​OLANDESE, Giovanni Battista

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​OLANDESE, Giovanni Battista

Date di esistenza

Luogo di nascita
Reggio Calabria
Data di nascita
March 27 1868
Luogo di morte
Reggio Calabria

Biografia / Storia

Nasce a Reggio Calabria il 27 marzo 1868 da Raffaele e Maria Caccamo, calzolaio. Negli anni ’80 mantiene rapporti di corrispondenza con i socialisti di Cosenza e Catanzaro e, soprattutto, col deputato Giuseppe De Felice, organizzando numerose riunioni segrete in casa che, secondo le autorità, non sortiscono “alcun profitto”. Nel novembre 1892 subisce una condanna a sette mesi e cinque giorni di reclusione, poi ridotta a due mesi in appello, e ad una multa per “violenza alla forza pubblica e disturbo delle funzioni religiose”. Il suo nome è inserito nella lista degli affiliati al “Circolo degli Studi Sociali”, associazione tenuta sotto stretta sorveglianza per “tendenze chiaramente sovversive”. Il circolo, composto da giovani studenti e operai, fonda il periodico «Avvenire». Nel 1893 prende parte alle assemblee tenutesi a Reggio Calabria per la costituzione dei Fasci. Nella ricorrenza del Primo Maggio 1894 è sorpreso dagli agenti nell’atto di affiggere manifesti sovversivi “pervenutigli per la circostanza dal comitato di Cosenza” e, in seguito, organizza una dimostrazione contro la condanna di De Felice, “gridando: Viva De Felice, viva i martiri della Sicilia”. Ancora, nel 1894, prende parte ad una manifestazione sovversiva in occasione dell’arrivo in città del generale Morra di Lavriano; in questa circostanza è condannato a 19 mesi di reclusione e a un anno di vigilanza speciale della PS per “grida sediziose e oltraggio”, condanna poi confermata dalla Corte d’Appello. La polizia lo ritiene particolarmente pericoloso, per cui, non appena esce dal carcere, il 28 giugno 1895, viene assegnato per tre anni dalla Commissione provinciale di Reggio Calabria al domicilio coatto, da cui viene prosciolto condizionalmente il 14 ottobre 1896.  Nel 1897 il suo nome è rinvenuto in un elenco di anarchici posseduto da E. Malatesta. I moti di fine secolo lo vedono protagonista a Reggio Calabria: è arrestato, insieme agli anarchici Sinopoli, Pompeo e Prestandrea, per “associazione diretta ad eccitare l’odio fra le classi sociali”, e condannato a venti mesi di detenzione e al pagamento di una multa. L’appello, da lui interposto contro tale sentenza, è respinto dalla Corte di Catanzaro nel 1899; sconta, quindi, la pena nelle carceri di Monteleone. Nel 1900 firma una protesta pubblicata sul giornale «L’Agitazione» di Ancona, in segno di solidarietà con gli anarchici processati in quella città a causa dei moti contro il caro-vita. Nello stesso anno è “prosciolto condizionatamente dal domicilio coatto” e ritorna a Reggio Calabria. Il soggiorno nella città natale dura poco: si trasferisce a Lipari dove inizia a esercitare il mestiere di calzolaio. Lì si sposa, ha una figlia e si dedica completamente al lavoro e alla famiglia “serbando buona condotta politica” e, anzi, “prestandosi a fornire indicazioni in favore della giustizia”. Fino al 1914 vive a Lipari dove continua a essere vigilato ma senza dar luogo a segnalazioni di alcun genere. Il 13 maggio del 1914 ritorna definitivamente a Reggio perché, come si legge in una nota della Prefettura, “da qualche tempo i suoi affari a Lipari non andavano bene a causa della persistente crisi pomicifera”. Nella stessa nota è rimarcata la “buona condotta morale” tenuta da O. durante il soggiorno nell’isola e viene, per tali motivi, richiesta la radiazione del suo nome dallo schedario dei sovversivi; la richiesta è, però, rigettata dal Ministero dell’Interno, che “non approva in linea di massima radiazioni dallo schedario di anarchici biografati”. Continua, pertanto, ad essere vigilato; nel 1926 si dice, di lui, che “continua a professare idee sovversive ma senza fare propaganda alcuna e senza dar luogo a speciali rilievi”. L’11 aprile 1929, su proposta della Prefettura “poiché dal 1914 aveva dato prova di ravvedimento”, è radiato dallo schedario dei sovversivi. Muore a Reggio Calabria l’8 ottobre 1939. (G. Palamara)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio di Stato di Reggio Calabria, Gabinetto Prefettura, inv. 34 serie I Politica-Ordine Pubblico, b. 24 ff. 976, 979, b. 25 f. 1050; «Cronaca di Calabria», 10 dic. 1898; «Avanti!», 27-28 nov. e 1° dic. 1898; «Lotta di classe», 1-2 giu. 1895,
 
Bibliografia: G. Masi, Socialismo e socialisti di Calabria (1861-1914), Salerno-Catanzaro 1981, pp. 95, 106; G. Cingari, Il Partito Socialista nel reggino 1888-1908, Reggio Calabria 1990, pp. 22, 45, 124, 166.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Raffaele e Maria Caccamo

Bibliografia

2004

Collezione

Persona