BREGLIANO, Luca
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- BREGLIANO, Luca
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Ospedaletti
- Data di nascita
- 06/10/1901
- Luogo di morte
- Marsiglia
Attività e/o professione
- Qualifica
- Floricultore
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
- Nasce a Ospedaletti (IM) il 6 ottobre 1901 da Luigi e Margherita Curti, floricultore. Militante libertario, emigra in Francia nel 1921 e si stabilisce a Marsiglia. Nel maggio 1929 ha parole di sdegno, dalle colonne de «Il Monito» di Parigi, per Paolo Schicchi e le ingiuriose polemiche, che questi conduce, su «La Diana» di Parigi, contro molti compagni. Aderisce al gruppo "Action libertaire" creato, tra gli altri, da Martial Desmoulins che a suo proposito scriveva: "Bregliano è stato assai criticato, soprattutto dai suoi compatrioti che non lo amavano molto perché commetteva incautamente molte gaffe, diceva quel c'è da dire, senza giri di parole... ma io lo devo dire a voce ben alta: Bregliano era un uomo d'azione, un ragazzo coraggioso, addirittura temerario. Durante la rivoluzione spagnola si è sempre prestato per gli incarichi più pericolosi. Non ha mai lasciato soli i compagni alle prese con la giustizia dei vari paesi, anche se talvolta certi compagni avevano commesso degli atti impulsivi che non potevano non attirare su di loro, e di riflesso su di noi, che delle noie, senza alcun vantaggio per le nostre idee, per la nostra propaganda, che non si impongono certo a colpi di pistola". Nell’agosto 1932 B. scrive che l’umanità è preda di molti nemici, che fomentano le guerre tra i popoli e sognano bagni di sangue, in cui le teste ruzzolino “a milioni”. Segnalato, il 14 novembre, come anarchico capace di compiere atti violenti, B. interviene spesso alle conferenze antifasciste e frequentemente polemizza con gli oratori di turno. Iscritto nel «Bollettino delle ricerche» quale “anarchico pericoloso da arrestare”, in dicembre fonda - assieme a Angelo Girelli e Renato Gialluca - il Comitato pro vittime politiche, sorto a Marsiglia per soccorrere Pietro Cociancich e Dante Fornasari, condannati per l’attentato di Aubagne. Iil 29 gennaio 1933 inneggia a Sbardellotto e Schirru in una conferenza di Emilio Lussu. Successivamente denuncia la nascita, in Russia, di una nuova classe burocratica, che ha reso schiava la massa proletaria, e critica il passaggio di un certo numero di anarchici nelle file comuniste. Contrario agli anarchici “puri, che si permettono di criticare chiunque tenti lavorare seriamente per l’interesse comune”, B. si confronta con le varie componenti dell’emigrazione antifascista, lavora nel Comitato misto di agitazione di Marsiglia, insieme a repubblicani, giellisti, socialisti riformisti e massimalisti, e partecipa a molte manifestazioni pubbliche, insieme a Carlo Bartolena, Ruggero Cinelli, Giulio Bacconi, Francesco Volterra, Umberto Ceccotti, Osvaldo Pesce, Filippo Amedeo e Amilcare Tabacchieri. Il 20 gennaio 1934 invita Carlo Rosselli, sceso a parlare a Marsiglia, a adottare dei metodi di lotta più efficaci contro il fascismo e svolge un’intensa attività nel gruppo libertario “Aurora” e nella Federazione anarchica del sud-est della Francia. Presente, in maggio, a una riunione libertaria, insieme a Bacconi, Italo Del Proposto, Celso Persici, Marcello Cicero e Rodomonte Nesi, assiste, l’anno seguente, all’inaugurazione dell’“Università proletaria” e a una conferenza di Silvio Trentin sul Crepuscolo del diritto e dello Stato borghese. Il 1° maggio 1936 prende parte, a Marsiglia, al corteo del Fronte popolare, insieme a Bacconi, Edoardo Angeli, Angelo Girelli, Ludovico Rossi e Lazzaro Turroni, seguendo “la bandiera nera anarchica, portata dalla moglie del compagno Ercolino Bardini”, poi fa stampare, insieme a Bacconi, Bardini, Guglielmo Tosi e Cesare Fietta, un manifesto, “indirizzato a tutti i lavoratori, nel quale si sostiene la necessità della costituzione dei consigli di fabbrica i quali, assicurando la produzione, possano regolare la distribuzione dei prodotti e consentire quel benessere a cui i lavoraori aspirano da millenni”.Nel 1937 è segretario della Jeunesse anarchiste di Marsiglia, in quel periodo collabora con «La voix libertaire» (Limoge) e «Combat Syndicaliste», organo della CGTSR. Assieme a Joseph Gleize è uno degli animatori del Comité de defense de Joseph Fancella, che era stato condannato a 20 anni di lavori forzati per avere ucciso un fascista. Il 13 dicembre 1937 è colpito da decreto di espulsione dalla Francia e il 1° gennaio 1938 viene schedato: la Prefettura di Imperia ne ricorda la militanza anarchica e l’adesione alla LIDU e lo descrive come un uomo piuttosto taciturno, che si comporta bene in famiglia ed è lavoratore assiduo. Rimasto in Francia, grazie a una serie di brevi permessi di soggiorno, alla fine dell'anno forma un nuovo gruppo: "Les anarchiste de Provence" che contava una dozzina di aderenti, essenzialmente degli ex membri del gruppo "Germinal", in dissidio con l'Union anarchiste. Secondo la polizia, uno dei loro obiettivi era quello di acquistare dei terreni dove coltivare e fondare delle colonie agricole. Agli inizi del 1939 B. frequenta l’ex “miliziano rosso” Stefano Romiti e nel 1940 è obbligato a trasferirsi ad Arles, perché si è ribellato a un agente a Marsiglia. Rientrato illegalmente nella città portuale, viene condannato a sei mesi di carcere, che espia nel penitenziario di St.-Pierre, dove rimane fino al 3 maggio. Nel dopoguerra B. fa parte della Fédération Anarchiste e della 19ème Union regional de la CNTF, della quale è dapprima tesoriere e poi, dal 1952, segretario. Il 19-23 luglio 1953 partecipa come delegato all'ottavo Congresso dell'AIT che si tiene a Puteaux, comune della periferia parigina. Nel giugno 1967 risponde, sulla rivista anarchica «Volontà» (L’essere e la sessualità), a uno scritto di Domenico Demma su Il sesso nella globalità dell’anarchismo. Muore quello stesso anno, o nel 1968, a Marsiglia. (F. Bucci, S. Carolini, M. Lenzerini)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Dipartimento polizia politica, Materia, b. 37.
Bibliografia: Scritti di B.: Pazzia o cattiveria?, «Il Monito», mag. 1929; Il divino, «Fede!», 25 mag. 1930; Passeggiando, ivi, 30 dic. 1930; Anno nuovo vita nuova, «Lotta anarchica», 20 set. 1932; Dal taccuino di un vagabondo, ivi, 6 ago. 1932; Riflessioni d’attualità, ivi, 20 ago. 1933; La parola a Calibano, «Lotte sociali», 15 dic. 1933; Chiarezza, «Nella Mischia» [nov. 1934]; Assiomi, ivi, dic. 1934.
Sitografia: Dictionnaire des militants anarchistes.
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