio
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Ancona
- Data di nascita
- 09/05/1887
- Luogo di morte
- Ancona
- Data di morte
- 03/01/1970
Attività e/o professione
- Qualifica
- Barbiere
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
- Nasce ad Ancona il 9 maggio 1887 da Francesco e Teresa Cerusico, barbiere. Fratello di Ulderico, il suo cognome originario è Bugio, ma nel 1912 ottiene di modificarlo. “Declamatore di poesie” e “fervente goriano” sin dalla gioventù, B. è “di carattere fermo e di discreta educazione [nonché] di svegliata intelligenza” (pref. di Ancona, 29 gen. 1913). In gioventù aderente al gruppo anarchico “Il Pensiero”, svolge un’intensa opera di propaganda fra i suoi coetanei e già nel giugno 1900 – appena tredicenne – viene condannato a tre giorni di cercere in seguito a disordini. È poi molto attivo nel movimento anarchico anconitano, frequentando fra l’altro personaggi come Ernesto Paponi (con il quale condivide per qualche tempo la barbieria), Armando Senigallia ed Ezio Greco. B. si mantiene in corrispondenza con i libertari di Fabriano, Terni e Perugia. Nel 1912 prepara il ricevimento ad Ancona della salma del libertario Filippo Troya, morto in Grecia. L’anno seguente è fra gli organizzatori del convegno anarchico umbro-marchigiano, che si tiene a Fabriano. Membro del gruppo “Studi sociali”, B. figura fra i sottoscrittori di «Volontà». Prende parte alla Settimana rossa, quindi alla Rivolta dei bersaglieri nel giugno 1920. Posto agli arresti nell’aprile 1923, viene condannato per attività sediziosa, ma infine è rimesso in libertà “in seguito a grazia sovrana”. Costantemente vigilato, nel 1925 subisce una perquisizione domiciliare che permette ai carabinieri di venire in possesso di un taccuino con i nomi e gli indirizzi di numerosi libertari. Durante la prima fase del regime fascista B. “professa sempre, con ardore, idee anarchiche delle quali fa propaganda, sebbene in modo occulto” (pref. di Ancona, 19 nov. 1926); per la sua attività viene condannato nel novembre 1926 a cinque anni di confino, poi commutati in ammonizione. Remo Franchini ha scritto: “il fascismo [nel 1926] aveva riaperto il processo per i fatti della Rivolta dei bersaglieri. Parecchi compagni venivano deferiti alle assisi de L’Aquila. Emilio Buchi, malgrado fosse pedinato, mi comunicava le notizie e con coraggio continuava ad informarmi sulla situazione. Merito suo quindi se i compagni ebbero assicurata la difesa e la solidarietà di tutti gli anarchici” («Umanità nova», 28 feb. 1970). Negli anni Trenta B. gestisce una sartoria che si occupa di divise da balilla. Con il trascorrere degli anni, la sua condotta politica non desta più sospetti e la vigilanza su di lui viene considerevolmente ridotta. Muore ad Ancona il 3 gennaio 1970. (R. Giulianelli)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181