BUCCHIONI, Azelio

Tipologia Persona
Azelio Bucchioni
Azelio Bucchioni

Intestazione di autorità

Intestazione
BUCCHIONI, Azelio

Date di esistenza

Luogo di nascita
San Giuliano Terme
Data di nascita
22/04/1902
Luogo di morte
Neuengamme
Data di morte
18/02/1945

Attività e/o professione

Qualifica
Muratore

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a San Giuliano Terme (PI) il 22 aprile 1902 da Ferruccio e Giulia Luperi, muratore. Il padre Ferruccio (1876-1929) è un anarchico della prima ora ed egli, primo di quattro fratelli (Libertaria 1904, Comunardo 1908, Aldo 1915), proprio nell’ambiente familiare, matura quei sentimenti sovversivi che lo portano giovanissimo a aderire agli ideali anarco-comunisti.

Ritenuto dalle autorità “un avversario irriducibile del Regime ed elemento pericoloso per l’ordine Nazionale” (pref. di Pisa, 16 mar. 1927), spesso viene schedato come “comunista”. Alla metà degli anni Venti espatria con la famiglia clandestinamente in Francia. A Marsiglia, dove risiede, svolge una intensa “propaganda sovversiva e antifascista”. Successivamente si trasferisce in Belgio da dove viene espulso il 19 luglio 1932. Nell’aprile del 1934 viene arrestato mentre si trova a Bastia (Corsica), dove si fa chiamare “Valente Di Paco”, ed è condannato a sei mesi di prigione per “falsa identità e infrazione a un decreto di espulsione”.

Il 15 ottobre 1934 viene arrestato dalla polizia spagnola insieme a Giovanni Rubini ed espulso il mese successivo. Allo scoppio della Guerra Civile spagnola si arruola nella Sezione Italiana della colonna “Ascaso” CNT-FAIb. In una nota confidenziale al Ministero dell’Interno del gennaio del 1937 il nominativo di Bucchioni è inserito in una lista di miliziani della colonna “Ascaso” insieme ai più noti anarchici Leonida Mastrodicasa e Tintino Rasi. Rientrato in Francia, a Marsiglia, vi rimane solo per un breve periodo, infatti, a causa dello stretto controllo da parte della polizia, decide di emigrare clandestinamente in Belgio nella speranza di poter poi partire per l’America.

In Belgio, secondo le autorità italiane frequenta un gruppo di anarchici italiani tra i quali Mario Mantovani, Antonio Moscardini e Marcello Bianconi. Nell’aprile del 1939 è arrestato per “contravvenzione al decreto di espulsione” del 1932. Rinchiuso nella prigione di Forest (Bruxelles) e poi in quella di St. Gilles-lez-Brusselle viene liberato nel giugno del 1940 e il 24 febbraio del 1941 è segnalato a Bruxelles come frequentatore di un gruppo di anarchici composto da Corrado Perissino, Cafiero Meucci, Paolo Moro, Emilio Marziani, Dante Armanetti e Agostino Sanna.

Viene di nuovo arrestato per furto e nel 1943 risulta ancora in carcere. Nell'ottobre dello stesso anno viene deportato dalle autorità tedesche nel campo di concentramento di detenzione temporanea e di transito di  Herzogenbusch in Olanda presso la cittadina di Vught. N. di matricola 7880. Classificato con la categoria Schutz. Successivamente è trasferito nel campo di concentramento di Neuengamme, nei pressi di Amburgo, dove muore il 18 febbraio 1945. (F. Bertolucci)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Arolsen Archives. https://arolsen-archives.org, ad nomen.

Bibliografia: La Spagna nel nostro cuore. 1936-1939, Tre anni di storia da non dimenticare, Roma 1996, ad indicem; A. López (a cura di) La Colonna Italiana, Roma 1985; Ora e sempre Resistenza. Testimonianze dei protagonisti e documenti, Pisa 1995, p. 43; Antifascisti nel casellario politico centrale, 18 voll., Roma 1988-1995, ad nomen; Il libro dei deportati, ricerca del Dipartimento di storia dell’Università di Torino diretta da B. Mantelli e N. Tranfaglia, promossa da ANED Associazione nazionale ex deportati, Milano, Mursia, 2009, Vol. 1, tomi 1-3, p. ?

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