BRENCI, Osmondo
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- BRENCI, Osmondo
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Acquapendente
- Data di nascita
- 23/05/1889
- Luogo di morte
- Roma
- Data di morte
- 19/04/1937
Attività e/o professione
- Qualifica
- Pittore
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
- Nasce ad Acquapendente (VT) il 23 maggio 1889 da Nazzareno e Marianna Gini, pittore. A. si avvicina al movimento anarchico da giovane, viene indicato nelle prime segnalazioni della Prefettura di Roma, come uomo di “discreta intelligenza”, ma limitata cultura, avendo frequentato solo le classi elementari. È “tra i più facinorosi” nei tumulti di piazza, e viene fermato il 27 novembre 1911, per motivi di PS nel distretto di S. Eustachio, durante una manifestazione vietata. Le difficili condizioni economiche e occupazionali del paese lo portano il 14 maggio del 1913 a imbarcarsi da Genova per S. Paolo in Brasile insieme a un altro anarchico romano, Trento Asquini. Durante il suo soggiorno all’estero non sembra avere riportato condanne, né essere entrato in contatto con gruppi anarchici lì emigrati. Il 12 settembre dello stesso anno non avendo trovato occupazione rientra nella Capitale. In quegli anni, le campagne antimilitariste, particolarmente vive a Roma, sono seguite da numerosi arresti e denunce che, però, non servono a raffreddare il movimento. Il gesto di Augusto Masetti, internato per aver sparato a un colonnello che arringava i militari in partenza per la Libia nella caserma Cialdini, dà nuovo vigore a queste campagne. B. continua la sua attività di pittore e si distingue particolarmente nella propaganda per la scarcerazione di Masetti. Presta servizio di leva nel 25° fanteria, e viene condannato l’11 aprile 1913 dal Tribunale militare di Bari a due mesi di carcere per rifiuto di obbedienza. Aderisce al Fascio Comunista anarchico di Roma, nato il 28 febbraio del 1913, ed è socio del gruppo “Due Aprile” (in ricordo degli scontri del 1908 in piazza del Gesù). All’avvio dei disordini della Settimana rossa, dopo l’eccidio di Ancona e la proclamazione dello sciopero generale, B. prende parte alle agitazioni antinazionaliste. Ma la spinta rivoluzionaria si esaurisce in pochi giorni, e la Capitale torna alla normalità. Nell’agosto del 1915 viene richiamato sotto le armi, ma decide di abbandonare il campo di Tivoli e si rende irreperibile; solo a seguito delle pressioni esercitate dalla sua famiglia B. torna in caserma, dove essendosi ripresentato prima della dichiarazione di diserzione semplice viene assolto nel procedimento penale indetto a suo carico. Congedato dal servizio militare il 23 febbraio 1920 torna a Roma e nei suoi confronti viene riattivata la vigilanza. Il 12 aprile 1928 viene fermato quale presunto complice nell’attentato terroristico alla Fiera di Milano, e rilasciato. B. subisce un nuovo fermo in occasione delle nozze del Principe di Piemonte e viene rilasciato il 12 gennaio 1930. Nel periodo successivo non dà luogo a segnalazioni e nel 1933 viene cancellato dall’elenco delle persone da arrestare in determinate circostanze. Nel dicembre 1936 viene ricoverato prima al Policlinico di Roma e poi trasferito al tubercolosario Bernardino Ramazzini. Muore il 19 aprile 1937 a Roma. (I. Del Biondo)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
Bibliografia: Antifascisti nel casellario politico centrale, 18 voll., Roma 1988-1995, ad nomen.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181